venerdì 28 giugno 2024

[Eventi] Il MolFest, il festival della Cultura Pop, si terrà a Molfetta il 29 e 30 giugno con ospiti importanti...

 

... tra cui il sottoscritto!

Ebbene si, il 29 ed il 30 giugno 2024 si terrà il MolFest, un evento importantissimo fortemente voluto dall'Amministrazione Locale, rappresentata durante la Conferenza Stampa del 12 giugno scorso proprio dal Sindaco.


In una Puglia che scopre sempre più l'importanza culturale - e, perchè no, economica - di ciò che è associato al tema dei videogiochi, del cosplay, del gioco di ruolo, del fantasy in tutte le sue forme, dove fioriscono eventi come di recente a Corato e il prossimo agosto a Bisceglie, Molfetta può scoprirsi culla insospettabile - fino ad una certa, e vedremo perchè - della Cultura Pop, specie dopo che Bari ha un po' perso la presa su eventi come il B-Geek, a cui partecipai come raccontato da questo vecchio video quando ero giovane e bello meno brutto di ora,  il Levante Comics ed il più recente Bari Ludens. 

Con queste premesse, e riscuotendo l'interesse di una moltitudine di realtà cittadine e non - si parla di oltre sessanta associazioni solo nell'interland - nasce il MolFest, un grandissimo evento che riunisce da tutta Italia le più importanti realtà e cerca di valorizzare, finalmente, anche le bellezze e le eccellenze locali. 
Ogni riferimento al sottoscritto è puramente casuale.
E prima che arrivino i precisini da ogni parte a scrivere LOL e altri commenti, SI, sto scherzando ovviamente, almeno per quanto mi riguarda.


La conferenza del 12 giugno scorso è stata davvero una splendida occasione e già da quel momento ho inteso che si potesse, tutti assieme, provare a fare la differenza: per quanto sappia benissimo che i sogni sono si, desideri, ma anche qualcosa che spesso si pone troppo lontano, ricordo che anche Lucca Comics è nato nel 1966 ospitando il Salone Internazionale dei Comics con una manciata della passione che oggi invece il mondo nerd può offrire, specie adesso che non ci si deve più nascondere per le proprie passioni....oppure no?

Molto spesso, ancora oggi, i ragazzi di ogni sesso ed età vengono presi in giro, ostracizzati o direttamente bullizzati perchè aderiscono a ciò che potremmo riassumere con l'espressione "cultura pop" che, per come la vedo, io incorpora anche l'anima geek (l'appassionato di una specifica "branca" o "area") e quella tipica dell'idea di "nerd" (chi smanetta preferibilmente con la tecnologia, poco inserito socialmente) per quanto oggi i due termini si confondano, sovrappongano o finanche si invertano - parlando con la gente di tutti i giorni, il nerd è diventato quello che ama i fumetti, il cinema, le serie tv ed i videogiochi e può parlarne, discorrerne, scriverne finanche una tesi con passione e trasporto anche in una sola serata davanti ad amici o occasionali ascoltatori indipendentemente dal fatto che questi siano interessati o meno all'argomento; mentre il geek, sempre nell'accezione comune e non necessariamente veritiera del termine è diventato l'appassionato marginale di qualcosa nello specifico.
Serie come The Big Bang Theory hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale nello sdoganare negli scorsi anno e rendere "accettato", e finanche "figo" l'essere un nerd/geek/appassionato, e ciò ha  reso felici e in un certo senso sollevato moralmente milioni di ragazzi che possono così sognare di impalmare la Penny/Bernadette/Amy/Denise di turno, perchè "[...] oggi essere intelligenti va di moda" citando Howard Wolowitz, a mio modesto giudizio l'anima dello show.


Ed è a questo punto che entra in gioco il sottoscritto: memore come sono, degli anni 80/90, in cui essere appassionato di fumetti, spesso visti non di buon occhio come Ken Il Guerriero, Dylan Dog, Demon Hunter giusto per citarne qualcuno, nonchè di giochi di ruolo (ancora ricordo le strisce di John Kovalic in Dork Tower in cui chi giocava a D&D o Vampiri veniva visto dalla società come un satanista) oppure di film violenti, significava essere automaticamente un parìa per dirla in maniera elegante, ed un sfigato malato di mente per dirla in maniera più realistica, in grado di suscitare l'ilarità di chiunque altro, ho deciso di portare la mia esperienza diretta sull'argomento.

http://www.dorktower.com/tag/satanists/

E non solo.

Non dimentichiamo ciò che spesso i giornalai giornalisti hanno fatto nel corso degli anni, come spiegare che episodi di cattiveria vera e propria, ignoranza radicata, intolleranza e turbe mentali reali sono stati causati da fumetti, film e musica: ricordiamo i famigerati Sassi di Tortona (qui per chi è interessato), che secondo qualche trasmissione becera sulla Rai dipendeva dal fatto che quegli innocenti ed annoiati imbecilli figli di papà certamente fossero stati traviati da quelle brutte cose che provengono da quel posto arretrato noto come Giappone quali i cartoni animati ed i manga- sono ironico, ovviamente - nonchè senz'altro che chi giocasse di ruolo fosse, dall'alto della propria ignoranza in materia, un potenziale psicopatico senza vita sociale e che andasse guarito o aiutato o in mancanza di altro, internato.

Da persona cristiana, ricordo ancora con disgusto i discorsi di alcuni preti in una epoca pre-internet, e quindi senz'altro giunti alle mie orecchie solo in minima parte, in cui si diceva che giocare di ruolo fosse una bruttura figlia del Maligno e che andasse evitata; ma del resto, senza fare di tutta l'erba un fascio, molte persone "illuminate" hanno spesso fatto del facile moralismo, senza mai prendersi la briga di capire ciò che criticavano - salve, sono Lordgirsa e vi ho appena spiegato come funziona tanto internet quanto la mentalità retrograda dei salotti televisivi-  o di accettare che i giochi di ruolo, al pari della letteratura fantasy o fantastica, sono "l'evasione di un prigioniero e non la diserzione di un guerriero", giusto per citare un tizio a caso di nome J.R.R. Tolkien, colpevole di aver solo creato una mitologia, molteplici lingue ed una forma letteraria maiuscole


assieme a Savia Damato ed al suo marito, splendide persone

Con queste premesse, dunque, Convocato dalla gentilissima dott.ssa Savia Damato del Centro Coordinamento Maschere Italiane, sezione Puglia, ho avuto il privilegio e l'onere di intervenire per discorrere dell'argomento: ma come farlo?
A parlarne così, in libera piazza, ne sarebbe venuto fuori una dissertazione fatta di aneddoti e episodi della durata di una settimana: tanto per accennarne uno, ho rischiato di venire aggredito da due evangelisti durante un viaggio in treno a causa di un manuale di D&D. No, sul serio.

Ecco, invece, l'idea: parliamo di come il bullismo, nelle sue piccole e grandi forme e manifestazioni, abbia plasmato figure note della letteratura, del fantasy, della fantascienza o finanche dei fumetti o manga.
Quindi, attendetevi una dissertazione sulla figura di Severus Piton della saga di Harry Potter, su come anche Harry o Ron non siano proprio questi stinchi di santo, ma anche su Anakin Skywalker/Dart Vader dell'Universo di Star Wars e su personaggi del Trono di Spade, fino ad abbracciare Eren Yaeger de L'attacco dei Giganti con l'epilogo chiacchierato e Light Yagami di Death Note con la tematica inversa, della perfezione che induce alla noia epicurea degli Shinigami come Ryuk e dello stesso protagonista che vive in un mondo privo di sfide, relativista, epicureo e sartriano, il protagonista bellointelligenteaffascinantesimpaticomodestofamigliaperfettafortunatoentusiastaamorevoletalentuoso eccetera eccetera, citando il grande Trono del Muori.
Su certe figure di cui parlerò mi attendo già forti polemiche e critiche dato che la mia visione su alcuni, specie su Piton, sono lontane da ciò che la cultura internettiana e dei meme ha portato a credere tutti, o quasi: sorry guys, ma Piton per quanto sia un personaggio ben scritto, affascinante nei film e interpretato da Dio dal fu Alan Rickman, è e resta un malvagio, senza "se" e senza "ma". 


Assieme all'inimitabile Paolo Gualdi, presidente di
una cosetta nota come il SAN MARINO COMICS


qui ho rubato uno scatto alla mirabile 
Lidia de Leonardis, Dirigente Politiche Sociali



Qui di seguito allego mappe, un link alla viabilità stradale dato che molte zone saranno chiuse e vi rimando alla pagina ufficiale del Molfest.
Qualche anticipazione:
- per chi ama il cosplay e la fotografia sarà possibile accedere a strutture ed aree dedicate grazie  Obiettivo Cosplay aka Volta;
- Si terrà uno spettacolo a cura di Arterie Teatro Scuola di Arti Sceniche con gli spettatori che saranno parte integrante delle rappresentazioni sulle barche ormeggiate presso il Molo Pennello (in collaborazione con il Circolo Nautico Ippocampo di Molfetta);
- avremo Andrea Bedeschi di BadTaste.it, Maurizio di Fazio de L'espresso, Il Fatto Quotidiano e Vanity Fair, l'eclettica Miss Hatred e il celebre autore e disegnatore Daniele Daccò/Il Rinoceronte;
- sarà presente l'associazione ALA - Associazione Ludica Puglia;
- i bambini della Cooperativa Sociale Charisma;
- l'associazione Ludico Culturale Palantìr ;
- la splendida cosplayer Shizuka;
- gli amici del Melphicta nel passato , che ci accompagneranno in un viaggio a ritroso presso il Villaggio Medioevale.

Glisso sulla mole di partecipazioni, sponsor e quant'altro perchè rischierei davvero di non far mai uscire questo articolo che, dato sono organizzato come un nido di marmotte bagnate, ho procrastinato fino all'ultimo giorno utile.
Che dire, sono forte.

Ringrazio ancora Il Centro Coordinamento Maschere Italiane, sez Puglia, per avermi coinvolto e vi do appuntamento al 29 e 30 giugno a Molfetta per il primo, e di certo non l'ultimo, MolFest!




Notizie di Viabilità: https://www.molfettaviva.it/notizie/molfest-chiuse-al-traffico-via-vittorio-emanuele-e-altre-strade-i-dettagli/

Pagina Facebook del MolFest: https://www.facebook.com/Molfest.official

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martedì 4 giugno 2024

[VistoIeri] Pompei: il film dove Jon Snow sa le cose

 

Dato che, durante un viaggio in treno, la principale attrattiva è poter passare del tempo tranquillamente leggendo, ascoltando musica o seguendo un film, il sottoscritto ha scelto di colmare una lacuna circa un prodotto che, in passato, aveva stuzzicato il proprio interesse e che in questo periodo, in pieno delirio di rewatch di Game of Thrones, ha deciso di visionare: Pompei, un film del 2014 di genere peplum (tipologia di film storico che mescolano fantastico, mitologico e azione) diretto da Paul W.S. Anderson, già regista dei film della saga di Resident Evil, di cui ho scritto in un post tempo addietro.

tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari

Film disponibile su RaiPlay, che si rivela spesso una sorpresa per i prodotti a catalogo - uno su tutti, il caro vecchio Gods of Egypt - esso mostra un cast ampio, variegato e, nonostante l'opinione generalmente positiva da parte mia sulla pellicola, pure abbastanza sprecato dato che gli unici personaggi che appaiono risaltare sul serio sono Kit Harington (oltre che l'ignorante Jon Snow in GoT è stato anche il Cavaliere Nero in una brevissima apparizione ne Eternals del MCU, Robert Catesby in Gunpowder ed altri, oltre ad essere la voce ufficiale di Eret figlio di Eret nella saga di Dragon Trainer) che in Pompei è Milo- nome più greco che latino, ma stai a guardare il capellum- e lo scontato interesse romantico Emily Browning (Sucker Punch, Lemony Snicket, Sleeping Beauty, Monica) che qui interpreta Cassia. Gli altri attori, che pur con un discreto minutaggio risaltano tanto quanto comparse sono Kiefer Sutherland (celebre per la serie tv 24, oltre che per Stand By Me - Ricordo di una estate, Ragazzi Perduti, Legend) che funge da prevedibile villain finale e Jared Harris (Moriarty in Sherlock Holmes-Gioco di Ombre, il dott. Ashford in Resident Evil Apocalypse nonchè le serie TV The Terror, da me recensita agli albori del blog su QUESTA pagina, The Crown, Chernobyl) che qui è sposato con una Carrie Ann-Moss (Trinity di Matrix su tutti) qui in versione "ho un paio di settimane libere e non so come impiegarle", dato che non credo abbia più di quindici, venti battute in tutto il film, a tenersi larghi. 

Che intendi dire col fatto che sto qui solo per un paio di minuti?

E com'è questo peplum dove Jon Snow sempre in versione bel ragazzo iperfisicato - vedere le foto per credere - mena tutti e conosce le cose, visto che ha un piglio badassico notevole, sa interagire con i cavalli come un provetto Aragorn, vuole vendetta come Massimo Decimo Meridio ne Il Gladiatore e guida una feroce critica (#credici) alla Roma Imperiale di allora come un novello Spartacus?



Per vedere Il Gladiatore, andate di la, sala 2


Curiosamente, la risposta è "buonino, dai". Non che il film in sè, intendo, abbia una trama interessante o piacevole, perchè essa rimane abbastanza prevedibilmente sullo sfondo mentre il vero leit-motiv è l'eruzione del Vesuvio che, storicamente, distrusse Pompei oltre che Ercolano, Stabia e Oplontis nel 79 d.C. 
E' di tutta evidenza che, un po' come accaduto per il film Titanic di James Cameron, il quale ha intelligentemente sfruttato l'elemento tragico per narrare una storia d'amore che diventa quasi pari se non preponderante rispetto all'effettivo disastro, anche qui la storia di questo combattente, Milo, che diventa un gladiatore a Pompei qualche giorno prima dell'eruzione, che coinvolge anche una storia d'amore prevedibile basata sulla differenza di classi e ceti sociali tra i due innamorati, voglia far leva sul binomio "tragedia-amore romantico" per suscitare una emozione intensa come per la storia di Jack e Rose nel film di Cameron. Anche qui, tra l'altro, il villain è una persona che tiene in pugno (qui politicamente, nel film di Cameron economicamente) la famiglia della ragazza di turno, Cassia, interpretata dalla Browning a cui però si aggiunge un altro nemico, il responsabile dell'eccidio della famiglia del protagonista, Marco Proculo qui interpretato da Sasha Roiz.
Facendo un po' di facile ironia, si può considerare tutto questo davvero una grandissima novità, così come è proprio lo è senz'altro l'amicizia che nasce tra i due gladiatori un tempo avversari come il personaggio di Kit Harington e quello interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje, Attico, un combattente pronto quasi per la pensione e che chissà che fine potrà mai fare. 

"Arrivo a fine film?" "Certo!"
"...ma vivo?" "..ehm..."

Davvero dei colpi di scena inattesi, eh.

Rileggendo la recensione, mi accorgo di aver scritto poco o nulla sul film andando nel dettaglio: questo perchè, bè, c'è poco e nulla da scrivere. Pompei vuole cercare di spingere sulla storia d'amore tra due personaggi divisi da classi sociali, obblighi e desideri differenti sullo sfondo di una catastrofe mentre un villain tenta di costringere la donna, sulla cui famiglia ha potere, a sposarlo. Come scritto, siamo pericolosamente in zona Titanic, per quanto qui il contesto della Roma Imperiale tutto sommato riesca a dare le giuste vibrazioni: certamente, ci sono tantissimi strafalcioni storici riguardo la società romana e la visione particolare che si aveva dei gladiatori ma il compitino, per così dire, è stato svolto tutto sommato decentemente e il finale, anche questo non innovativo ma accettabile, funzioni. 


Il fisico di Kit ottenuto ammazzandosi di palestra:
attenzione, non è CGI

Pompei è un film dimenticabile ma che il suo, per quell'oretta e tre quarti che dura, lo fa abbastanza bene: non sarà tamarro come Hercules - Il Guerriero, nè altrettanto spettacolare nonostante l'eruzione del Vesuvio abbia una buona resa scenica, e globalmente la CGI funzioni parecchio, ma intrattiene abbastanza.

Kit Harington non è il più espressivo degli attori nonostante appartenga alla scuola di recitazione forse migliore, quella britannica, e non pare nemmeno avere troppa chimica con il love interest di Emily Browning,  Cassia, mentre Harris e Southerland sono un paio di spanne sopra gli altri, ma diciamo che è bello vedere tutti questi attori assieme. E si, anche Carrie Ann-Moss, per quei sessanta, ottanta secondi che occupa sullo scherno, roba che se si starnutisce alcune volte ci si perde la sua comparsa.
Peccato che le apparizioni di costoro siano andate via via scemando, contando che la pellicola è del 2014 e non si possano proprio annoverare tante produzioni, specie memorabili, che abbiano interessato i suddetti attori. E che Matrix Resurrection semplicemente non esista.
Curiosamente nonostante il film non sia stato pensato per essere un colossal, l'investimento di cento milioni di dollari parla di un obbiettivo ben differente per il regista, Anderson, che pare si fosse innamorato della vicenda storica dell'eruzione del Vesuvio attraverso gli scritti di Plinio il Giovane, usati come spunto anche per il romanzo di Ed Harris, Pompei, appunto: non a caso, le scenografie ed il comparto tecnico hanno tirato fuori delle scene davvero belle, e per questo ruolo in particolare il nostro Jon Snow romano si è ammazzato di palestra per raggiungere il fisico degno di un gladiatore veloce ma possente come Milo, tant'è che il suo istruttore pare gli abbia suggerito ad un certo punto di darci un taglio: tre volte al giorno per per giorni la settimana per alcuni mesi sono decisamente quello che si può considerare un eccesso di allenamento.
Menzione d'onore per un paio di tracce musicali che riescono a restare abbastanza impresse, tra cui questa qui. 


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