Visualizzazione post con etichetta game of thrones. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta game of thrones. Mostra tutti i post

martedì 4 giugno 2024

[VistoIeri] Pompei: il film dove Jon Snow sa le cose

 

Dato che, durante un viaggio in treno, la principale attrattiva è poter passare del tempo tranquillamente leggendo, ascoltando musica o seguendo un film, il sottoscritto ha scelto di colmare una lacuna circa un prodotto che, in passato, aveva stuzzicato il proprio interesse e che in questo periodo, in pieno delirio di rewatch di Game of Thrones, ha deciso di visionare: Pompei, un film del 2014 di genere peplum (tipologia di film storico che mescolano fantastico, mitologico e azione) diretto da Paul W.S. Anderson, già regista dei film della saga di Resident Evil, di cui ho scritto in un post tempo addietro.

tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari

Film disponibile su RaiPlay, che si rivela spesso una sorpresa per i prodotti a catalogo - uno su tutti, il caro vecchio Gods of Egypt - esso mostra un cast ampio, variegato e, nonostante l'opinione generalmente positiva da parte mia sulla pellicola, pure abbastanza sprecato dato che gli unici personaggi che appaiono risaltare sul serio sono Kit Harington (oltre che l'ignorante Jon Snow in GoT è stato anche il Cavaliere Nero in una brevissima apparizione ne Eternals del MCU, Robert Catesby in Gunpowder ed altri, oltre ad essere la voce ufficiale di Eret figlio di Eret nella saga di Dragon Trainer) che in Pompei è Milo- nome più greco che latino, ma stai a guardare il capellum- e lo scontato interesse romantico Emily Browning (Sucker Punch, Lemony Snicket, Sleeping Beauty, Monica) che qui interpreta Cassia. Gli altri attori, che pur con un discreto minutaggio risaltano tanto quanto comparse sono Kiefer Sutherland (celebre per la serie tv 24, oltre che per Stand By Me - Ricordo di una estate, Ragazzi Perduti, Legend) che funge da prevedibile villain finale e Jared Harris (Moriarty in Sherlock Holmes-Gioco di Ombre, il dott. Ashford in Resident Evil Apocalypse nonchè le serie TV The Terror, da me recensita agli albori del blog su QUESTA pagina, The Crown, Chernobyl) che qui è sposato con una Carrie Ann-Moss (Trinity di Matrix su tutti) qui in versione "ho un paio di settimane libere e non so come impiegarle", dato che non credo abbia più di quindici, venti battute in tutto il film, a tenersi larghi. 

Che intendi dire col fatto che sto qui solo per un paio di minuti?

E com'è questo peplum dove Jon Snow sempre in versione bel ragazzo iperfisicato - vedere le foto per credere - mena tutti e conosce le cose, visto che ha un piglio badassico notevole, sa interagire con i cavalli come un provetto Aragorn, vuole vendetta come Massimo Decimo Meridio ne Il Gladiatore e guida una feroce critica (#credici) alla Roma Imperiale di allora come un novello Spartacus?



Per vedere Il Gladiatore, andate di la, sala 2


Curiosamente, la risposta è "buonino, dai". Non che il film in sè, intendo, abbia una trama interessante o piacevole, perchè essa rimane abbastanza prevedibilmente sullo sfondo mentre il vero leit-motiv è l'eruzione del Vesuvio che, storicamente, distrusse Pompei oltre che Ercolano, Stabia e Oplontis nel 79 d.C. 
E' di tutta evidenza che, un po' come accaduto per il film Titanic di James Cameron, il quale ha intelligentemente sfruttato l'elemento tragico per narrare una storia d'amore che diventa quasi pari se non preponderante rispetto all'effettivo disastro, anche qui la storia di questo combattente, Milo, che diventa un gladiatore a Pompei qualche giorno prima dell'eruzione, che coinvolge anche una storia d'amore prevedibile basata sulla differenza di classi e ceti sociali tra i due innamorati, voglia far leva sul binomio "tragedia-amore romantico" per suscitare una emozione intensa come per la storia di Jack e Rose nel film di Cameron. Anche qui, tra l'altro, il villain è una persona che tiene in pugno (qui politicamente, nel film di Cameron economicamente) la famiglia della ragazza di turno, Cassia, interpretata dalla Browning a cui però si aggiunge un altro nemico, il responsabile dell'eccidio della famiglia del protagonista, Marco Proculo qui interpretato da Sasha Roiz.
Facendo un po' di facile ironia, si può considerare tutto questo davvero una grandissima novità, così come è proprio lo è senz'altro l'amicizia che nasce tra i due gladiatori un tempo avversari come il personaggio di Kit Harington e quello interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje, Attico, un combattente pronto quasi per la pensione e che chissà che fine potrà mai fare. 

"Arrivo a fine film?" "Certo!"
"...ma vivo?" "..ehm..."

Davvero dei colpi di scena inattesi, eh.

Rileggendo la recensione, mi accorgo di aver scritto poco o nulla sul film andando nel dettaglio: questo perchè, bè, c'è poco e nulla da scrivere. Pompei vuole cercare di spingere sulla storia d'amore tra due personaggi divisi da classi sociali, obblighi e desideri differenti sullo sfondo di una catastrofe mentre un villain tenta di costringere la donna, sulla cui famiglia ha potere, a sposarlo. Come scritto, siamo pericolosamente in zona Titanic, per quanto qui il contesto della Roma Imperiale tutto sommato riesca a dare le giuste vibrazioni: certamente, ci sono tantissimi strafalcioni storici riguardo la società romana e la visione particolare che si aveva dei gladiatori ma il compitino, per così dire, è stato svolto tutto sommato decentemente e il finale, anche questo non innovativo ma accettabile, funzioni. 


Il fisico di Kit ottenuto ammazzandosi di palestra:
attenzione, non è CGI

Pompei è un film dimenticabile ma che il suo, per quell'oretta e tre quarti che dura, lo fa abbastanza bene: non sarà tamarro come Hercules - Il Guerriero, nè altrettanto spettacolare nonostante l'eruzione del Vesuvio abbia una buona resa scenica, e globalmente la CGI funzioni parecchio, ma intrattiene abbastanza.

Kit Harington non è il più espressivo degli attori nonostante appartenga alla scuola di recitazione forse migliore, quella britannica, e non pare nemmeno avere troppa chimica con il love interest di Emily Browning,  Cassia, mentre Harris e Southerland sono un paio di spanne sopra gli altri, ma diciamo che è bello vedere tutti questi attori assieme. E si, anche Carrie Ann-Moss, per quei sessanta, ottanta secondi che occupa sullo scherno, roba che se si starnutisce alcune volte ci si perde la sua comparsa.
Peccato che le apparizioni di costoro siano andate via via scemando, contando che la pellicola è del 2014 e non si possano proprio annoverare tante produzioni, specie memorabili, che abbiano interessato i suddetti attori. E che Matrix Resurrection semplicemente non esista.
Curiosamente nonostante il film non sia stato pensato per essere un colossal, l'investimento di cento milioni di dollari parla di un obbiettivo ben differente per il regista, Anderson, che pare si fosse innamorato della vicenda storica dell'eruzione del Vesuvio attraverso gli scritti di Plinio il Giovane, usati come spunto anche per il romanzo di Ed Harris, Pompei, appunto: non a caso, le scenografie ed il comparto tecnico hanno tirato fuori delle scene davvero belle, e per questo ruolo in particolare il nostro Jon Snow romano si è ammazzato di palestra per raggiungere il fisico degno di un gladiatore veloce ma possente come Milo, tant'è che il suo istruttore pare gli abbia suggerito ad un certo punto di darci un taglio: tre volte al giorno per per giorni la settimana per alcuni mesi sono decisamente quello che si può considerare un eccesso di allenamento.
Menzione d'onore per un paio di tracce musicali che riescono a restare abbastanza impresse, tra cui questa qui. 


#gameofthrones #pompei #jonsnow #kitharington #carrieannmoss #film #recensione #keithsoutherland #jaredharris #serietv #storico #peplum #storiadamore #titanic

mercoledì 12 maggio 2021

VistoIeri: Resident Evil, la saga completa (regia di Paul W. S. Anderson, con Milla Jovovich, Michelle Rodriguez, Iain Glen e altra gente) - SPOILER

Ieri, giusto perchè non avevo modo di farmi male altrimenti, e dato si tratta di film che contemplano una buona dose di urla da sconsigliarne la visione a casa, mi sono sciroppato una maratona di tutti quanti i film di Resident Evil, la saga horror più nota e amata per il mondo videoludico, il vero e proprio spartiacque del genere, che ha generato una saga pseudohorror cinematografica che pochi al contrario ricordano con vero affetto.

Tutto ha inizio da qui.

Quando il primo capitolo del videogioco uscì su pc, con il nipponico nome di Biohazard, nel lontano e preistorico 1996, fu come nascere per la prima volta: qualcosa di così terribile, in senso buono, come Resident Evil, non s'era mai visto nè immaginato. 

Una saga che combinava thriller, action, horror e un po' di strategia per tirare su le risorse e fare scorta di quello che serviva per andare avanti nel gioco il tutto calato in una grafica che all'epoca suscitava stupore e clamore e che, a mio modestissimo giudizio, tiene botta anche oggi che sono passati quasi cinque lustri, era davvero qualcosa di avveniristico, rivoluzionario: e, ad avere uno staff di gente capace, di sceneggiatori competenti e di un regista con i controcosi, il tutto si sarebbe prestato benissimo ad un adattamento cinematografico.
Ok, smettiamo di sognare, e passiamo alla saga videoludica.

Le doti attoriali della Jovovich: tutte e due bene in vista.

Con queste premesse vide la luce il primo capitolo della serie cinematografica nel 2002, richiamando attori di grido anche se non tutti necessariamente iper noti, ad eccezione forse delle sole Milla Jovovich e Michelle Rodriguez: Iain Glen, meglio noto per essere stato Sir Jorah Mormont in Game of Thrones - al quale non va mai bene con le donne, c'è da dire - Eric Mabius, Jason Isaacs, Sienna Guillory, Spencer Locke ed altri.
Dando un po' di numeri, la serie consta dell'episodio iniziale e di ben cinque seguiti - Madonna Santa, CINQUE - di cui ad un certo punto si faticava sia a tenerne il conto, sia a ricordarne l'effettiva utilità: a tal punto ero poco interessato che in un certo momento ho perso conto del numero di capitoli usciti, ripromettendomi che, se proprio necessario, un giorno avrei provato a recuperare eventualmente i vari film ma solo quando la serie si fosse conclusa.

Per chi, come me, alla fine aveva le idee confuse sul numero di uscite, data di proiezione e ordine in cui recuperare i vari capitoli di Resident Evil, per chi, insomma, volesse farsi del male vedendosi tutti questi film, metto a disposizione un veloce specchietto, tenendo conto che da noi sono usciti tutti in momenti differenti:

Resident Evil (2002)
Resident Evil: Apocalypse (2004)
Resident Evil: Extinction (2007)
Resident Evil: Afterlife (2010)
Resident Evil: Retribution (2012)
Resident Evil: The Final Chapter (2016)

Ora, dato che Amazon Prime Video è il mio personale pusher di fiducia per i film, ma a volte la droga la usa direttamente perchè fa scelte quantomeno bizzarre, ha nel mese di ottobre caricato QUASI tutta la saga, salvo Afterlife che a quanto pare è l'unico messo, oibò, a pagamento: non so se sia masochismo, stronzismo o pessima scelta di marketing, ma mi metto nei panni di quanti volevano vedere tutti i film e si sono trovati UN singolo capitolo, quello di mezzo grossomodo, che dovevano pagare. 
Dato che tuttavia possedevo già dal 2011 un cofanetto blueray con i primi quattro film ho potuto ovviare, pur comprendendo quanti si saranno incazzati come iene per questa scelta: più sensato sarebbe stato mettere magari l'ultimo capitolo a pagamento, se proprio, ma non Afterlife che è peraltro il piu dimenticabile assieme a Retribution , due film che assieme non ne fanno uno decente.



Difficile dire a cosa sia dovuto, ma non ho mai visto una saga celebre, che comunque ha incassato uno sproposito, gettarsi via così.
Nemmeno Lo Squalo o lo stesso Alien, con i recenti Prometheus e Covenant, possono dire di essere caduti così in basso, perdendo non solo lo spirito iniziale, dato che un certo potenziale c'era, ma proprio l'idea alla base di questo prodotto: ci avviciniamo difatti pericolosamente al capolavoro del "buttarsi via" in una scala che va da zero a "trilogia de Lo Hobbit", di Peter Jackson.

Dopo un primo film per l'epoca comunque all'avanguardia per effetti speciali, ora senz'altro invecchiato male - basta vedere la Creatura finale che viene affrontata - che mescolava suspence, atmosfere di cospirazione, horror ed action con degli effetti rallenty comunque misurati, ed un secondo capitolo almeno interessante, tutto è andato a scatafascio: la storia ha iniziato a prendere una deriva da fanta thriller, gli zombi che potevano essere sfruttati come, si perdoni il paragone, fece Romero per lanciare una certa invettiva contro il consumismo dilagante, l'effetto gregge e critica sociale, cedono il passo ad esseri che corrono persino, a mostri frutto di ingegneria genetica ma anche di una CGI non sempre convincente e ad una trama che si sfilacciava sempre di più: vengono introdotti le Las Plaguas, sorta di parassiti responsabili di mutazioni, il Virus G che peraltro è antecedente alle plaguas, il Virus C... ho temuto seriamente che dovessimo farci tutto l'alfabeto.

Il nostro Sir Jorah Mormont Dr Isaac: nemmeno qui gli va tanto bene con le donne


Gli effetti di rallenty sono diventati l'equivalente di un meme vivente per Anderson ed il suo modo di confezionare le pellicole successive al punto che si diceva che, eliminandoli, ciascun film sarebbe durato almeno mezz'ora in meno, si sono introdotti concetti come la clonazione selvaggia della protagonista e di uno degli antagonisti e, infine, si è gettata luce nel capitolo finale su chi ella davvero fosse.
La componente suspance si è persa, i jumpscare telefonatissimi giungevano finanche ad annoiare e le scelte di buttare in vacca certune soluzioni come lo pseudoassedio tipo Fosso di Helm nell'ultimo film hanno fatto chiaramente intendere come non ci fosse più una accidenti di idea che fosse una per confezionare un prodotto almeno di intrattenimento che non fosse ignorantissimo.

Per quanto possa sembrare strano, tuttavia, l'ultimo capitolo, The Final Chapter, si è rivelato una sorta di sorpresa: non che le mie aspettative fossero alte, anzi, probabilmente solo perchè erano così basse il film mi è risultato, si perdoni il termine, piacevole per l'ultima mezz'ora. 
Peccato che non ci fossero avvisaglie di certe rivelazioni, e che quindi l'effetto sorpresa sia giustificato anche dal fatto che nessuno poteva immaginare o aspettarsi certe cose perchè, bè, nessuno aveva seminato indizi per iniziare a fare elucubrazioni: e questo in una scala di "madadovediavolosenesonousciti" che va da zero a Aurelius Silente de Animali Fantastici- I Crimini di Grindelwald.
Intendiamoci, non è assolutamente un buon film nemmeno questo capitolo finale: l'azione è sconclusionata, ci sono momenti in cui si capisce qualcosa solo per l'(ab)uso di rallenty e di base i personaggi sono piatti come fogli di carta, non restandone nessuno di veramente memorabile o che almeno ricordi la propria controparte videoludica.
Solo, nel marasma fino a qui visto, già il fatto si gettino le basi per alcune spiegazioni e che si provi a dare un minimo di coerenza al tutto - che pure non torna, ma almeno ci si prova- basta a renderlo migliore degli altri capitoli. O almeno degli ultimi tre.

Evoluzione grafica della protagonista


Milla Jovovich, la indiscussa protagonista della saga, è per quanto sia brutto dirlo, una attrice che ha lavorato solo o prevalentemente in funzione delle sue esperienze matrimoniali: finchè stava con Luc Besson, era la sua Musa, con film come Il Quinto Elemento e Giovanna d'Arco; poi ha avuto qualche esperienza in altre pellicole (Million Dollar Hotel, l'indifendibile Ultraviolet, il pur pregevole Zoolander), ma per il resto è rimasta vincolata alla saga di R.E.
Qualche parte qua e la, finchè nel 2020 recita in Monster Hunter, sempre un film tratto da un videogioco con, sorpresa sorpresa, regista suo marito.
Tutto questo tuttavia non è un andare a dar demerito all'attrice perchè ella è, prevalentemente, una modella: bravina nella recitazione, piacevole nelle sue prime esperienze con Besson ma da li in poi non ha saputo emergere in maniera particolare e dispiace far presente che sia stata scelta solo per questa sua particolare ed indiscutibile bellezza, a volte ingenua, a volte distante, algida (non la marca di gelati) ma per il resto priva di doti attoriali di un certo rilievo.

La stessa deriva della serie, che ha progressivamente abbandonato sempre più il retaggio videoludico a favore di una visione horror con vari mostri la cui origine viene liquidata con un "il virus si è evoluto, e mutando esso provoca effetti differenti" onestamente non basta a soddisfare, specie poi visto che ci sono alcune incongruenze e buchi di trama qua e la che anche da capitolo a capitolo e finanche all'interno dello stesso film di riferimento, rendono la visione pesante per chi cerca la cosiddetta quadratura del cerchio.

Sempre grande rispetto per le attrici, mai sessualizzate. No, no...


Nonostante quindi Resident Evil abbia avuto un guizzo pure apprezzabile verso la fine, tutto questo non basta, a mio giudizio, per salvare la serie da un giudizio comunque negativo.
Poco, molto poco, si può considerare interessante e tutto ciò che si poteva dire, secondo me, si è esaurito con il secondo film, le cui aspettative e possibili sviluppi sono stati ampiamente traditi dal terzo capitolo (compreso) in poi.
Non credo che a livello di cinematografia, almeno, questa saga avrà vita o, meglio, una seconda vita: ho apprezzato già di più il capitolo in CGI di animazione intitolato Resident Evil- Vendetta che, per lo meno, lascia la sensazione d'essere un videogioco sotto mentite spoglie, al netto dell'assenza di interazione: gli zombie restano una tematica che si porta molto, come dimostra la nuova serie di The Walking Dead - World Beyond di recente aggiunta al catalogo di APV; lo stesso Resident Evil resta una splendida realtà videoludica che non accenna a perdere un colpo, venendo proposta e riproposta spesso e volentieri. 

Ma se parliamo di questa esperienza cinematografica, ecco, per restare in tema, credo che sia giusto essa rimanga morta e sepolta, e senza possibilità di venire resuscitata

Si, si parla anche di te


#millajovovich #residentevil #film #movie #paulanderson #alice #reginarossa #redqueen #lucbesson #saga #horror #videogame #videogioco #afterlife #apocalypse #finalchapter #raccooncity #nemesis #flop #badmovie #iainglen #jorahmormont #extinction #retribution #virust #plaguas #filmbrutti 

mercoledì 30 ottobre 2019

Fantasy News: HBO cancella il prequel Bloodmoon ma annuncia House of the Dragon. Che caos!


La HBO ha comunicato di aver cancellato la serie televisiva prequel di Game of Thrones - che avrebbe visto anche la partecipazione di Naomi Watts tra i protagonisti e sviscerato le vicende che riguardano la prima Lunga Notte - ma ha annunciato che al contrario tutto è confermato per House of the Dragon, altro spin-off/prequel ambientato "solo" 300 anni prima, all'incirca, delle vicende narrate nella serie de Il Trono di Spade. 
Ma che succede ai piani alti? Come mai tanta confusione?




A quanto pare la HBO ha sempre nuove idee: molte, senz'altro, ma confuse. Dopo aver annunciato che avrebbe prodotto una serie spin-off/prequel che avrebbe mostrato le vicende che avevano condotto alla prima Lunga Notte, dopo aver invece bocciato l'idea che invece avrebbe fatto probabilmente assai più contenti i fan e non di narrare in una miniserie la cosiddetta "Ribellione di Re Robert" con il rapimento di Lyanna Stark perchè "poco interessante dato che tutto è già noto e svelato nei libri" (?!?!), in queste ore ha fatto marcia indietro circa il progetto del prequel sulla Long Night di fatto rinunciando anche ad impiegare una attrice famosa e di tutto rispetto come Naomi Watts, ma ha anche svelato che produrrà invece la saga, House of the Dragon, letteralmente La Casa(ta) del Drago, ambientata circa 300 anni prima delle vicende che abbiamo imparato ad amare ed odiare nella serie televisiva.


Avrei forse dovuto scrivere "nei libri", non fosse che la saga letteraria di George R.R. Martin è parcheggiata con le quattro frecce, motore scassato, senza benzina e con le ruote rubate ad un lato della strada chiamata "non so come proseguire la storia" da anni: per tanti, oramai, me compreso, la saga de Il Trono di Spade è quella della serie televisiva prodotta dalla HBO.
Ma di cosa parlerà, dunque, questa saga, sempre sperando che tra qualche mese il progetto non cambi di nuovo?






House of Dragon: cosa sappiamo.


Ambientata trecento anni prima delle vicende che porteranno alla grande guerra contro gli Estranei e la Approdo del Re conquistata e retta da Cercei Lannister, House of the Dragon presenterà la dinastia dei Targaryen e quindi i progenitori di personaggi come Jon/Aegon, Daenerys, Aerys Il Folle e gli altri che hanno legato una parte o tutto il loro fascino ai Draghi che erano parte integrante del loro casato.
Sappiamo anche che il duo di sceneggiatori David Benioff e DB Weiss non sarà coinvolto nel progetto: dopo aver annunciato inizialmente, a cavallo tra la sesta e l'ottava, ed ultima, stagione di Game of Thrones che sarebbero stati coinvolti nel progetto di rilancio di una nuova saga di Star Wars slegata dagli Skywalker con George Lucas, il duo ha invece siglato un accordo con Netflix di fatto abbandonando, al grido di "Il mio nome è Coerenza", il progetto. Difatti, recependo le stesse parole del duo di sceneggiatori:



In soldoni, è il caso di dirlo, Netflix ha pensato di accaparrarsi i due sceneggiatori che più l'hanno danneggiata nella corsa ai premi negli scorsi Emmy Awards e di sfruttare la curiosità, il "marchio" per così dire che accompagna questi due sceneggiatori.
Va detto che Benioff e Weiss finchè hanno avuto una traccia degli eventi di GoT grazie ai libri di Martin se la sono cavata in maniera a dir poco egregia, visto che la serie fino alla sesta stagione ha retto alla grande risultando decisamente avvincente, pur non essendo questa la sede per parlarne.



Tornando però alla serie House of the Dragon, essa verrà diretta dal regista Ryan Condal (noto per Colony, il più datato e tamarro Hercules-Il Guerriero con The Rock/Dwayne Johnson e il recente Rampage sempre con The Rock), il quale firmerà la sceneggiatura assieme allo stesso Martin: la serie, di circa dieci (10) episodi, narrerà le vicende della guerra civile che sconvolse la Casata Targaryen e, probabilmente, segnerà la sua caduta, spianando la strada a quegli eventi che vedranno unirsi quella nobile dinastia a Casa Stark.
Il tutto è basato sul libro Fire And Blood del 2019, il quale fungerà da "spina dorsale" per ulteriori vicende e sviluppi in modo, pare, da ricondurre queste vicende a quelle di The Dance of The Dragons.

Vi terremo aggiornati!