martedì 9 aprile 2024

VistoIeri: Marcie - Una detective Fuori Controllo

 

Mancava da tempo, su questi lidi, una bella recensione old school su un film che mi facesse uscire di testae tirare giù Santi, Grandi Antichi, Valar e così via.

In questo periodo ho potuto rivedere, o vedere per la prima volta, diversi prodotti che meriterebbero un ghigno o una simpatica stroncatura: film dal taglio televisivo alla "ti ho scartato da CSI/Magnum PI/Perry Mason", oppure con personaggi scritti così male che inizi a tifare per gli antagonisti pregando che il o la protagonista muoia. Malissimo, possibilmente. 

E questo Marcie- una detective fuori controllo, è curiosamente entrambe le cose ed offre un titolo, nell'adattamento italiano, particolarmente onesto e veritiero, incarnando alla perfezione ciò che è la protagonista, ossia un pericolo pubblico, un qualcuno di fuori controllo perchè in preda agli ormoni e in grado di ragionare con la stessa lucidità di un pesce rosso che si nutra dei resti di qualche suo ex compagno di boccia. 

Titolo originale, Out of Control: sempre meglio

Disponibile su Prime Video e prodotta dalla Incendo Production, che sospetto si sia data questo nome per le pellicole da dare alle fiamme per un atto di clemenza, Marcie è questa aspirante detective giovane, bionda, truccata e perfetta anche alle tre di notte, s-vestita rigorosamente da catalogo Victoria Secrets, quando viene destata per partecipare alla scoperta del cadavere di uno spacciatore di droga. Perchè SI, un medico forense aspirante detective di presunti venticinque, ventotto anni, giovane e appena trasferita nel Dipartimento è la prima persona che chiami ad intervenire sul campo. 

Chi non ha colleghi di accademia simili?

Interpretata, si perdoni il termine, da Laura Vandervoort, apparsa anche in Smallville, Saw Legacy, Ted e in qualche altra pellicola, Marcie è la protagonista, archetipo classico di un certo modo di scrivere i personaggi femminili per alcune produzioni fine anni 90 primi 2000: testarde come muli, stupide come muli, fermamente inamovibili come muli anche quando il mondo intero ti dice che forse, forse, stai prendendo un granchio; un personaggio femminile così indipendente, così caparbio, così diffidente e restia a legarsi agli uomini perchè non ha ancora trovato quello giusto, che ci impiega addirittura quaranta minuti di film (su un'ora e mezza) a buttarsi tra le braccia di quello sbagliato. Perchè SI, se sei indipendente e non trovi la persona giusta in quanto selettiva ed esigente, è esattamente quello che mi aspetto da un personaggio così descritto a parole, ma che nella pratica fa tutt'altro. 

Chris Kramer in versione Christian Bale dei poveri

"Quello sbagliato", per la cronaca, è interpretato da Chris Kramer, qui in versione "ho visto Christian Bale e desidero assomigliargli": un personaggio intelligente nonostante tutto, un poliziotto corrotto e bastardo che GIUSTAMENTE si approfitta del QI che non arriva a 65 della brillante patologa/medico forense aspirante detective, la "migliore del suo corso": pensa gli altri come stavano messi. 


Il compito del personaggio di Kramer, chiamato Gus Sutton, è quello di depistare tutti gli indizi e le prove che rivelano la sua corruzione, e cercare di incastrare la sua ex partner di lavoro - e amante occasionale - Lisa Grant, persona con problemi di alcool e depressione a causa della morte del di lei marito. 


L'attrice quando ha scoperto in che film avrebbe dovuto
recitare: l'alcool è venuto dopo.

Ora, se il piano del cattivo è finanche condivisibile perchè intelligente, logico e credibile, la soluzione del capo della polizia che decide di affidare all'ultima arrivata, che non è nemmeno un agente operativo ma, di nuovo, una stracacchio di dottoressa forense, il compito di scoprire chi sia il "poliziotto corrotto" di cui sospetta l'esistenza, fa abbastanza ridere; e ciò vale ancora di più perchè la persona in questione, Marcie Cutler, si rivela dal primo minuto un due di picche, entrando come se nulla fosse in sala interrogatorio e torchiando un indiziato a cui tanto Lisa Grant che Gus Sutton avrebbero dovuto dedicarsi. Così, giusto per non farsi notare, per contravvenire all'avvertimento elargito al minuto uno del piano del capo della polizia, ossia di volare basso, non dare nell'occhio ed essere sostanzialmente una indagine non ufficiale quella che vede la novizia indagare sui suoi colleghi, Marcie pensa bene di torchiare il tizio che i due su cui doveva indagare, ripetiamo, avrebbero dovuto interrogare. Un genio. 

la tipica stazione di polizia nella fantasia di qualcuno

Non contenta, il capo della polizia, anch'ella una donna ben curata e in tiro della stazione di polizia più elegante ed ampia che abbia mai visto, conferma Marcie nel ruolo e decide anzi di affiancarla a Gus Sutton, che è evidente dal primo minuto la guardi come un cane che pregusta un osso.

E la donna tutta d'un pezzo, la migliore del suo corso e esigente in fatto di storie, ci casca rapidamente pur sapendo che c'è un qualche collega poliziotto corrotto, che non dovrebbe legare con nessuno li oltre un minimo sindacale e che quindi se qualcuno le si avvicina troppo potrebbe anche avere cattive intenzioni. Persino il pesce rosso di Marcie le sputerebbe in faccia, non fosse che è già immerso nell'acqua.

Non si riconosce il pesce tra i due, per il QI


Ora, non solo non giova che fin dalla prima scena si vede subito Gus far fuori uno spacciatore ed inseguire un altro criminale per ucciderlo solo perchè questi ha assistito alla esecuzione del detto spacciatore, per la serie pathos e sorpresa zero, ma nemmeno il fatto che la stazione di polizia abbia tante comparse ma solo due personaggi che hanno qualche linea di dialogo o un po' di importanza. Una, e non è una battuta, è la donna delle pulizie che trova una bottiglia di vodka nel cestino di Lisa - e qui un applauso al Capo della Polizia che non si interroga su quale persona pur con dei problemi di alcolismo sia così deficiente da lasciare una simile prova nel cestino dei rifiuti sotto la propria scrivania; l'altra persona è il collega di Marcie della scientifica che vanta anche lui una cotta notevole per la brillante, si fa per dire, aspirante detective. 
In sostanza, sorprese zero, non fosse per la protagonista che, sia pur in negativo, riesce a sorprendere lo spettatore non imbroccando una deduzione che sia una.

Il contraltare di Marcie, curiosamente, non è Gus Sutton, bello e corrotto, quanto il padre di Marcie, Mike, ex detective in pensione, che funge da voce della ragione e urla dello spettatore quando rimprovera la figlia di essere, sostanzialmente, una deficiente: egli ha infatti avuto Lisa Grant come propria allieva, e sa che mai e poi mai lei avrebbe fatto...ecco, le solite cose.

Immaginiamo il dramma di quest'uomo

La faccia che fa Mike quando parla con la figlia, qui interpretato da Francis X. McCarthy, contiene da sola ogni imprecazione verso la bionda aspirante detective: non a caso è presso l'ex istruttore che Lisa si rifugerà quando tutti le daranno la caccia, e sarà sempre il padre di Marcie a far aprire gli occhi a quell'impedita della figlia sul fatto che tutte queste prove sembrino non solo costruite, ma difettare di una cosuccia chiamata "movente" che, se speri di diventare una detective, dovresti come minimo tenere presente.


Chiamalo stronzo

Gus Sutton si rivela un cattivo per cui tifare, ad un certo punto, perchè fa sempre le mosse giuste: prima mette una contro l'altra le due donne, sfruttandone debolezze e gelosie, poi irretisce la deficiente aspirante detective bionda raccontandole una lacrimevole storia di un amore finito che l'ha portato ad abbandonare il precedente dipartimento e riesce persino, una volta sedotta Marcie, a leggerle il telefono con lei nell'altro ambiente in uno straaccidenti open space con la scusa di prepararle la colazione; a ripensarci, non si capisce nemmeno che cosa trovi di importante nel telefono di lei, che giustamente e ovviamente non è protetto da password pur se è cosa che già io facevo dal 1998, mentre una aspirante detective no. Addirittura, le piazza una cimice in casa per ascoltare le sue conversazioni ed il tentativo di Lisa di discolparsi e indurre Marcie a riflettere sul fatto che Gus di punto in bianco sta facendo di tutto per metterla in cattiva luce; cimice che è solo per un caso, ossia essere una impedita deficiente, che Marcie scopre, facendo cadere il lume che ha in casa con una scena così poco naturale e forzata che secondo me hanno tagliato le bestemmie del regista in sottofondo. 

vista in movimento è molto peggio

Sempre nel novero delle prove idiote che però intelligentemente Gus Sutton crea per colpevolizzare Lisa, questi riesce ad accedere al computer della ex collega ed amante, computer che si trova NELL'UFFICIO DELLA FOTTUTA STAZIONE DI POLIZIA e da li far credere che la donna abbia avuto ingenti perdite avendo pure il vizio del gioco. Non si sa esattamente come, collegandosi ad un computer di lavoro che ci si aspetta protetto anche qui da una cosetta chiamata password, si possa creare tutta questa sequela di prove picchiettando sui tasti per, cronometrati, meno di trenta secondi, senza una inquadratura o qualche indizio che riveli che Sutton sia un genio dell'informatica o almeno abbia creato delle prove finte ALTROVE che ora sta in qualche modo ricollegando al terminale di Lisa.

Forse ci sto pure perdendo troppo tempo, a s-parlare di questo film, che si conclude a tarallucci e vino, con Lisa che viene sparata in pieno petto da Gus ma, scherzone, aveva il giubbotto antiproiettile e Marcie che ha il suo momento di gloria disarmando il cattivo e prendendolo a calci nei Paesi Bassi perchè da sempre fa molto ridere e parità dei sessi prendere gli uomini a calci nelle parti intime.

Ah, ah, ah.


Marcie in cosplay di Dylan Dog e il Capo della Polizia

Tutto finisce bene, il padre di Marcie dimentica che la figlia fino a quel momento ha fatto solo cacchiate su cacchiate e ne approva le scelte (idiote) di vita, il Capo della Polizia, anch'ella donna in impeccabile tailleur reintegra Lisa che forse a questo punto potrebbe pure dare una ripassata al padre di Marcie che l'ha sempre difesa e protetta, essendo tra l'altro entrambi vedovi - non facciamo che la differenza d'età sia ancora un problema, suvvia - ed il cattivo finisce dietro le sbarre, con la brillante aspirante detective che si prende anche gioco del collega patologo invaghito di lei facendolo ingelosire con il pesce rosso che, diciamolo, è molto più sveglio di lei. 

Marcie è un film che pur uscito nel 2009, sembra vecchio ed appartenere al media televisivo di fine anni 90, come scrivevo in alto.
Tutto sembra suggerire un taglio da seconda serata di Rai 1 o da programmazione estiva alle 16-18 pomeridiane, quando va in onda la qualunque pur di riempire il palinsesto: solo che qui tutto risulta scontato, telefonato, un prodotto adatto a chi pur facendo bricolage in casa o stirando una camicia si possa permettere il lusso di perdere finanche cinque, dieci minuti di film senza aver in sostanza perso il filo della storia.

Ora, per quanto il cinema sia importante, e di film ce ne siano a migliaia, molti dei quali nemmeno mai scoperti, od uditi, questo è proprio il genere di film che riesce a rompere il patto di meraviglia tra lo spettatore ed il media utilizzato: è per film come questi che io e milioni di altre persone abbiamo scelto il web, abbracciando YouTube e le piattaforme di Streaming legale, disconoscendo invece la televisione che si concentra su prodotti che non sono buoni ma nemmeno così brutti da essere memorabili e sono, invece...anonimi. Sono li, da guardare come riempitivo, visti o meno non cambiano la vita e non lasciano il segno. 
Si tratta di puro intrattenimento, va bene, ma non ci vuole molto a scrivere dei personaggi migliori, con una Marcie realmente intelligente e astuta e un cattivo più sofisticato, in modo da rendere la battaglia tra i tre principali personaggi almeno più soddisfacente ed incerta: così com'è resta uno pseudopoliziesco in cui facendo esposizione si descrivono i personaggi che, tuttavia, non fanno mai nulla per essere simili a come sono, o dovrebbero esser stati, scritti.


- Lordgirsa-

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