venerdì 11 ottobre 2024

[Parliamo di cose Serie (TV)] Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere stagione 2


Come sempre, la versione inglese è più in basso nella pagina.
As always, the English version is further down the page.


Dato che solitamente sono organizzato come un nido di marmotte bagnato (cit. Dork Tower) stavolta ho iniziato a riordinare le idee ben prima dell'ultimo episodio che andrà (oppure è andato) in onda giovedì 3 ottobre 2024.
Legioni di orchi di puristi tolkieniani hanno fatto scorrere fiumi di sangue di inchiostro argomentando perchè e percome questa serie sia fondamentalmente immondizia, uno scempio, qualcosa di cui Tolkien si sarebbe vergognato al punto che molti giurano di essere andati a rimboccare la lapide dell'esimio professore e consorte, Edith, visti i continui giramenti nella tomba. 
A costoro, umilmente faccio notare che probabilmente Tolkien non avrebbe mai accettato nemmeno un regista come Peter Jackson nè qualsiasi cosa afferente la prima, monumentale, trilogia che tutti universalmente amiamo pur con tutte le sue liberalità, che per onestà intellettuale non sono nemmeno poche.
Questo perchè l'autore di un'opera, brutto a dirsi, spesso è il meno indicato a cogliere ciò che può essere poi presentato al grande pubblico o venduto ad esso: l'abbiamo visto per Game of Thrones, l'abbiamo visto fare per Paolini con Eragon, è accaduto anche per la prima incarnazione cinematografica di Percy Jackson e tante altre circostanze; per fare un esempio, Walt Disney si sarebbe cavato gli occhi di fronte a Le Follie dell'Imperatore oppure Lilo e Stich che pure sono stati successi enormi. 




Pur non volendo unirmi al coro dei tuttologi che spiegano agli altri come e perchè siano in errore dato compiono l'imperdonabile crimine di apprezzare questa serie (apprezzare, nota bene), le mie oneste valutazioni su questa seconda stagione sono di seguito riportate come miei esclusivi e personali giudizi.
"Miei" nel senso di "miei", "giudizi" nel senso di opinioni suffragate da certune mie conoscenze e competenze, ma il tutto sempre filtrato da quella merce in rete più rara del mithrill de Il Signore degli Anelli, ossia il buon senso.

Ora, la seconda stagione de Gli Anelli del Potere ha vissuto un incipit estremamente deficitario e con "ascolti", in realtà minutaggio, al ribasso: molti si rifanno ad un paio di articoli di Forbes (potete leggerli qui e qui), ripresi poi da diverse testate giornalistiche che, come tale, avrebbero il non trascurabile onere di controllare non solo le fonti ma anche di non estrapolare il concetto dal contesto ed i dati da una summa di elementi compositi. 

Ciò premesso, è vero che la stagione oramai conclusasi ha avuto un calo sensibile, in termini di minutaggio - termine di controllo nello streaming legale oggigiorno - pari al 50% circa; tuttavia, va anche detto che il confronto è posto rispetto alla premiere della PRIMA STAGIONE, dove chiunque e letteralmente chiunque (pure i miei zii morti) a causa della curiosità venutasi a creare era interessato a dare almeno una occhiata a questo mastodontico prodotto. Mastodontico come impegno economico e come lavoro per adattare, altra parola chiave, gli scritti di Tolkien.

Peraltro, è notizia di queste ore che Amazon abbia diffuso nuovi dati aggiornati che portano l'asticella a 55 milioni di visualizzazioni recuperando così oltre una dozzina di milioni nell'arco di appena due settimane (fonte: Variety).



Rispetto alla prima stagione, di cui ho scritto prima di assistere all'ultimo episodio, resto del mio avviso su certe cose che già ho riportato ed espresso un po' ovunque.
Onde fugare i dubbi e mettere le cose in chiaro, preciso che la stagione 2 di Rings of Power mi è piaciuta: mi sono emozionato per certe cose, ho davvero amato tanto talune scelte, ho sbuffato per come altre storie siano state affrontate in quanto non hanno portato da nessuna parte. 

Cast

Gli Anelli del Potere meritavano forse qualche nome un po' più noto e personalità più capace a livello attoriale, per quanto mi sia ampiamente ricreduto su Charlie Vickers (Halbrand/Annatar/Sauron) e Charles Edward (Celebrimbor) che hanno dato vita ad uno degli archi narrativi più belli e meglio concertati della serie. Tanto la manifestazione di Halbrand in Annatar con le correlate reazioni di Celebrimbor che si prostra e sottomettequanto la scoperta di quest'ultimo di CHI fosse realmente Il Signore dei Doni, con un pianto di reale dolore straziante nella penultima puntata, quanto il dialogo tra Sauron oramai svelatosi nel settimo e penultimo episodio e il famoso Fabbro ("Sei davvero il grande Ingannatore. Riesci persino ad ingannare te stesso") ed infine il tragico, ma ben noto e comunque prevedibile epilogo della sorte del più famoso fabbro degli elfi dopo Feanor, sono tutti momenti decisamente altissimi. Celebrimbor avrebbe secondo me meritato una migliore, e più completa, presentazione anche nella prima stagione, senza dimenticare che, stando a ciò che Tolkien scriveva, egli dovrebbe anche essere innamorato di Galadriel, all'epoca peraltro già consorte di Celeborn: ella, pur comportandosi da buona amica per il Signore dell'Eregion, mai lo ricambiò. Per la cronaca, questo titolo Celebrimbor  l'avrebbe ottenuto proprio allontanando, a causa dell'influenza di Annatar, la stessa Galadriel dall'Eregion che, è noto, successivamente avrebbe attraversato i Cancelli di Moria mentre Celeborn sarebbe rimasto nella villa che lui e la futura Signora dei Galadrim occupavano, disinteressandosi della politica della città e di ciò che accadeva ad Ost-in-edhil.
Charles Edward ha portato una grande interpretazione che, al netto del problema dell'età (vedi dopo) ha confezionato un personaggio veramente memorabile: la sua sorte, impalato esattamente come negli scritti di Tolkien - in realtà in essi veniva ucciso alle porte della città, ma chissenefrega - è veramente portata in scena con una dovizia di pathos, scelta di parole e confronto con il Sauron di Vickers che, azzardo, è da Golden Globe.
Vickers dal canto suo è stato un Sauron praticamente perfetto: la lacrima che versa dopo aver ucciso Celebrimbor non nasce dalla umanità o da un sentimento di sincero affetto come molti hanno gridato o insinuato, ma è una lacrima per quella pretesa umanità che Sauron crede di avere, in una fase in cui era convinto di perseguire il Bene per quanto sempre con mezzi malvagi, condannato a fare il male in ogni modo, ingannando, è il caso di citare di nuovo quella frase, persino sè stesso: come nella prima stagione, durante il confronto con Galadriel, quando egli dice che non vede differenza tra salvare e dominare la Terra-di-Mezzo, così qui, nella sua testa, Sauron sta davvero salvando il mondo, a modo suo ovviamente.
Quella lacrima rappresenta il cosa poteva essere, è il senso di perdita perchè uccidere Celebrimbor è utilitaristicamente uno spreco enorme, è il senso di frustrazione di non essere capito laddove egli ha cercato di irretire e corrompere altri nella sua "visione".  
Oltre a questo specifico momento, posso dire che egli è stato subdolo, insinuante, manipolatore, lascivo ove occorresse - perchè no?- far leva anche sul proprio fascino senza che ci sia alcun sottotesto romantico od erotico con Mirdania, l'elfa che tutti credono ad un certo punto sia stata uccisa , sia pur per errore, da Celebrimbor. 
Avrei, solo, voluto che la serie respirasse e che anche il ruolo di Annatar presso l'Eregion prendesse più tempo e, per dire, si arrivasse a mettere in cantiere gli Anelli degli Uomini e a rafforzare i dubbi di Celebrimbor sul finire della stagione, proprio perchè alle volte ho la sensazione ci siano brusche accelerazioni circa la trama. 

Galadriel, mi scuseranno persone senz'altro più competenti di me, continua a non piacermi. Non piacermi= non piacere a me, chiunque la apprezzi come personaggio sono lieto abbia goduto la performance di Morfydd Clark.
Proprio quest'ultima, sempre secondo me, non ha per cominciare la presenza scenica fisica per rivaleggiare con altri attori in scena- mettetele almeno dei tacchi, o fatela recitare con una pedana, dove possibile, Santo Cielo- e le sue stesse motivazioni e modi di agire a me non piacciono. Per completezza, ho modificato l'articolo all'ultimo, elidendo tutte le cose che non mi andavano a genio, dato che, altrimenti, più che un articolo sarebbe apparso un saggio di critica contro questo personaggio. 
Ho inteso che Galadriel sia un personaggio battagliero, coraggioso e tanto altro, che di sicuro è lontana dalla versione della Blanchett, ma resta che quella presentata nella trilogia di Peter Jackson  corrisponde all'idea che avevo sempre avuto di questo personaggio, ben prima di vederla sullo schermo.
Non riesco ancora a vedere, insomma, in questa Elfa colei che dovrebbe diventare la Signora di Laurelindorenan, o LothLorien che dir si volta, diventando la Signora dell'ultimo reame elfico della Terra di Mezzo.
E con queste mie affermazioni, credo di essermi alienato un bel po' di persone.


Elrond, interpretato da un Robert Aramayo che avevo visto in Animali Notturni e che non avevo minimamente ricordato quale giovane Ned Stark, ha avuto un ruolo molto importante: pur essendo anche lui parecchio sostenuto verso Galadriel e le sue scelte, ha modo di mostrare le sue doti e le sue virtù in questa stagione. Personalmente, lo preferivo un po' di più nella prima stagione dato che una delle cose più belle mostrate sullo schermo era proprio la sua amicizia con Durin IV, ma immagino abbia ancora margini di crescita come araldo di Gil-Galad.
Mi è anzi piaciuto molto assistere al suo dolore quando pergamene e scritti della città vengono dati alle fiamme dagli orchi, il fatto che abbia chiesto di risparmiarli al costo della propria vita è anzi una scelta profondamente in linea con ciò che porterà alla nascita di Rivendell/Gran Burrone.
Quanto a Gil-Galad, che tra l'altro è un parente abbastanza stretto di Galadriel, passa da trattare discretamente male la propria prozia all'accettarla e tutto sommato accoglierne giudizi e idee. L'attore debbo dire incarna abbastanza bene l'idea di un Re sul quale tra l'altro gravano pesanti responsabilità.
Una netta evoluzione rispetto alla prima stagione di cui ho rivisto alcune scene e, purtroppo per chi ha un minimo di considerazione verso le mie idee, Gil-Galad tratta spesso e volentieri Galadriel a pesci in faccia (per non dire altro) e con ben poco rispetto verso il ruolo e l'età di ella.
Sto riguardando anche la prima stagione, mentre scrivo, e onestamente Gil-Galad è stato scritto un po' troppo paternale e "superiore" a Galadriel

Parlo di questi personaggi nello specifico perchè Numenor è una storyline che, partita bene con delle vibrazioni alla Game of Thrones si è via via affievolita: ho il sentore che sia stata oggetto di qualche taglio qua e là come , del resto, ho lo stesso sentore verso le vicende di Rhun che è rimasta la parte meno interessante e piatta della serie. Lo Straniero, che già si sospettava ampiamente fosse Gandalf e che invece io speravo all'ultimo si rivelasse qualcun altro degli Istari, si è confermato essere Il Grigio Pellegrino, il "Grand'Elfo"; ma dello Stregone Oscuro ne sappiamo tanto quanto prima, e siamo ancora qui a dar speculazioni sulla sua identità. In sostanza quella storia non è andata a parare da alcuna parte.
Non mi è dispiaciuto Tom Bombadil, in una onesta interpretazione del personaggio meno sopra le righe di quanto avrebbe potuto essere: molti si sono lamentati perchè, grazie al lavoro di alcuni Creator, è passata l'idea che Bombadil si faccia sempre e solo i fatti propri nel dominio da lui personalmente scelto. Da un certo lato è vero che Il Messere si sia disinteressato delle vicende della Terra-di-Mezzo ma è pur vero che non ha mia disdegnato di aiutare, e ripetutamente, Frodo e compagni che altrimenti sarebbero morti almeno due volte nel viaggio da La Contea a Brea.
Magari affidargli un ruolo un po' meno simile a quello di un mentore e più vicino, a ragione o torto, ad un inconsapevole e disinteressato aiutante sarebbe stato utile a farlo digerire al grande pubblico, per quanto mi renda conto che questo personaggio sia proprio difficile da adattare. Resta tuttavia acclarato che Gandalf e Bombadil abbiano avuto a che fare ben prima della Guerra dell'Anello e che quindi, "canonicamente", ci stia essi abbiano condiviso delle avventure assieme.



Le vicende di Khazad-dum hanno avuto alterna sorte, divenendo ora estremamente interessanti e letteralmente epiche ad essere un po' più strane o non meglio delineate: di Disa e delle Cantrici delle Pietre ho ricordi di averne letto qualcosa in giro, dell'espediente di usare i pipistrelli per scoraggiare i minatori ho gradito la messa in scena ma, a questo proposito, un appunto.
Ho notato come spesso i luoghi fossero eccezionalmente dettagliati, ma privi di vita: alcune scene in posti come il mercato oppure la stanza del trono mostravano in effetti un buon numero di comparse ma diverse altre al contrario erano spoglie di personaggi.
So e ho notato, dopo qualche ricerca, che già nella prima stagione a causa del Covid i registi hanno dovuto ridurre le presenze fisiche degli attori sul set ed hanno ovviato con un copiaincolla digitale, spesso nemmeno differenziando colori e visi, delle persone presenti così da moltiplicarle secondo il bisogno: nella seconda stagione avevo in diverse circostanze la sensazione che spesso e volentieri le persone presenti fossero veramente poche: per fare un esempio, Durin IV fa un discorso importante sul salvare gli elfi nell'Eregion, e c'è una nutrita serie di presenze - digitali- sullo schermo; Durin III invece chiede di scavare con più nani, raddoppiando i turni, e vedi solo cinque minatori di numero che stanno andando a lavorare.
Andando oltre questo aspetto, comunque, ciò che accade prima, quando Sauron dapprima si presenta per reclamare il mithrill, e poi quando il Barlog viene in effetti liberato, merita la visione in maniera incondizionata: assieme all'Eregion, Khazad-dum è senz'altro la storyline più riuscita. 

Il problema dell'età e delle etnie

Proprio a questo proposito, rimane un po' stridente la questione dell'età (anche dimostrata) dei (e dai) vari personaggi: Gil-Galad grossomodo incarna gli anni che il personaggio (anche come attore) dimostra; Galadriel resta visivamente un po' troppo giovane rispetto a questi, per quanto possa accettare l'aspetto fanciullesco in un'elfa nata sotto la luce di Valinor, mentre come ho già scritto la questione della statura non aiuta molto; Celebrimbor pur essendo impeccabilmente interpretato da Charles Edward mostra parecchi anni più di Galadriel nonostante dovesse essere invece ben più giovane di lei.
Questo aspetto, che pur potrebbe essere di poca o nessuna importanza a teatro, dove etnia, età e finanche sesso dell'attore è di secondario rilievo rispetto al personaggio interpretato, qui mi ha parecchio stranito.
Allo stesso tempo, osservare la presenza di attori rappresentativi di etnie specifiche risulta straniante: per quanto sia comprensibile che si desideri attualizzare e porre in contemporaneità l'opera di Tolkien, ciò stride quando egli stesso ha descritto specifiche etnie in maniera omogenea: gli haradrim (o sudroni) vengono accostati a civiltà persiane o mediorientali, gli esterling come suggerisce il termine ai popoli asiatici e dell'est, i lossoth (discendenti dei forodwaith) rappresentativi di popolazioni dell'estremo nord come gli esquimesi.
Laddove Arondir, "l'elfo di colore", sia stato alla fin della fiera la cosa meno rilevante o problematica, osservare però elfi dai tratti orientali come l'attendente di Elrond ed altri dai tratti più o meno lontani da quelli elfici è risultato quantomeno strano, e lo stesso è apparso quando a Numenor o Pelargir le etnie vengono abbandonate a favore di una multietnicità che è si, coerente con l'epoca attuale, ma del tutto fuori luogo con ciò che è stato (de)scritto dal Professor Tolkien.
Se la rappresentatività è una tematica importante a cui si è sensibili oggigiorno,si poteva optare, per esempio, su persone che, pur appartenendo ad etnie tradizionalmente asservite al male facevano viceversa il Bene, andando così a costituire una eccezione importante ed introducendo un elemento di conflitto anzi molto interessante.



Il problema della sceneggiatura

Come vado ripetendo spesso, già dai tempi di Game of Thrones, il problema non è il cosa, ma il come.
Le storyline de Gli Anelli del Potere sono tutte interessanti, con l'unica eccezione di quella degli hobbit che fin dall'inizio hanno costituito l'attrattiva più scarsa, e su questo, credo, si possa essere tutti d'accordo: alcune sono più piacevoli, altre gestite meno bene ma nel complesso sono eventi, situazioni e personaggi che si desidera vedere sullo schermo, interagire ed offrire scampoli brevi o interi spaccati di ciò che Tolkien ha previsto per loro. E fino a qui, nessun problema.
Nessuno può negare il fascino di una immersione nel mondo descritto dal Professore.

Il problema vero nasce, semmai, da come si giunge, alle volte, a dette situazioni: dialoghi non sempre all'altezza (ho ancora i brividi per "io sono buono" e "ho una tempesta in me"), soluzioni talvolta affrettate e cose che sembrano accadere off screen oppure sono state probabilmente oggetto di qualche sforbiciata degli autori.
Mi sovviene nell'ultima puntata come si giunga repentinamente a condannare (daccapo) Miriel, pur dopo che tutti la stavano portando in palmo di mano per essere sopravvissuta ad una prova mica da ridere (l'ordalia con la creatura marina), perchè Ar-Pharazon ha scoperto che Halbrand è Sauron: sarò stupido io, ma sono dovuto andare a cercare in internet il collegamento tra le due cose: perchè realizzare che il problema fosse l'aver seguito Galadriel e Halbrand nella Terra-di-Mezzo, dimostrando così gli ottimi rapporti che legavano Miriel ai due di cui sopra appunto non è stato proprio facilissimo, specialmodo a causa del fatto che non viene dato allo spettatore nemmeno il modo di sapere che cosa sia scritto su quella pergamena che Ar-Pharazon mostra per giustificare poi l'arresto e la persecuzione dei Fedeli. 
Che poi, come ha fatto a giustificare il conoscere la vera identità di Halbrand senza ammettere di aver usato il Palantìr, che poi è proprio l'oggetto che ritenevano avesse plagiato Miriel?
Potrei parlare, sempre restando ai casi dell'ultima puntata, parecchio frettolosa e senz'altro tagliata per minutaggio, alla questione Harfoot, con l'arrivo dal nulla dello Straniero in un villaggio già devastato e le hobbit catturate, il ruolo de L'Oscuro Stregone, la apparizione del Barlog, senz'altro fighissima ma che si traduce in una manciata di minuti di hype e null'altro, l'introduzione della futura faida tra i Nani e tante altre cose appunto solo accennate ed introdotte che si poteva, a mio giudizio, lasciare per la prossima stagione. 

Ribadisco: la serie nel complesso mi è piaciuta e non si mette in dubbio l'aderenza agli scritti di Tolkien, tant'è che lo stesso Adar si può considerare in un certo senso coerente e canonico.




Il problema che ho rilevato fin dalla prima stagione è la messa in scena delle situazioni, il come si sceglie di mostrare e di dialogare ciò che accade e che qui, nella seconda stagione, è sicuramente migliorata, ma ancora non è in maniera sensibile.
A mio modesto parere la serie potrà davvero spiccare il volo nel momento in cui riuscirà a curare maggiormente i dialoghi, che non possono limitarsi alle occasionali citazioni o strizzate d'occhi ma devono avere quel tono epico, rassicurante, complesso, che si confanno all'opera di Tolkien: atteso che sicuramente RoP continuerà a non piacere a tanti, credo che questa serie abbia tutte le carte in regola per diventare un ottimo prodotto: perchè, ribadisco, il problema non è l'aderenza agli scritti del Professore, ma proprio la messa in scena, il modo di portare su schermo in maniera coesa e consequenziale le varie vicende. Molti stanno giungendo finanche a rivalutare la trilogia de Lo Hobbit che quanto a liberalità prese e americanate è parecchio oltre RoP, senza contare la CGI che era venti spanne sotto già LoTR, per una sorta di strano contrappasso o perchè, come spesso accade, il valore nostalgico gioca un ruolo determinante.

Rings of Power è una serie televisiva che deve trovare il modo e la forza di essere più grande di ciò che è non per le tematiche che porta ma per il come riuscire a narrarle. 
Auspico che la terza stagione possa essere la proverbiale quadratura del cerchio. 

La guerra delle opinioni

Non voglio dilungarmi ancora, ma una cosa sento di dirla: questa serie è stata divisiva sotto ogni punto di vista e nonostante le recensioni di critici siano in larga parte positive, pur non considerandola la miglior serie di tutti i tempi, mai come in questo caso il pubblico ha trovato tantissime bandiere sotto cui raccogliersi: ci sono coloro che disprezzano completamente questo prodotto e non vedono l'ora di gridarlo a tutti, che sia su qualche blog, in qualche rivista o su YouTube; ci sono coloro che la osannano dall'inizio alla fine, perchè le cose positive e l'aderenza agli scritti di Tolkien c'è e si vede, se si ha la pazienza di documentarsi, ma che glissano sulla messa in scena delle situazioni; ci sono coloro che hanno apprezzato questa serie pur con i suoi difetti e coloro che non amano questa serie pur evidenziandone i pregi.
Non riesco, in tutta sincerità, a capire come mai questo risultato e questa visceralità abbiano contraddistinto questo prodotto che si, pur essendo importantissimo, manca del connotato mainstream che altre opere hanno conosciuto pur essendo ovviamente di tutt'altra qualità.
Tolkien in quanto Tolkien resta letteratura splendida ma di nicchia, e più ci si allontana dagli scritti meglio e più conosciuti come Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit meno gente c'è che sa di cosa si parli a proposito di Racconti Incompiuti, Racconti Ritrovati o di Nature of Middle-Earth.
Quanti dunque sanno e quanti credono di sapere? Quanto oggi si vive nella cultura del meme facile, della battuta e della semplificazione della materia per farla meglio digerire al grande pubblico?
A tutte queste domande non ho purtroppo risposta: posso solo notare quanto il web sia diventato pressochè invivibile da un paio di anni a questa parte.

- Lordgirsa-

English Version

Since I am usually as organized as a wet marmots' nest (cit. Dork Tower) this time I started to reorganize my thoughts well before the last episode that will (or has) aired on Thursday, October 3, 2024.
Legions of orcs of Tolkien purists have spilled rivers of blood ink arguing why and how this series is fundamentally garbage, a disgrace, something that Tolkien would have been ashamed of to the point that many swear they went to roll up the tombstone of the esteemed professor and wife, Edith, given the continuous turning in the grave.
To these people, I humbly point out that Tolkien would probably never have accepted even a director like Peter Jackson nor anything related to the first, monumental, trilogy that we all universally love despite all his generosity, which for intellectual honesty are not even a few.
This is because the author of a work, ugly to say, is often the least suited to grasp what can then be presented to the general public or sold to it: we saw it for Game of Thrones, we saw it done by Paolini with Eragon, it also happened for the first cinematic incarnation of Percy Jackson and many other circumstances; to give an example, Walt Disney would have gouged out his eyes in front of The Emperor's New Groove or Lilo and Stitch which were also huge successes.

Although I do not want to join the chorus of know-it-alls who explain to others how and why they are wrong given that they commit the unforgivable crime of appreciating this series (appreciating, note well), my honest evaluations of this second season are reported below as my exclusive and personal judgments.
"Mine" in the sense of "mine", "judgments" in the sense of opinions supported by certain of my knowledge and skills, but all always filtered by that rarer online commodity than the mithrill of The Lord of the Rings, that is, common sense.



Now, the second season of The Rings of Power had an extremely deficient start and with "ratings", in reality minutes, on the decline: many refer to a couple of articles from Forbes (you can read them here and here), then taken up by various newspapers which, as such, would have the not insignificant burden of checking not only the sources but also of not extrapolating the concept from the context and the data from a sum of composite elements.

That said, it is true that the season now concluded had a significant drop, in terms of minutes - a control term in legal streaming today - equal to about 50%; however, it must also be said that the comparison is made with respect to the premiere of the FIRST SEASON, where anyone and literally anyone (even my dead uncles) due to the curiosity that was created was interested in at least taking a look at this mammoth product. Mammoth in terms of financial commitment and work to adapt, another key word, Tolkien's writings.

Moreover, it is news of these hours that Amazon has released new updated data that raise the bar to 55 million views thus recovering over a dozen million in the space of just two weeks (source: Variety).

To clear up any doubts and set the record straight, I'll point out that I liked season 2 of Rings of Power: I was moved by certain things, I really loved certain choices, I snorted at how other stories were approached because they didn't lead anywhere.

Cast

The Rings of Power perhaps deserved a few more well-known names and more capable personalities on an acting level, although I have largely changed my mind about Charlie Vickers (Halbrand/Annatar/Sauron) and Charles Edward (Celebrimbor) who have given life to one of the most beautiful and best-concerted narrative arcs of the series. Both Halbrand's manifestation in Annatar with the related reactions of Celebrimbor who prostrates and submits, as well as the discovery of the latter of WHO the Lord of Gifts really was, with a cry of real heartbreaking pain in the penultimate episode, as well as the dialogue between Sauron now revealed in the seventh and penultimate episode and the famous Blacksmith ("You are truly the great Deceiver. You can even deceive yourself") and finally the tragic, but well-known and nevertheless predictable epilogue of the fate of the most famous blacksmith of the elves after Feanor, are all decidedly very high moments. Celebrimbor would have deserved a better and more complete presentation in the first season, in my opinion, without forgetting that, according to what Tolkien wrote, he should also be in love with Galadriel, who at the time was already Celeborn's wife: she, although acting as a good friend to the Lord of Eregion, never reciprocated. For the record, Celebrimbor would have obtained this title precisely by removing, due to Annatar's influence, Galadriel herself from Eregion who, as is known, would later have crossed the Gates of Moria while Celeborn would have remained in the villa that he and the future Lady of the Galadrim occupied, not caring about the politics of the city and what was happening in Ost-in-edhil.
Charles Edward gave a great performance that, despite the age problem (see below), created a truly memorable character: his fate, impaled exactly as in Tolkien's writings - in reality in them he was killed at the gates of the city, but who cares - is truly brought to the stage with a wealth of pathos, choice of words and comparison with Vickers' Sauron that, I dare say, is worthy of a Golden Globe. Vickers for his part was a practically perfect Sauron: the tear he sheds after killing Celebrimbor does not come from humanity or from a feeling of sincere affection as many have shouted or insinuated, but it is a tear for that claimed humanity that Sauron believes he has, in a phase in which he was convinced he was pursuing the Good even if always with evil means, condemned to do evil in every way, deceiving, it is worth quoting that phrase again, even himself: as in the first season, during the confrontation with Galadriel, when he says he sees no difference between saving and dominating Middle-earth, so here, in his head, Sauron is really saving the world, in his own way obviously.
That tear represents what could have been, it is the sense of loss because killing Celebrimbor is utilitaristically an enormous waste, it is the sense of frustration of not being understood where he has tried to ensnare and corrupt others in his "vision".
In addition to this specific moment, I can say that he was sneaky, insinuating, manipulative, lascivious when necessary - why not? - to leverage his own charm without there being any romantic or erotic subtext with Mirdania, the elf that everyone believes at a certain point was killed, even if by mistake, by Celebrimbor. I would have, only, liked the series to breathe and that Annatar's role in Eregion took more time and, for example, to get to the point of putting the Rings of Men into action and to reinforce Celebrimbor's doubts about the end of the season, precisely because sometimes I have the feeling that there are sudden accelerations regarding the plot.



Galadriel, people who are certainly more competent than me will excuse me, I still don't like her. Not liking me = not liking me, whoever appreciates her as a character I am glad enjoyed Morfydd Clark's performance.
The latter, again in my opinion, does not have the physical stage presence to compete with other actors on stage - at least put her in heels, or have her act with a platform, where possible, for heaven's sake - and I do not like her motivations and ways of acting. For completeness, I have modified the article at the last minute, eliminating all the things that I did not like, since, otherwise, more than an article it would have appeared to be a critical essay against this character.
I understood that Galadriel is a combative, courageous character and much more, which is certainly far from Blanchett's version, but the one presented in Peter Jackson's trilogy remains the idea I had always had of this character, well before seeing her on the screen.
I still can't see, in short, in this character the one who should become the Lady of Laurelindorenan, or LothLorien, as it turns, becoming the last elven realm of Middle-earth.

And with these statements of mine, I think I've alienated quite a few people.



Elrond, played by Robert Aramayo, whom I had seen in Nocturnal Animals and who I had not remembered at all as a young Ned Stark, had a very important role: even though he was also very supportive of Galadriel and her choices, he had the opportunity to show his talents and virtues in this season. Personally, I preferred him a little more in the first season since one of the most beautiful things shown on screen was his friendship with Durin IV, but I imagine he still has room for growth as Gil-Galad's herald.
I actually really enjoyed witnessing his pain when the city's scrolls and writings were set on fire by the orcs; the fact that he asked to spare them at the cost of his own life is actually a choice deeply in line with what will lead to the birth of Rivendell.
As for Gil-Galad, who is also a fairly close relative of Galadriel, he goes from treating his great-aunt quite badly to accepting her and all in all welcoming her judgments and ideas. The actor, I must say, embodies quite well the idea of ​​a King who also has heavy responsibilities.
A clear evolution compared to the first season of which I have re-watched some scenes and, unfortunately for those who have even a modicum of consideration for my ideas, Gil-Galad often and willingly treats Galadriel like dirt (to say the least) and with very little respect for her role and age.
I am also re-watching the first season, as I write, and honestly Gil-Galad was written a little too paternalistic and "superior" to Galadriel.

I speak of these characters specifically because Numenor is a storyline that, starting well with some Game of Thrones vibes, has gradually faded: I have the feeling that it has been the object of some cuts here and there as, for that matter, I have the same feeling towards the events of Rhun which has remained the least interesting and flat part of the series. The Stranger, who was already widely suspected to be Gandalf and who I instead hoped at the last moment would reveal himself to be someone else from the Istari, has been confirmed to be The Grey Pilgrim, the "Great Elf"; but we know just as much about the Dark Wizard as before, and we are still here speculating on his identity. In essence that story has not gone anywhere.
I did not dislike Tom Bombadil, in an honest interpretation of the character less over the top than it could have been: many have complained because, thanks to the work of some Creators, the idea has spread that Bombadil always and only minds his own business in the domain he personally chose. On a certain level it is true that The Lord has not been interested in the events of Middle-earth but it is also true that he has never disdained to help, and repeatedly, Frodo and his companions who otherwise would have died at least twice on the journey from The Shire to Bree.
Perhaps giving him a role a little less similar to that of a mentor and closer, rightly or wrongly, to an unaware and disinterested helper would have been useful to make him digestible to the general public, as much as I realize that this character is really difficult to adapt. However, it remains clear that Gandalf and Bombadil had dealings well before the War of the Ring and that therefore, "canonically", they shared adventures together.




The events of Khazad-dum have had alternating fortunes, becoming now extremely interesting and literally epic to be a little stranger or not better delineated: I remember having read something about Disa and the Stone Singers, I liked the staging of the expedient of using bats to discourage the miners but, in this regard, a note.
I noticed how often the places were exceptionally detailed, but devoid of life: some scenes in places like the market or the throne room actually showed a good number of extras but several others on the contrary were devoid of characters.
I know and I noticed, after some research, that already in the first season due to Covid the directors had to reduce the physical presence of the actors on the set and they got around it with a digital copy and paste, often not even differentiating colors and faces, of the people present so as to multiply them as needed: in the second season I had in several circumstances the feeling that often and willingly the people present were very few: for example, Durin IV makes an important speech about saving the elves in Eregion, and there is a large series of presences - digital - on the screen; Durin III instead asks to dig with more dwarves, doubling the shifts, and you only see five miners in number who are going to work. Going beyond this aspect, however, what happens before, when Sauron first shows up to claim the mithrill, and then when the Barlog is actually freed, deserves to be seen unconditionally: together with Eregion, Khazad-dum is undoubtedly the most successful storyline.

The problem of age and ethnicity

Precisely in this regard, the question of the age (also shown) of (and by) the various characters remains a bit jarring: Gil-Galad roughly embodies the years that the character (also as an actor) shows; Galadriel remains visually a bit too young compared to these, as much as she can accept the childish appearance in an elf born under the light of Valinor, while as I have already written the question of height does not help much; Celebrimbor despite being impeccably played by Charles Edward shows several years more than Galadriel despite instead being much younger than her. This aspect, which could be of little or no importance in the theater, where ethnicity, age and even sex of the actor are of secondary importance compared to the character played, here quite surprised me. At the same time, observing the presence of actors representing specific ethnic groups is alienating: although it is understandable that one would like to update and place Tolkien's work in contemporaneity, this jars when he himself described specific ethnic groups in a homogeneous manner: the Haradrim (or Southrons) are compared to Persian or Middle Eastern civilizations, the Easterlings as the term suggests to Asian and Eastern peoples, the Lossoth (descendants of the Forodwaith) representing populations from the far north such as the Eskimos. Where Arondir, "the black elf", was ultimately the least relevant or problematic thing, however, observing elves with oriental features like Elrond's attendant and others with features more or less distant from the elven ones was at least strange, and the same appeared when in Numenor or Pelargir the ethnic groups were abandoned in favor of a multi-ethnicity that is yes, consistent with the current era, but completely out of place with what was (de)scribed by Professor Tolkien. If representativeness is an important issue to which we are sensitive nowadays, we could opt, for example, on people who, although belonging to ethnic groups traditionally subservient to evil, did the Good on the contrary, thus constituting an important exception and introducing an element of conflict that is indeed very interesting.




The problem of the script

As I have often repeated, since the days of Game of Thrones, the problem is not the what, but the how.
The storylines of The Rings of Power are all interesting, with the sole exception of that of the hobbits who from the beginning have been the least attractive, and on this, I think, we can all agree: some are more enjoyable, others less well managed but overall they are events, situations and characters that you want to see on the screen, interact with and offer short snippets or entire glimpses of what Tolkien planned for them. And up to this point, no problem.
No one can deny the charm of an immersion in the world described by the Professor.

The real problem arises, if anything, from how one sometimes arrives at said situations: dialogues that are not always up to par (I still get the shivers from "I am good" and "I have a storm in me"), sometimes hasty solutions and things that seem to happen off screen or were probably the object of some pruning by the authors.
I remember in the last episode how we suddenly end up condemning (again) Miriel, even after everyone was praising her for having survived a very difficult test (the ordeal with the sea creature), because Ar-Pharazon discovered that Halbrand is Sauron: maybe I'm stupid, but I had to go and look for the connection between the two things on the internet: because realizing that the problem was having followed Galadriel and Halbrand to Middle-earth, thus demonstrating the excellent relationship that tied Miriel to the two mentioned above, was not exactly easy, especially because the viewer is not even given the way to know what is written on that parchment that Ar-Pharazon shows to justify the arrest and persecution of the Faithful. And then, how did he justify knowing Halbrand's true identity without admitting to having used the Palantìr, which is precisely the object that they believed Miriel had plagiarized?

I could talk, always staying with the cases of the last episode, quite hasty and certainly cut for minutes, to the Harfoot issue, with the arrival from nowhere of the Stranger in an already devastated village and the hobbits captured, the role of the Dark Wizard, the appearance of the Barlog, certainly very cool but which translates into a handful of minutes of hype and nothing else, the introduction of the future feud between the Dwarves and many other things in fact only hinted at and introduced that could, in my opinion, be left for the next season.

I repeat: I liked the series overall and there is no doubt about the adherence to Tolkien's writings, so much so that Adar himself can be considered in a certain sense coherent and canonical.



The problem that I have noticed since the first season is the staging of the situations, the way they choose to show and discuss what happens and that here, in the second season, has certainly improved, but still not in a noticeable way. In my humble opinion the series will really be able to take flight when it will be able to take better care of the dialogues, which cannot be limited to the occasional quotes or winks but must have that epic, reassuring, complex tone, which are suited to Tolkien's work: given that RoP will certainly continue to not please many, I believe that this series has all the credentials to become an excellent product: because, I repeat, the problem is not the adherence to the Professor's writings, but the staging, the way of bringing the various events to the screen in a cohesive and consequential way. Many are even coming to reevaluate the Hobbit trilogy that in terms of liberality taken and Americanized is far beyond RoP, without counting the CGI that was twenty spans below LoTR, for a sort of strange retaliation or because, as often happens, the nostalgic value plays a decisive role.

Rings of Power is a television series that must find the way and the strength to be greater than what it is not for the themes it brings but for how to succeed in narrating them.
I hope that the third season can be the proverbial squaring of the circle.

The war of opinions

I don't want to go on any longer, but I feel like saying one thing: this series has been divisive from every point of view and despite the critics' reviews being largely positive, even if they don't consider it the best series of all time, never like in this case has the public found so many flags to rally behind: there are those who completely despise this product and can't wait to shout it out to everyone, whether on some blog, in some magazine or on YouTube; there are those who praise it from start to finish, because the positive things and the adherence to Tolkien's writings are there and can be seen, if you have the patience to do some research, but they gloss over the staging of the situations; there are those who have appreciated this series despite its defects and those who don't like this series despite highlighting its merits.
I honestly cannot understand why this result and this viscerality have distinguished this product that, while very important, lacks the mainstream connotation that other works have known despite obviously being of a completely different quality.
Tolkien as Tolkien remains splendid but niche literature, and the further away we get from the better and more well-known writings such as The Lord of the Rings and The Hobbit the fewer people there are who know what we are talking about with regards to Unfinished Tales, Rediscovered Tales or Nature of Middle-Earth.
How many people know and how many think they know? How much do we live today in the culture of easy memes, jokes and simplification of the subject to make it easier for the general public to digest?
Unfortunately I have no answer to all these questions: I can only note how the web has become almost unlivable in the last couple of years.

- Lordgirsa-

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mercoledì 4 settembre 2024

[GDR D&D 3.5] Clio, l'Ancella di Lathander, l'ex Guardia Nera di Xvim (Bane)// Clio, The Lathander's Handmaid, former Blackguard of Xvim (Bane)

For those who speak English, below is the version translated into English




Esiste un luogo, tra sonno e veglia, in cui i desideri possono essere luminosi e radiosi o terribilmente suadenti fino a condurre al peccato per soddisfare il quale morire non è nemmeno troppo. In un passato, quando ella possedeva diciassette anni, Clio era esattamente questo: una ragazza di bellezza straordinaria, di voluttà e piacere ammantata, di inesauribile fantasia e di pericolosi, pericolosissimi, desideri, almeno a detta di qualcuno. 

Poche persone possono dirsi in grado di raccontare un percorso così altalenante, dai due estremi dello spettro: luce ed ombra, piacere e negazione, sangue e perdono. Riassumere la storia di Clio richiederebbe un lungo, lunghissimo racconto, giacché ella ha vissuto attraverso periodi storici ricchi di tumulti e di grandi sconvolgimenti sul piano divino: da un piccolo paese del Nord, presso le Ten-Towns, fino a terre come il Cormyr e il Nord, ella ha attraversato diverse fasi, culti e, purtroppo, professioni di fede. Usare Clio come personaggio giocante per la vostra Campagna richiede trasporto, emotività, convinzione ed una sana dose di accettazione dato che ella, attualmente e in chiave definitiva è un personaggio intriso di luce che però è conscia della propria oscurità e di come, per chi sia Legale, l'amore che prova per la propria Compagna, così come l'esistenza di un pericoloso figlio, possano essere tutti elementi di pericolo.

Questo personaggio venne già introdotto in un precedente articolo in cui una player si prestò a concedere la voce del personaggio, ma di base ci preoccuperemo anche di darne una versione in lingua inglese.




.::Introduzione::.

Clio è dama dal cuor dolce, una fanciulla i cui ideali alti, nobili e puri spesso cozzano con ciò che in passato è stata e con ciò che desidera diventare: il sangue che le scorre dentro pare impazzito, a volte, e ciò che il suo animo brama, deve ricevere, siano carezze, baci rubati, attenzioni oppure semplici complimenti. Bramosa d’affetto, cure, dolcezze e dall’animo delicato come quello di una poetessa, la fanciulla mostra un lato esibizionista assai evidente, quando si sente insicura. Conosce la propria bellezza, è conscia dell’effetto che può scatenare in un uomo, ma accetta in ugual misura il piacere derivante da uno sguardo complice, o una carezza da una donna. Odia fare del male, adora i bambini, retaggio dell’addestramento da parte del suo precettore tormita, ma odia ciò che è sgradevole, brutto e volgare, rifugge la rozzezza, si scaglia contro ciò che è malvagio e scontato, finanche banale e non solletichi il suo estro. 
Umile al contempo, delicata nel modo di porsi, decisamente teme quel lato del proprio carattere che la porta o porterebbe ad essere intransigente: ella stessa è riprova che nessuna anima può essere troppo nera da essere perduta e teme di poter giustiziare o consegnare alle patrie galere qualcuno che dalla prigionia possa trarre più perdite che giovamenti. 



Conosce ed è conscia della propria diversità e si sente come un uccellino in trappola, stretta nei suoi desideri e sogni, chiusa nei doveri, e allo stesso tempo anelandoli come forma di purificazione di ciò che è stato. Non riesce a sentire attrazione per gli uomini, ma sa anche che il suo ruolo di paladina le impedisce di assecondare pienamente desideri così folli ed ella continua a tenerli ben celati, quasi temendo di poter perdere nuovamente sé stessa, rifugiandosi nella negazione di brame che i più vedrebbero come impure… Aderendo alla dottrina di Lathander, con un occhio di riguardo alla eresia di Amaunator, bada alla tutela della legge e diffonde l’amore per il sole, ma sa anche che tale dottrina difficilmente può davvero trovare seguito ed è sinceramente confusa dalle possibili implicazioni derivanti dal dibattito filosofico che ne potrebbe nascere, temendo spaccature e contraddizioni. Si sente un’ancella della fede, con moltissime domande, infiniti dubbi e poche certezze. Spera solo che il cuore ed il suo dio possano guidarla, onde evitare di cadere nuovamente… e trascinare altri con sé, nel proprio fallimento.  

Questa, a grandi linee, è la sinossi della storia di Clio: una introduzione sommaria, a cui per completezza andremo a dare solo alcuni, ulteriori dettagli.






Clio è stata in gioventù una Ancella di Sharess, dea del Piacere e della Voluttà: per la precisione, è stata una felidae, appellativo con cui ci si riferisce alle sacerdotesse in grado anche, all'occorrenza, di combattere.
Purtroppo per Clio, durante l'Epoca dei Disordini, Sharess stava venendo attratta dall'oscurità di Shar e questo ebbe influenza su moltissimi fedeli della Dea Gatto. Nel caso di Clio, che possedeva una insospettabile anima leggiadra mascherata da desideri e una certa sfrontatezza nel vivere, la cosa si tramutò in un percorso terribile.


Attratta sempre più da desideri violenti, ella pian piano divenne una crociata oscura, una antipaladina devota al culto di Xvim, che altri non era se non Bane stesso: l'Angelo Oscuro, come ella veniva soprannominata, rappresentò una pagina terribile della vita di Clio che trasse piacere, sangue, morte ed ebbrezza di tutto questo come se la vita fosse un calice da cui potesse, anzi, dovesse, bere a sazietà.

Clio, l'Angelo Oscuro

Sugli anni che seguirono e che la videro quale braccio destro di Xvim non spenderemo parole in questa sede: è sufficiente ricordare che, ad un certo punto, ella capitolò e venne... sconfitta. 
Sconfitta più con le parole e fatti che non con le armi, a quanto pare, dato che l'anziano Sir Alfric era stato un valente cavaliere di Torm, ai tempi che furono, ma quando egli incontrò quella Erinni Oscura era già oltre la mezz'età: sia come sia, Clio venne sconfitta, imprigionata ma, curiosamente, non uccisa.
In una cella a Silverymoon, piantonata giorno e notte, ella provò ... qualcosa. Una chiamata, una voce della coscienza, una epifania: dopo una notte di luna piena, quasi un dono di Selune per renderla più avvezza alla luce, facendola acclimatare con ciò che per troppi anni era mancato, l'alba che seguì vide la ragazza vinta dall'Alba, dall'alba più radiosa che la città di Silverymoon potesse ricordare da molto tempo.
A chi la vide in cella, ed allo stesso Sir Alfric che venne chiamato in gran fretta, Clio apparve...più bella, più dolce, più arrendevole e più splendente che mai.
L'Oscurità che così a lungo aveva esercitato una morsa sul suo cuore e sul proprio animo, infine, si sciolse.

Fu quello il primo passo di Clio come umile servitrice di Lathander, il Signore del Mattino, che l'avrebbe portata ad essere una delle più grandi Cavalieri e Crociati dell'Alba.

Clio

Conosciuta anche come: Ancella di Lathander, Nyelle (elf: "Campanellino"), Ainwen (elf: "fanciulla sacra")
Tipo: umanoide medio (umano) 

Età: 31 anni in base alla campagna ufficiale di Forgotten Realms
Data di nascita: 25 ches 1341 C.V.

Caratteristiche fisiche: peso 60 kg altezza 177
Capelli: biondi, lunghi, color dell'oro, a volte raccolti in una spessa treccia in battaglia, portati invece liberi in occasioni informali
Occhi: color zaffiro screziati d'oro, profondi come le insondabili distese del Mare del Nord, un mare di zaffiro in cui chiunque, dolcemente, vorrebbe annegare.

Allineamento: Legale Buono
Divinità: Lathander (Amaunathor)
Classi: Paladino 6° -  Guerriero 5°/ Campione Divino 5°, Umanoide medio (umano)

DV: 6d10+24  +5d10+ 20+ 5d10+20 +15 (robustezza migliorata)
Classe Armatura: 31 [10 + 3 (anello deviazione) + 10 (armatura completa mithrall +2) +3 (destrezza) +5 (scudo metallo animato +3)] , Sprovvista 28 Contatto 16

Caratteristiche:
Forza 16 [22 cintura della forza dei giganti  +6]
Destrezza 12 [16 guanti della destrezza +4]
Costituzione 16 [18 pietra romboide rosa +2]
Intelligenza 12
Saggezza 14 [18 amuleto della saggezza +4]
Carisma 21 [27 mantello del carisma +6]

Bab: 16/11/6/1
Attacco normale:  +25, spadone sacro di metallo stellare anatema degli esterni +2 (2d6+9, critico 19-20 x2, +2 a colpire esterni malvagi e +3d6 danni esterni malvagi, +2 colpire creature malvage e +2d6 danni creature malvage), oppure +24, mazza da guerra anatema dei non morti +1 (1d12 +9, critico x2 + colpire e +2d6 danni contro i non morti)
Attacco completo:  +25/+20/+15/+10, spadone sacro di metallo stellare anatema degli esterni +2 (2d6+9, critico 19-20 x2, +2 a colpire esterni malvagi e +3d6 danni esterni malvagi, +2 colpire creature malvage e +2d6 danni creature malvage), oppure +24/+19/+14/+9, mazza da guerra anatema dei non morti +1 (1d12 +9, critico x2 + colpire e +2d6 danni contro i non morti)


Clio, ai tempi in cui serviva Xvim

TS Base: Tempra +13 Riflessi +4 Volontà +4

Tempra:  +30*
Riflessi +20*
Volontà +21*, Immune alla Paura e Scosso
*conteggia i bonus di Carisma e delle Vesti della Resistenza +5

Iniziativa: + 9

Classe Armatura: (32 Schivare), preso alla sprovvista 31 (32 Schivare),  attacco di contatto 26

Abilità: 54 PA (solo gradi) Cavalcare +5 Conoscenze(Religioni) +10 Conoscenze(Piani) +5 Diplomazia +10 Intimidire Nuotare +8 Saltare +5 Scalare 5 Linguaggi: Comune, Chondathan, Elfico, Illuskan, Gigante 

Talenti: Occhi Aperti (Reg. +2 Iniziativa e Osservare, non può essere Scosso), Arma Focalizzata (Mazza da guerra), Arma Focalizzata (Spadone),  Robustezza Migliorata (PF come se costituzione fosse maggiore di 2), Punire Migliorato (la Punizione ottiene allineamento e +1d6 danni), Potere Divino, Punire Extra (+2 usi Punire), Iniziativa Migliorata (+4 Iniziativa)

Privilegi di Classe: Talento bonus (2° e 4° livello di classe di prestigio); Difesa Sacra (+2 vs incantesimi divini e capacità soprannaturali e magiche degli esterni;  Imposizione delle Mani (solamente sè stesso o fedeli di Lathander) per 40 Punti Ferita al giorno; Imposizione delle Mani (paladino) per 48 Punti Ferita al giorno

Capacità speciali: 

§ Aura di Bene
§ Individuazione del Male a volontà
§ Punire il Male 5 volta al giorno (bon. Carisma al TxC, Livello di Paladina ai danni)
§ Grazia Divina
§ Cavalcatura Speciale
§ Imposizione delle Mani : Livello di Paladina x Carisma pf (attuali 48 PF)
§ Imposizione delle Mani (Lathander): cura solo sè stessa o devoti di Lathander per (Carisma x Livello Campione Divino): 40 PF
§ Scacciare non morti 3+8 volte
§ Incantesimi da Paladino
§ Difesa Sacra +2 contro Incanti Divini e vs Capacità Soprannaturali e Magiche degli Esterni

Equipaggiamento: 
Triplo involucro per arma (Fiamma Veloce x2 e Influenza Fantasma), Acido minerale da alchimista x3, Acquasanta x3, Anti odorante x2, Arpa ad una mano perfetta, Arrampicatore a corda, attrezzi da scalatore perfetti. Borsa dell'impedimento x3, Capsule alchemiche per arma (Fiamma x3, Influenza Fantasma x3, Argento vivo x2, Gelo Veloce x4, Scintilla Veloce x3), Cintura per pozioni perfetta, Cintura porta-pergamene, Chiodi da rocciatore x10, Erba 

Oggetti magici: Anello deviazione +3, Armatura Completa di Mithrall +3, Cintura della forza dei giganti +6, Pietra Rosa romboide +2 Costituzione, Amuleto della Saggezza +4 , Mantello del Carisma +6, Guanti della destrezza +4, Disco delicato di Shalantha (Teletrasporto LI 13), Disco delicato di Shalanta (Giusto Potere LI 10), Lenti dell'aquila, Mazza da guerra anatema dei non morti +1, Scudo di metallo pesante animato +3, Spadone sacro di metallo stellare anatema esterni malvagi +2 (nome: Soul light Ascendant), Veste della resistenza +5


Clio, Campione divino di Lathander


English version: 

There is a place, between sleep and wakefulness, where desires can be bright and radiant or terribly seductive to the point of leading to sin for which it is not even too much to die. In the past, when she was seventeen, Clio was exactly this: a girl of extraordinary beauty, cloaked in voluptuousness and pleasure, of inexhaustible imagination and dangerous, very dangerous, desires.

Few people can say they are able to tell such a fluctuating path, from the two extremes of the spectrum: light and shadow, pleasure and denial, blood and forgiveness. Summarizing Clio's story would require a long, very long tale, since she has lived through historical periods full of turmoil and great upheavals on the divine plane: from a small town in the North, near the Ten-Towns, to lands like Cormyr and the North, she has gone through different phases, cults and, unfortunately, professions of faith. Using Clio as a player character for your Campaign requires passion, emotion, conviction and a healthy dose of acceptance since she, currently and definitively, is a character imbued with light but is aware of her own darkness and how, for those who are Legal, the love she feels for her Companion, as well as the existence of a dangerous son, can all be elements of danger.




.::Introduction::.

Clio is a lady with a sweet heart, a girl whose high, noble and pure ideals often clash with what she has been in the past and what she wants to become: the blood that flows inside her seems crazy, at times, and what her soul longs for, must receive, be it caresses, stolen kisses, attention or simple compliments. Longing for affection, care, sweetness and with a delicate soul like that of a poet, the girl shows a very evident exhibitionist side, when she feels insecure. She knows her own beauty, she is aware of the effect it can unleash on a man, but she equally accepts the pleasure deriving from a knowing look, or a caress from a woman. She hates doing harm, she adores children, a legacy of her training by her Tormita tutor, but she hates what is unpleasant, ugly and vulgar, she shuns coarseness, she lashes out against what is evil and obvious, even banal and does not tickle her creativity.
Humble at the same time, delicate in the way she presents herself, she definitely fears that side of her character that leads or would lead her to be intransigent: she herself is proof that no soul can be too black to be lost and she fears being able to execute or deliver to the homeland's prisons someone who could draw more losses than benefits from imprisonment.
She knows and is aware of her own diversity and feels like a bird in a trap, tight in her desires and dreams, closed in her duties, and at the same time yearning for them as a form of purification of what has been. She cannot feel attracted to men, but she also knows that her role as a champion prevents her from fully indulging in such crazy desires and she continues to keep them well hidden, almost fearing that she might lose herself again, taking refuge in the denial of desires that most would see as impure... Adhering to the doctrine of Lathander, with an eye on the heresy of Amaunator, she takes care of the protection of the law and spreads the love of the sun, but she also knows that such a doctrine can hardly really find a following and is sincerely confused by the possible implications deriving from the philosophical debate that could arise from it, fearing divisions and contradictions. She feels like a handmaiden of faith, with many questions, infinite doubts and few certainties. She only hopes that her heart and her god can guide her, in order to avoid falling again... and dragging others with her, into her own failure.
This, in broad terms, is the synopsis of Clio's story: a summary introduction, to which for completeness we will only give a few, additional details.




In her youth, Clio was a Handmaid of Sharess, goddess of Pleasure and Voluptuousness: to be precise, she was a felidae, a name used to refer to priestesses who were also able, when necessary, to fight.
Unfortunately for Clio, during the Age of Troubles, Sharess was being attracted by the darkness of Shar and this had an influence on many followers of the Cat Goddess. In the case of Clio, who possessed an unsuspected graceful soul masked by desires and a certain boldness in life, this turned into a terrible journey.
More and more attracted by violent desires, she slowly became a dark crusader, an antipaladin devoted to the cult of Xvim, who was none other than Bane himself: the Black Angel, as she was nicknamed, represented a terrible page in the life of Clio who drew pleasure, blood, death and intoxication from all this as if life were a chalice from which she could, indeed, had to, drink to satiety.

Clio, the Dark Angel

We will not spend words on the years that followed and which saw her as Xvim's right-hand man here: it is enough to remember that, at a certain point, she capitulated and was... defeated.
Defeated more with words and deeds than with weapons, it seems, given that the elderly Sir Alfric had been a valiant knight of Torm, in the days that were, but when he met that Dark Erinyes he was already past middle age: be that as it may, Clio was defeated, imprisoned but, curiously, not killed.
In a cell in Silverymoon, guarded day and night, she felt ... something. A call, a voice of conscience, an epiphany: after a night of full moon, almost a gift from Selune to make her more accustomed to the light, making her acclimatize with what had been missing for too many years, the dawn that followed saw the girl conquered by the Dawn, by the most radiant dawn that the city of Silverymoon could remember for a long time.
To those who saw her in the cell, and to Sir Alfric himself who was called in great haste, Clio appeared ... more beautiful, sweeter, more yielding and more shining than ever.
The Darkness that had exercised a grip on her heart and soul for so long, finally melted.

That was Clio's first step as a humble servant of Lathander, the Lord of the Morning, which would lead her to be one of the greatest Knights and Crusaders of the Dawn.

Clio

Also known as: Lathander's Handmaid, Nyelle (elf: "Tinkerbell"), Ainwen (elf: "Holy Maiden")
Type: Medium humanoid (human)

Age: 31 years old according to the official Forgotten Realms campaign
Birthdate: 25 ches 1341 DR

Physical Characteristics: Weight: 60 kg, Height: 177
Hair: Long, golden blonde, sometimes braided in battle, worn loose on casual occasions
Eyes: Sapphire-colored, flecked with gold, as deep as the unfathomable expanses of the North Sea, a sapphire sea in which one would sweetly drown.

Alignment: Lawful Good
Deity: Lathander (Amaunathor)
Classes: Paladin 6th - Fighter 5th/ Divine Champion 5th, Medium Humanoid (Human)

HD: 6d10+24 +5d10+ 20+ 5d10+20 +15 (improved toughness)
Armor Class: 31 [10 + 3 (deflection ring) + 10 (mithrall full plate +2) +3 (dexterity) +5 (animated metal shield +3)], Flat-footed 28, Touch 16

Abilities:
Strength 16 [22 belt of giant strength +6]
Dexterity 12 [16 gauntlets of dexterity +4]
Constitution 16 [18 pink rhomboid stone +2]
Intelligence 12
Wisdom 14 [18 amulet of wisdom +4]
Charisma 21 [27 cloak of charisma +6]

Base attack bonus: 16/11/6/1

Normal Attack: +25, holy starmetal greatsword outsider's bane +2 (2d6+9, crit 19-20 x2, +2 to hit evil outsiders and +3d6 damage evil outsiders, +2 to hit evil creatures and +2d6 damage evil creatures), or +24, warclub undead bane +1 (1d12 +9, crit x2 + 2 hit and +2d6 damage vs. undead)

Full Attack: +25/+20/+15/+10, holy starmetal greatsword outsider's bane +2 (2d6+9, crit 19-20 x2, +2 to hit evil outsiders and +3d6 damage evil outsiders, +2 to hit evil creatures and +2d6 damage evil creatures), or +24/+19/+14/+9, warclub undead bane +1 (1d12 +9, crit x2 + 2 hit and +2d6 damage vs. undead)

Clio, at the time when she served Xvim


Base save:Fortitude +13 Reflex +4 Will +4

Fortitude: +30*
Reflex +20*
Will +21*, immune to fear and shaken

*counts Charisma and Robes of Resistance bonuses +5

Initiative: + 9

Armor Class: (32 Dodge), flat-footed 31 (32 Dodge), touch attack 26

Skills: 54 AP (ranks only) Ride +5 Knowledge (Religion) +10 Knowledge (Planes) +5 Diplomacy +10 Intimidate Swim +8 Jump +5 Climb 5 Languages: Common, Chondathan, Elvish, Giant, Illuskan

Feats: Eyes Wide Open (Rule +2 Initiative and Spot, can't be Shaken), Improved Toughness (HP as if Constitution were greater than 2), Improved Smite (Smite gains alignment and +1d6 damage), Divine Power, Extra Smite (+2 uses of Smite), Improved Initiative (+4 Initiative) Weapon Focus (war club), Weapon Focus (greatsword)

Class Features: Bonus feat (2nd and 4th level prestige classes); Holy Defense (+2 vs divine spells and supernatural and magical abilities of outsiders; Lay on Hands (only self or Lathander's faithful) for 40 HP per day; Lay on Hands (paladin) for 48 HP per day

Special abilities:

§ Aura of Good
§ Detect Evil at will
§ Smite Evil 5 times per day (bon. Charisma on attack rolls, Paladin Level on damage)
§ Divine Grace
§ Special Mount
§ Lay on Hands : Paladin Level x Charisma hp (current 48 hp)
§ Lay on Hands (Lathander): heals only self or Lathander's devotees for (Charisma x Divine Champion Level): 40 hp
§ Turn undead 3+8 times
§ Paladin Spells
§ Holy Defense +2 vs. Divine Enchantments and vs. Outsider Supernatural and Magical Abilities


Equipment:

Triple weapon casing (Quick Flame x2 and Phantom Influence), Alchemist's Mineral Acid x3, Holy Water x3, Anti-Odor x2, Masterwork One-Handed Harp, Rope Climber, Masterwork Climber's Tools. Bag of impediment x3, Alchemy capsules for weapons (Flame x3, Phantom Influence x3, Quicksilver x2, Quick Frost x4, Quick Spark x3), Masterwork potion belt, Scroll belt, Rock climber's nails x10, Herb

Magic items: Ring of deflection +3, Mithrall armor +3, Belt of giants' strength +6, Rhomboid rosestone +2 Constitution, Amulet of wisdom +4, Cloak of charisma +6, Gloves of dexterity +4, Shalantha's delicate disk (teleport CL 13), Shalanta's delicate disk (righteous might CL 10), Eagle lenses, Undead bane war club +1, Animated heavy metal shield +3, Holy star metal greatsword evil outsider bane +2 (name: Soul light Ascendant), Robe of resistance +5

Clio, Divine Champion of Lathander

-Lordgirsa-


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