venerdì 11 ottobre 2024

[Parliamo di cose Serie (TV)] Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere stagione 2


Come sempre, la versione inglese è più in basso nella pagina.
As always, the English version is further down the page.


Dato che solitamente sono organizzato come un nido di marmotte bagnato (cit. Dork Tower) stavolta ho iniziato a riordinare le idee ben prima dell'ultimo episodio che andrà (oppure è andato) in onda giovedì 3 ottobre 2024.
Legioni di orchi di puristi tolkieniani hanno fatto scorrere fiumi di sangue di inchiostro argomentando perchè e percome questa serie sia fondamentalmente immondizia, uno scempio, qualcosa di cui Tolkien si sarebbe vergognato al punto che molti giurano di essere andati a rimboccare la lapide dell'esimio professore e consorte, Edith, visti i continui giramenti nella tomba. 
A costoro, umilmente faccio notare che probabilmente Tolkien non avrebbe mai accettato nemmeno un regista come Peter Jackson nè qualsiasi cosa afferente la prima, monumentale, trilogia che tutti universalmente amiamo pur con tutte le sue liberalità, che per onestà intellettuale non sono nemmeno poche.
Questo perchè l'autore di un'opera, brutto a dirsi, spesso è il meno indicato a cogliere ciò che può essere poi presentato al grande pubblico o venduto ad esso: l'abbiamo visto per Game of Thrones, l'abbiamo visto fare per Paolini con Eragon, è accaduto anche per la prima incarnazione cinematografica di Percy Jackson e tante altre circostanze; per fare un esempio, Walt Disney si sarebbe cavato gli occhi di fronte a Le Follie dell'Imperatore oppure Lilo e Stich che pure sono stati successi enormi. 




Pur non volendo unirmi al coro dei tuttologi che spiegano agli altri come e perchè siano in errore dato compiono l'imperdonabile crimine di apprezzare questa serie (apprezzare, nota bene), le mie oneste valutazioni su questa seconda stagione sono di seguito riportate come miei esclusivi e personali giudizi.
"Miei" nel senso di "miei", "giudizi" nel senso di opinioni suffragate da certune mie conoscenze e competenze, ma il tutto sempre filtrato da quella merce in rete più rara del mithrill de Il Signore degli Anelli, ossia il buon senso.

Ora, la seconda stagione de Gli Anelli del Potere ha vissuto un incipit estremamente deficitario e con "ascolti", in realtà minutaggio, al ribasso: molti si rifanno ad un paio di articoli di Forbes (potete leggerli qui e qui), ripresi poi da diverse testate giornalistiche che, come tale, avrebbero il non trascurabile onere di controllare non solo le fonti ma anche di non estrapolare il concetto dal contesto ed i dati da una summa di elementi compositi. 

Ciò premesso, è vero che la stagione oramai conclusasi ha avuto un calo sensibile, in termini di minutaggio - termine di controllo nello streaming legale oggigiorno - pari al 50% circa; tuttavia, va anche detto che il confronto è posto rispetto alla premiere della PRIMA STAGIONE, dove chiunque e letteralmente chiunque (pure i miei zii morti) a causa della curiosità venutasi a creare era interessato a dare almeno una occhiata a questo mastodontico prodotto. Mastodontico come impegno economico e come lavoro per adattare, altra parola chiave, gli scritti di Tolkien.

Peraltro, è notizia di queste ore che Amazon abbia diffuso nuovi dati aggiornati che portano l'asticella a 55 milioni di visualizzazioni recuperando così oltre una dozzina di milioni nell'arco di appena due settimane (fonte: Variety).



Rispetto alla prima stagione, di cui ho scritto prima di assistere all'ultimo episodio, resto del mio avviso su certe cose che già ho riportato ed espresso un po' ovunque.
Onde fugare i dubbi e mettere le cose in chiaro, preciso che la stagione 2 di Rings of Power mi è piaciuta: mi sono emozionato per certe cose, ho davvero amato tanto talune scelte, ho sbuffato per come altre storie siano state affrontate in quanto non hanno portato da nessuna parte. 

Cast

Gli Anelli del Potere meritavano forse qualche nome un po' più noto e personalità più capace a livello attoriale, per quanto mi sia ampiamente ricreduto su Charlie Vickers (Halbrand/Annatar/Sauron) e Charles Edward (Celebrimbor) che hanno dato vita ad uno degli archi narrativi più belli e meglio concertati della serie. Tanto la manifestazione di Halbrand in Annatar con le correlate reazioni di Celebrimbor che si prostra e sottomettequanto la scoperta di quest'ultimo di CHI fosse realmente Il Signore dei Doni, con un pianto di reale dolore straziante nella penultima puntata, quanto il dialogo tra Sauron oramai svelatosi nel settimo e penultimo episodio e il famoso Fabbro ("Sei davvero il grande Ingannatore. Riesci persino ad ingannare te stesso") ed infine il tragico, ma ben noto e comunque prevedibile epilogo della sorte del più famoso fabbro degli elfi dopo Feanor, sono tutti momenti decisamente altissimi. Celebrimbor avrebbe secondo me meritato una migliore, e più completa, presentazione anche nella prima stagione, senza dimenticare che, stando a ciò che Tolkien scriveva, egli dovrebbe anche essere innamorato di Galadriel, all'epoca peraltro già consorte di Celeborn: ella, pur comportandosi da buona amica per il Signore dell'Eregion, mai lo ricambiò. Per la cronaca, questo titolo Celebrimbor  l'avrebbe ottenuto proprio allontanando, a causa dell'influenza di Annatar, la stessa Galadriel dall'Eregion che, è noto, successivamente avrebbe attraversato i Cancelli di Moria mentre Celeborn sarebbe rimasto nella villa che lui e la futura Signora dei Galadrim occupavano, disinteressandosi della politica della città e di ciò che accadeva ad Ost-in-edhil.
Charles Edward ha portato una grande interpretazione che, al netto del problema dell'età (vedi dopo) ha confezionato un personaggio veramente memorabile: la sua sorte, impalato esattamente come negli scritti di Tolkien - in realtà in essi veniva ucciso alle porte della città, ma chissenefrega - è veramente portata in scena con una dovizia di pathos, scelta di parole e confronto con il Sauron di Vickers che, azzardo, è da Golden Globe.
Vickers dal canto suo è stato un Sauron praticamente perfetto: la lacrima che versa dopo aver ucciso Celebrimbor non nasce dalla umanità o da un sentimento di sincero affetto come molti hanno gridato o insinuato, ma è una lacrima per quella pretesa umanità che Sauron crede di avere, in una fase in cui era convinto di perseguire il Bene per quanto sempre con mezzi malvagi, condannato a fare il male in ogni modo, ingannando, è il caso di citare di nuovo quella frase, persino sè stesso: come nella prima stagione, durante il confronto con Galadriel, quando egli dice che non vede differenza tra salvare e dominare la Terra-di-Mezzo, così qui, nella sua testa, Sauron sta davvero salvando il mondo, a modo suo ovviamente.
Quella lacrima rappresenta il cosa poteva essere, è il senso di perdita perchè uccidere Celebrimbor è utilitaristicamente uno spreco enorme, è il senso di frustrazione di non essere capito laddove egli ha cercato di irretire e corrompere altri nella sua "visione".  
Oltre a questo specifico momento, posso dire che egli è stato subdolo, insinuante, manipolatore, lascivo ove occorresse - perchè no?- far leva anche sul proprio fascino senza che ci sia alcun sottotesto romantico od erotico con Mirdania, l'elfa che tutti credono ad un certo punto sia stata uccisa , sia pur per errore, da Celebrimbor. 
Avrei, solo, voluto che la serie respirasse e che anche il ruolo di Annatar presso l'Eregion prendesse più tempo e, per dire, si arrivasse a mettere in cantiere gli Anelli degli Uomini e a rafforzare i dubbi di Celebrimbor sul finire della stagione, proprio perchè alle volte ho la sensazione ci siano brusche accelerazioni circa la trama. 

Galadriel, mi scuseranno persone senz'altro più competenti di me, continua a non piacermi. Non piacermi= non piacere a me, chiunque la apprezzi come personaggio sono lieto abbia goduto la performance di Morfydd Clark.
Proprio quest'ultima, sempre secondo me, non ha per cominciare la presenza scenica fisica per rivaleggiare con altri attori in scena- mettetele almeno dei tacchi, o fatela recitare con una pedana, dove possibile, Santo Cielo- e le sue stesse motivazioni e modi di agire a me non piacciono. Per completezza, ho modificato l'articolo all'ultimo, elidendo tutte le cose che non mi andavano a genio, dato che, altrimenti, più che un articolo sarebbe apparso un saggio di critica contro questo personaggio. 
Ho inteso che Galadriel sia un personaggio battagliero, coraggioso e tanto altro, che di sicuro è lontana dalla versione della Blanchett, ma resta che quella presentata nella trilogia di Peter Jackson  corrisponde all'idea che avevo sempre avuto di questo personaggio, ben prima di vederla sullo schermo.
Non riesco ancora a vedere, insomma, in questa Elfa colei che dovrebbe diventare la Signora di Laurelindorenan, o LothLorien che dir si volta, diventando la Signora dell'ultimo reame elfico della Terra di Mezzo.
E con queste mie affermazioni, credo di essermi alienato un bel po' di persone.


Elrond, interpretato da un Robert Aramayo che avevo visto in Animali Notturni e che non avevo minimamente ricordato quale giovane Ned Stark, ha avuto un ruolo molto importante: pur essendo anche lui parecchio sostenuto verso Galadriel e le sue scelte, ha modo di mostrare le sue doti e le sue virtù in questa stagione. Personalmente, lo preferivo un po' di più nella prima stagione dato che una delle cose più belle mostrate sullo schermo era proprio la sua amicizia con Durin IV, ma immagino abbia ancora margini di crescita come araldo di Gil-Galad.
Mi è anzi piaciuto molto assistere al suo dolore quando pergamene e scritti della città vengono dati alle fiamme dagli orchi, il fatto che abbia chiesto di risparmiarli al costo della propria vita è anzi una scelta profondamente in linea con ciò che porterà alla nascita di Rivendell/Gran Burrone.
Quanto a Gil-Galad, che tra l'altro è un parente abbastanza stretto di Galadriel, passa da trattare discretamente male la propria prozia all'accettarla e tutto sommato accoglierne giudizi e idee. L'attore debbo dire incarna abbastanza bene l'idea di un Re sul quale tra l'altro gravano pesanti responsabilità.
Una netta evoluzione rispetto alla prima stagione di cui ho rivisto alcune scene e, purtroppo per chi ha un minimo di considerazione verso le mie idee, Gil-Galad tratta spesso e volentieri Galadriel a pesci in faccia (per non dire altro) e con ben poco rispetto verso il ruolo e l'età di ella.
Sto riguardando anche la prima stagione, mentre scrivo, e onestamente Gil-Galad è stato scritto un po' troppo paternale e "superiore" a Galadriel

Parlo di questi personaggi nello specifico perchè Numenor è una storyline che, partita bene con delle vibrazioni alla Game of Thrones si è via via affievolita: ho il sentore che sia stata oggetto di qualche taglio qua e là come , del resto, ho lo stesso sentore verso le vicende di Rhun che è rimasta la parte meno interessante e piatta della serie. Lo Straniero, che già si sospettava ampiamente fosse Gandalf e che invece io speravo all'ultimo si rivelasse qualcun altro degli Istari, si è confermato essere Il Grigio Pellegrino, il "Grand'Elfo"; ma dello Stregone Oscuro ne sappiamo tanto quanto prima, e siamo ancora qui a dar speculazioni sulla sua identità. In sostanza quella storia non è andata a parare da alcuna parte.
Non mi è dispiaciuto Tom Bombadil, in una onesta interpretazione del personaggio meno sopra le righe di quanto avrebbe potuto essere: molti si sono lamentati perchè, grazie al lavoro di alcuni Creator, è passata l'idea che Bombadil si faccia sempre e solo i fatti propri nel dominio da lui personalmente scelto. Da un certo lato è vero che Il Messere si sia disinteressato delle vicende della Terra-di-Mezzo ma è pur vero che non ha mia disdegnato di aiutare, e ripetutamente, Frodo e compagni che altrimenti sarebbero morti almeno due volte nel viaggio da La Contea a Brea.
Magari affidargli un ruolo un po' meno simile a quello di un mentore e più vicino, a ragione o torto, ad un inconsapevole e disinteressato aiutante sarebbe stato utile a farlo digerire al grande pubblico, per quanto mi renda conto che questo personaggio sia proprio difficile da adattare. Resta tuttavia acclarato che Gandalf e Bombadil abbiano avuto a che fare ben prima della Guerra dell'Anello e che quindi, "canonicamente", ci stia essi abbiano condiviso delle avventure assieme.



Le vicende di Khazad-dum hanno avuto alterna sorte, divenendo ora estremamente interessanti e letteralmente epiche ad essere un po' più strane o non meglio delineate: di Disa e delle Cantrici delle Pietre ho ricordi di averne letto qualcosa in giro, dell'espediente di usare i pipistrelli per scoraggiare i minatori ho gradito la messa in scena ma, a questo proposito, un appunto.
Ho notato come spesso i luoghi fossero eccezionalmente dettagliati, ma privi di vita: alcune scene in posti come il mercato oppure la stanza del trono mostravano in effetti un buon numero di comparse ma diverse altre al contrario erano spoglie di personaggi.
So e ho notato, dopo qualche ricerca, che già nella prima stagione a causa del Covid i registi hanno dovuto ridurre le presenze fisiche degli attori sul set ed hanno ovviato con un copiaincolla digitale, spesso nemmeno differenziando colori e visi, delle persone presenti così da moltiplicarle secondo il bisogno: nella seconda stagione avevo in diverse circostanze la sensazione che spesso e volentieri le persone presenti fossero veramente poche: per fare un esempio, Durin IV fa un discorso importante sul salvare gli elfi nell'Eregion, e c'è una nutrita serie di presenze - digitali- sullo schermo; Durin III invece chiede di scavare con più nani, raddoppiando i turni, e vedi solo cinque minatori di numero che stanno andando a lavorare.
Andando oltre questo aspetto, comunque, ciò che accade prima, quando Sauron dapprima si presenta per reclamare il mithrill, e poi quando il Barlog viene in effetti liberato, merita la visione in maniera incondizionata: assieme all'Eregion, Khazad-dum è senz'altro la storyline più riuscita. 

Il problema dell'età e delle etnie

Proprio a questo proposito, rimane un po' stridente la questione dell'età (anche dimostrata) dei (e dai) vari personaggi: Gil-Galad grossomodo incarna gli anni che il personaggio (anche come attore) dimostra; Galadriel resta visivamente un po' troppo giovane rispetto a questi, per quanto possa accettare l'aspetto fanciullesco in un'elfa nata sotto la luce di Valinor, mentre come ho già scritto la questione della statura non aiuta molto; Celebrimbor pur essendo impeccabilmente interpretato da Charles Edward mostra parecchi anni più di Galadriel nonostante dovesse essere invece ben più giovane di lei.
Questo aspetto, che pur potrebbe essere di poca o nessuna importanza a teatro, dove etnia, età e finanche sesso dell'attore è di secondario rilievo rispetto al personaggio interpretato, qui mi ha parecchio stranito.
Allo stesso tempo, osservare la presenza di attori rappresentativi di etnie specifiche risulta straniante: per quanto sia comprensibile che si desideri attualizzare e porre in contemporaneità l'opera di Tolkien, ciò stride quando egli stesso ha descritto specifiche etnie in maniera omogenea: gli haradrim (o sudroni) vengono accostati a civiltà persiane o mediorientali, gli esterling come suggerisce il termine ai popoli asiatici e dell'est, i lossoth (discendenti dei forodwaith) rappresentativi di popolazioni dell'estremo nord come gli esquimesi.
Laddove Arondir, "l'elfo di colore", sia stato alla fin della fiera la cosa meno rilevante o problematica, osservare però elfi dai tratti orientali come l'attendente di Elrond ed altri dai tratti più o meno lontani da quelli elfici è risultato quantomeno strano, e lo stesso è apparso quando a Numenor o Pelargir le etnie vengono abbandonate a favore di una multietnicità che è si, coerente con l'epoca attuale, ma del tutto fuori luogo con ciò che è stato (de)scritto dal Professor Tolkien.
Se la rappresentatività è una tematica importante a cui si è sensibili oggigiorno,si poteva optare, per esempio, su persone che, pur appartenendo ad etnie tradizionalmente asservite al male facevano viceversa il Bene, andando così a costituire una eccezione importante ed introducendo un elemento di conflitto anzi molto interessante.



Il problema della sceneggiatura

Come vado ripetendo spesso, già dai tempi di Game of Thrones, il problema non è il cosa, ma il come.
Le storyline de Gli Anelli del Potere sono tutte interessanti, con l'unica eccezione di quella degli hobbit che fin dall'inizio hanno costituito l'attrattiva più scarsa, e su questo, credo, si possa essere tutti d'accordo: alcune sono più piacevoli, altre gestite meno bene ma nel complesso sono eventi, situazioni e personaggi che si desidera vedere sullo schermo, interagire ed offrire scampoli brevi o interi spaccati di ciò che Tolkien ha previsto per loro. E fino a qui, nessun problema.
Nessuno può negare il fascino di una immersione nel mondo descritto dal Professore.

Il problema vero nasce, semmai, da come si giunge, alle volte, a dette situazioni: dialoghi non sempre all'altezza (ho ancora i brividi per "io sono buono" e "ho una tempesta in me"), soluzioni talvolta affrettate e cose che sembrano accadere off screen oppure sono state probabilmente oggetto di qualche sforbiciata degli autori.
Mi sovviene nell'ultima puntata come si giunga repentinamente a condannare (daccapo) Miriel, pur dopo che tutti la stavano portando in palmo di mano per essere sopravvissuta ad una prova mica da ridere (l'ordalia con la creatura marina), perchè Ar-Pharazon ha scoperto che Halbrand è Sauron: sarò stupido io, ma sono dovuto andare a cercare in internet il collegamento tra le due cose: perchè realizzare che il problema fosse l'aver seguito Galadriel e Halbrand nella Terra-di-Mezzo, dimostrando così gli ottimi rapporti che legavano Miriel ai due di cui sopra appunto non è stato proprio facilissimo, specialmodo a causa del fatto che non viene dato allo spettatore nemmeno il modo di sapere che cosa sia scritto su quella pergamena che Ar-Pharazon mostra per giustificare poi l'arresto e la persecuzione dei Fedeli. 
Che poi, come ha fatto a giustificare il conoscere la vera identità di Halbrand senza ammettere di aver usato il Palantìr, che poi è proprio l'oggetto che ritenevano avesse plagiato Miriel?
Potrei parlare, sempre restando ai casi dell'ultima puntata, parecchio frettolosa e senz'altro tagliata per minutaggio, alla questione Harfoot, con l'arrivo dal nulla dello Straniero in un villaggio già devastato e le hobbit catturate, il ruolo de L'Oscuro Stregone, la apparizione del Barlog, senz'altro fighissima ma che si traduce in una manciata di minuti di hype e null'altro, l'introduzione della futura faida tra i Nani e tante altre cose appunto solo accennate ed introdotte che si poteva, a mio giudizio, lasciare per la prossima stagione. 

Ribadisco: la serie nel complesso mi è piaciuta e non si mette in dubbio l'aderenza agli scritti di Tolkien, tant'è che lo stesso Adar si può considerare in un certo senso coerente e canonico.




Il problema che ho rilevato fin dalla prima stagione è la messa in scena delle situazioni, il come si sceglie di mostrare e di dialogare ciò che accade e che qui, nella seconda stagione, è sicuramente migliorata, ma ancora non è in maniera sensibile.
A mio modesto parere la serie potrà davvero spiccare il volo nel momento in cui riuscirà a curare maggiormente i dialoghi, che non possono limitarsi alle occasionali citazioni o strizzate d'occhi ma devono avere quel tono epico, rassicurante, complesso, che si confanno all'opera di Tolkien: atteso che sicuramente RoP continuerà a non piacere a tanti, credo che questa serie abbia tutte le carte in regola per diventare un ottimo prodotto: perchè, ribadisco, il problema non è l'aderenza agli scritti del Professore, ma proprio la messa in scena, il modo di portare su schermo in maniera coesa e consequenziale le varie vicende. Molti stanno giungendo finanche a rivalutare la trilogia de Lo Hobbit che quanto a liberalità prese e americanate è parecchio oltre RoP, senza contare la CGI che era venti spanne sotto già LoTR, per una sorta di strano contrappasso o perchè, come spesso accade, il valore nostalgico gioca un ruolo determinante.

Rings of Power è una serie televisiva che deve trovare il modo e la forza di essere più grande di ciò che è non per le tematiche che porta ma per il come riuscire a narrarle. 
Auspico che la terza stagione possa essere la proverbiale quadratura del cerchio. 

La guerra delle opinioni

Non voglio dilungarmi ancora, ma una cosa sento di dirla: questa serie è stata divisiva sotto ogni punto di vista e nonostante le recensioni di critici siano in larga parte positive, pur non considerandola la miglior serie di tutti i tempi, mai come in questo caso il pubblico ha trovato tantissime bandiere sotto cui raccogliersi: ci sono coloro che disprezzano completamente questo prodotto e non vedono l'ora di gridarlo a tutti, che sia su qualche blog, in qualche rivista o su YouTube; ci sono coloro che la osannano dall'inizio alla fine, perchè le cose positive e l'aderenza agli scritti di Tolkien c'è e si vede, se si ha la pazienza di documentarsi, ma che glissano sulla messa in scena delle situazioni; ci sono coloro che hanno apprezzato questa serie pur con i suoi difetti e coloro che non amano questa serie pur evidenziandone i pregi.
Non riesco, in tutta sincerità, a capire come mai questo risultato e questa visceralità abbiano contraddistinto questo prodotto che si, pur essendo importantissimo, manca del connotato mainstream che altre opere hanno conosciuto pur essendo ovviamente di tutt'altra qualità.
Tolkien in quanto Tolkien resta letteratura splendida ma di nicchia, e più ci si allontana dagli scritti meglio e più conosciuti come Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit meno gente c'è che sa di cosa si parli a proposito di Racconti Incompiuti, Racconti Ritrovati o di Nature of Middle-Earth.
Quanti dunque sanno e quanti credono di sapere? Quanto oggi si vive nella cultura del meme facile, della battuta e della semplificazione della materia per farla meglio digerire al grande pubblico?
A tutte queste domande non ho purtroppo risposta: posso solo notare quanto il web sia diventato pressochè invivibile da un paio di anni a questa parte.

- Lordgirsa-

English Version

Since I am usually as organized as a wet marmots' nest (cit. Dork Tower) this time I started to reorganize my thoughts well before the last episode that will (or has) aired on Thursday, October 3, 2024.
Legions of orcs of Tolkien purists have spilled rivers of blood ink arguing why and how this series is fundamentally garbage, a disgrace, something that Tolkien would have been ashamed of to the point that many swear they went to roll up the tombstone of the esteemed professor and wife, Edith, given the continuous turning in the grave.
To these people, I humbly point out that Tolkien would probably never have accepted even a director like Peter Jackson nor anything related to the first, monumental, trilogy that we all universally love despite all his generosity, which for intellectual honesty are not even a few.
This is because the author of a work, ugly to say, is often the least suited to grasp what can then be presented to the general public or sold to it: we saw it for Game of Thrones, we saw it done by Paolini with Eragon, it also happened for the first cinematic incarnation of Percy Jackson and many other circumstances; to give an example, Walt Disney would have gouged out his eyes in front of The Emperor's New Groove or Lilo and Stitch which were also huge successes.

Although I do not want to join the chorus of know-it-alls who explain to others how and why they are wrong given that they commit the unforgivable crime of appreciating this series (appreciating, note well), my honest evaluations of this second season are reported below as my exclusive and personal judgments.
"Mine" in the sense of "mine", "judgments" in the sense of opinions supported by certain of my knowledge and skills, but all always filtered by that rarer online commodity than the mithrill of The Lord of the Rings, that is, common sense.



Now, the second season of The Rings of Power had an extremely deficient start and with "ratings", in reality minutes, on the decline: many refer to a couple of articles from Forbes (you can read them here and here), then taken up by various newspapers which, as such, would have the not insignificant burden of checking not only the sources but also of not extrapolating the concept from the context and the data from a sum of composite elements.

That said, it is true that the season now concluded had a significant drop, in terms of minutes - a control term in legal streaming today - equal to about 50%; however, it must also be said that the comparison is made with respect to the premiere of the FIRST SEASON, where anyone and literally anyone (even my dead uncles) due to the curiosity that was created was interested in at least taking a look at this mammoth product. Mammoth in terms of financial commitment and work to adapt, another key word, Tolkien's writings.

Moreover, it is news of these hours that Amazon has released new updated data that raise the bar to 55 million views thus recovering over a dozen million in the space of just two weeks (source: Variety).

To clear up any doubts and set the record straight, I'll point out that I liked season 2 of Rings of Power: I was moved by certain things, I really loved certain choices, I snorted at how other stories were approached because they didn't lead anywhere.

Cast

The Rings of Power perhaps deserved a few more well-known names and more capable personalities on an acting level, although I have largely changed my mind about Charlie Vickers (Halbrand/Annatar/Sauron) and Charles Edward (Celebrimbor) who have given life to one of the most beautiful and best-concerted narrative arcs of the series. Both Halbrand's manifestation in Annatar with the related reactions of Celebrimbor who prostrates and submits, as well as the discovery of the latter of WHO the Lord of Gifts really was, with a cry of real heartbreaking pain in the penultimate episode, as well as the dialogue between Sauron now revealed in the seventh and penultimate episode and the famous Blacksmith ("You are truly the great Deceiver. You can even deceive yourself") and finally the tragic, but well-known and nevertheless predictable epilogue of the fate of the most famous blacksmith of the elves after Feanor, are all decidedly very high moments. Celebrimbor would have deserved a better and more complete presentation in the first season, in my opinion, without forgetting that, according to what Tolkien wrote, he should also be in love with Galadriel, who at the time was already Celeborn's wife: she, although acting as a good friend to the Lord of Eregion, never reciprocated. For the record, Celebrimbor would have obtained this title precisely by removing, due to Annatar's influence, Galadriel herself from Eregion who, as is known, would later have crossed the Gates of Moria while Celeborn would have remained in the villa that he and the future Lady of the Galadrim occupied, not caring about the politics of the city and what was happening in Ost-in-edhil.
Charles Edward gave a great performance that, despite the age problem (see below), created a truly memorable character: his fate, impaled exactly as in Tolkien's writings - in reality in them he was killed at the gates of the city, but who cares - is truly brought to the stage with a wealth of pathos, choice of words and comparison with Vickers' Sauron that, I dare say, is worthy of a Golden Globe. Vickers for his part was a practically perfect Sauron: the tear he sheds after killing Celebrimbor does not come from humanity or from a feeling of sincere affection as many have shouted or insinuated, but it is a tear for that claimed humanity that Sauron believes he has, in a phase in which he was convinced he was pursuing the Good even if always with evil means, condemned to do evil in every way, deceiving, it is worth quoting that phrase again, even himself: as in the first season, during the confrontation with Galadriel, when he says he sees no difference between saving and dominating Middle-earth, so here, in his head, Sauron is really saving the world, in his own way obviously.
That tear represents what could have been, it is the sense of loss because killing Celebrimbor is utilitaristically an enormous waste, it is the sense of frustration of not being understood where he has tried to ensnare and corrupt others in his "vision".
In addition to this specific moment, I can say that he was sneaky, insinuating, manipulative, lascivious when necessary - why not? - to leverage his own charm without there being any romantic or erotic subtext with Mirdania, the elf that everyone believes at a certain point was killed, even if by mistake, by Celebrimbor. I would have, only, liked the series to breathe and that Annatar's role in Eregion took more time and, for example, to get to the point of putting the Rings of Men into action and to reinforce Celebrimbor's doubts about the end of the season, precisely because sometimes I have the feeling that there are sudden accelerations regarding the plot.



Galadriel, people who are certainly more competent than me will excuse me, I still don't like her. Not liking me = not liking me, whoever appreciates her as a character I am glad enjoyed Morfydd Clark's performance.
The latter, again in my opinion, does not have the physical stage presence to compete with other actors on stage - at least put her in heels, or have her act with a platform, where possible, for heaven's sake - and I do not like her motivations and ways of acting. For completeness, I have modified the article at the last minute, eliminating all the things that I did not like, since, otherwise, more than an article it would have appeared to be a critical essay against this character.
I understood that Galadriel is a combative, courageous character and much more, which is certainly far from Blanchett's version, but the one presented in Peter Jackson's trilogy remains the idea I had always had of this character, well before seeing her on the screen.
I still can't see, in short, in this character the one who should become the Lady of Laurelindorenan, or LothLorien, as it turns, becoming the last elven realm of Middle-earth.

And with these statements of mine, I think I've alienated quite a few people.



Elrond, played by Robert Aramayo, whom I had seen in Nocturnal Animals and who I had not remembered at all as a young Ned Stark, had a very important role: even though he was also very supportive of Galadriel and her choices, he had the opportunity to show his talents and virtues in this season. Personally, I preferred him a little more in the first season since one of the most beautiful things shown on screen was his friendship with Durin IV, but I imagine he still has room for growth as Gil-Galad's herald.
I actually really enjoyed witnessing his pain when the city's scrolls and writings were set on fire by the orcs; the fact that he asked to spare them at the cost of his own life is actually a choice deeply in line with what will lead to the birth of Rivendell.
As for Gil-Galad, who is also a fairly close relative of Galadriel, he goes from treating his great-aunt quite badly to accepting her and all in all welcoming her judgments and ideas. The actor, I must say, embodies quite well the idea of ​​a King who also has heavy responsibilities.
A clear evolution compared to the first season of which I have re-watched some scenes and, unfortunately for those who have even a modicum of consideration for my ideas, Gil-Galad often and willingly treats Galadriel like dirt (to say the least) and with very little respect for her role and age.
I am also re-watching the first season, as I write, and honestly Gil-Galad was written a little too paternalistic and "superior" to Galadriel.

I speak of these characters specifically because Numenor is a storyline that, starting well with some Game of Thrones vibes, has gradually faded: I have the feeling that it has been the object of some cuts here and there as, for that matter, I have the same feeling towards the events of Rhun which has remained the least interesting and flat part of the series. The Stranger, who was already widely suspected to be Gandalf and who I instead hoped at the last moment would reveal himself to be someone else from the Istari, has been confirmed to be The Grey Pilgrim, the "Great Elf"; but we know just as much about the Dark Wizard as before, and we are still here speculating on his identity. In essence that story has not gone anywhere.
I did not dislike Tom Bombadil, in an honest interpretation of the character less over the top than it could have been: many have complained because, thanks to the work of some Creators, the idea has spread that Bombadil always and only minds his own business in the domain he personally chose. On a certain level it is true that The Lord has not been interested in the events of Middle-earth but it is also true that he has never disdained to help, and repeatedly, Frodo and his companions who otherwise would have died at least twice on the journey from The Shire to Bree.
Perhaps giving him a role a little less similar to that of a mentor and closer, rightly or wrongly, to an unaware and disinterested helper would have been useful to make him digestible to the general public, as much as I realize that this character is really difficult to adapt. However, it remains clear that Gandalf and Bombadil had dealings well before the War of the Ring and that therefore, "canonically", they shared adventures together.




The events of Khazad-dum have had alternating fortunes, becoming now extremely interesting and literally epic to be a little stranger or not better delineated: I remember having read something about Disa and the Stone Singers, I liked the staging of the expedient of using bats to discourage the miners but, in this regard, a note.
I noticed how often the places were exceptionally detailed, but devoid of life: some scenes in places like the market or the throne room actually showed a good number of extras but several others on the contrary were devoid of characters.
I know and I noticed, after some research, that already in the first season due to Covid the directors had to reduce the physical presence of the actors on the set and they got around it with a digital copy and paste, often not even differentiating colors and faces, of the people present so as to multiply them as needed: in the second season I had in several circumstances the feeling that often and willingly the people present were very few: for example, Durin IV makes an important speech about saving the elves in Eregion, and there is a large series of presences - digital - on the screen; Durin III instead asks to dig with more dwarves, doubling the shifts, and you only see five miners in number who are going to work. Going beyond this aspect, however, what happens before, when Sauron first shows up to claim the mithrill, and then when the Barlog is actually freed, deserves to be seen unconditionally: together with Eregion, Khazad-dum is undoubtedly the most successful storyline.

The problem of age and ethnicity

Precisely in this regard, the question of the age (also shown) of (and by) the various characters remains a bit jarring: Gil-Galad roughly embodies the years that the character (also as an actor) shows; Galadriel remains visually a bit too young compared to these, as much as she can accept the childish appearance in an elf born under the light of Valinor, while as I have already written the question of height does not help much; Celebrimbor despite being impeccably played by Charles Edward shows several years more than Galadriel despite instead being much younger than her. This aspect, which could be of little or no importance in the theater, where ethnicity, age and even sex of the actor are of secondary importance compared to the character played, here quite surprised me. At the same time, observing the presence of actors representing specific ethnic groups is alienating: although it is understandable that one would like to update and place Tolkien's work in contemporaneity, this jars when he himself described specific ethnic groups in a homogeneous manner: the Haradrim (or Southrons) are compared to Persian or Middle Eastern civilizations, the Easterlings as the term suggests to Asian and Eastern peoples, the Lossoth (descendants of the Forodwaith) representing populations from the far north such as the Eskimos. Where Arondir, "the black elf", was ultimately the least relevant or problematic thing, however, observing elves with oriental features like Elrond's attendant and others with features more or less distant from the elven ones was at least strange, and the same appeared when in Numenor or Pelargir the ethnic groups were abandoned in favor of a multi-ethnicity that is yes, consistent with the current era, but completely out of place with what was (de)scribed by Professor Tolkien. If representativeness is an important issue to which we are sensitive nowadays, we could opt, for example, on people who, although belonging to ethnic groups traditionally subservient to evil, did the Good on the contrary, thus constituting an important exception and introducing an element of conflict that is indeed very interesting.




The problem of the script

As I have often repeated, since the days of Game of Thrones, the problem is not the what, but the how.
The storylines of The Rings of Power are all interesting, with the sole exception of that of the hobbits who from the beginning have been the least attractive, and on this, I think, we can all agree: some are more enjoyable, others less well managed but overall they are events, situations and characters that you want to see on the screen, interact with and offer short snippets or entire glimpses of what Tolkien planned for them. And up to this point, no problem.
No one can deny the charm of an immersion in the world described by the Professor.

The real problem arises, if anything, from how one sometimes arrives at said situations: dialogues that are not always up to par (I still get the shivers from "I am good" and "I have a storm in me"), sometimes hasty solutions and things that seem to happen off screen or were probably the object of some pruning by the authors.
I remember in the last episode how we suddenly end up condemning (again) Miriel, even after everyone was praising her for having survived a very difficult test (the ordeal with the sea creature), because Ar-Pharazon discovered that Halbrand is Sauron: maybe I'm stupid, but I had to go and look for the connection between the two things on the internet: because realizing that the problem was having followed Galadriel and Halbrand to Middle-earth, thus demonstrating the excellent relationship that tied Miriel to the two mentioned above, was not exactly easy, especially because the viewer is not even given the way to know what is written on that parchment that Ar-Pharazon shows to justify the arrest and persecution of the Faithful. And then, how did he justify knowing Halbrand's true identity without admitting to having used the Palantìr, which is precisely the object that they believed Miriel had plagiarized?

I could talk, always staying with the cases of the last episode, quite hasty and certainly cut for minutes, to the Harfoot issue, with the arrival from nowhere of the Stranger in an already devastated village and the hobbits captured, the role of the Dark Wizard, the appearance of the Barlog, certainly very cool but which translates into a handful of minutes of hype and nothing else, the introduction of the future feud between the Dwarves and many other things in fact only hinted at and introduced that could, in my opinion, be left for the next season.

I repeat: I liked the series overall and there is no doubt about the adherence to Tolkien's writings, so much so that Adar himself can be considered in a certain sense coherent and canonical.



The problem that I have noticed since the first season is the staging of the situations, the way they choose to show and discuss what happens and that here, in the second season, has certainly improved, but still not in a noticeable way. In my humble opinion the series will really be able to take flight when it will be able to take better care of the dialogues, which cannot be limited to the occasional quotes or winks but must have that epic, reassuring, complex tone, which are suited to Tolkien's work: given that RoP will certainly continue to not please many, I believe that this series has all the credentials to become an excellent product: because, I repeat, the problem is not the adherence to the Professor's writings, but the staging, the way of bringing the various events to the screen in a cohesive and consequential way. Many are even coming to reevaluate the Hobbit trilogy that in terms of liberality taken and Americanized is far beyond RoP, without counting the CGI that was twenty spans below LoTR, for a sort of strange retaliation or because, as often happens, the nostalgic value plays a decisive role.

Rings of Power is a television series that must find the way and the strength to be greater than what it is not for the themes it brings but for how to succeed in narrating them.
I hope that the third season can be the proverbial squaring of the circle.

The war of opinions

I don't want to go on any longer, but I feel like saying one thing: this series has been divisive from every point of view and despite the critics' reviews being largely positive, even if they don't consider it the best series of all time, never like in this case has the public found so many flags to rally behind: there are those who completely despise this product and can't wait to shout it out to everyone, whether on some blog, in some magazine or on YouTube; there are those who praise it from start to finish, because the positive things and the adherence to Tolkien's writings are there and can be seen, if you have the patience to do some research, but they gloss over the staging of the situations; there are those who have appreciated this series despite its defects and those who don't like this series despite highlighting its merits.
I honestly cannot understand why this result and this viscerality have distinguished this product that, while very important, lacks the mainstream connotation that other works have known despite obviously being of a completely different quality.
Tolkien as Tolkien remains splendid but niche literature, and the further away we get from the better and more well-known writings such as The Lord of the Rings and The Hobbit the fewer people there are who know what we are talking about with regards to Unfinished Tales, Rediscovered Tales or Nature of Middle-Earth.
How many people know and how many think they know? How much do we live today in the culture of easy memes, jokes and simplification of the subject to make it easier for the general public to digest?
Unfortunately I have no answer to all these questions: I can only note how the web has become almost unlivable in the last couple of years.

- Lordgirsa-

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