martedì 19 luglio 2022

Saint Seiya Next Dimension: uno sguardo alla storia di ieri, ed a quella di oggi

Era il 6 maggio 2014, un'epoca che pur vivendo di shitstorm e community tossiche non aveva ancora meme viventi come le Mamme Pancine e tanta altra roba: per carità, alle volte mi chiedo anche se ciò che pubblicano in Spunte Blu sia vero o meno, ma poi mi rendo conto che non è il caso di approfondire: sognare è una delle poche libertà concesse all'uomo, e ciò che ricorda che internet è un posto magico.

In quel giorno pubblicai su Isola Illyon un articolo in cui si approfondiva l'opera di Next Dimension uscita fino ad allora.
Diamo un breve excursus delle mie critiche mosse allora, vi lascio poi il link all'articolo completo e infine vediamo un po 'se qualcosa è cambiato ad oggi.

Spoiler: #credici


Disegni sempre al top: sembra di vedere un Capitan Tsubasa
di trent'anni fa. Per carità, può piacere, però...


In linea di massima, comunque, partiamo.

Dalla seconda lettera di San UN ESTRATTO DALL'ARTICOLO SOPRA CITATO

[...] Intendiamoci, “de gustibus non disputandum” eccetera: e nessuno mai si permetterebbe di contestare la soggettività del gradimento di un’opera che funge da prosecuzione di quella precedente, specie se scaturita a viva forza dalla matita (e dal computer, dai…) dell’autore stesso, il Maestro Kurumada. Tuttavia non per questo è possibile glissare sugli evidenti limiti di un’opera come questa, a cominciare dall’aspetto più vistoso, quello grafico, fino a quello della trama sceneggiata, passando per l’approfondimento dei personaggi.

La cosa strana, inoltre, è che per quanto Next Dimension si ponga come continuazione ufficiale della serie classica e, a causa dell’escamotage del viaggio del tempo, anche come suo prequel, dato narra le vicende della precedente Guerra Sacra, Kurumada ha già supervisionato un prequel, il già citato Lost Canvas, che è particolarmente ben disegnato (ed è infinitamente MEGLIO disegnato di Next Dimension, direi) la cui storia è anche più accattivante ed in cui appaiono alcuni personaggi identici (tra cui il Pegaso del XVIII secolo, ossia Tenma e Alone/Aron, il fanciullo in cui Hades si reincarnerà).[...]

[...] Questo [l'aspetto grafico] possiamo sbrigarcelo alla veloce, oserei dire: è parecchio datato, non più semplice bensì semplicistico (che è cosa ben differente) e identico, salvo per pochissimi progressi, a quello del 1985.Parliamo quindi di… trent’anni fa.
Un autore che dopo trent’anni non si evolve per nulla ed anzi appare regredito (approfondiamo subito) è un bruttissimo biglietto da visita per un’opera che per quanto a colori costa la bellezza di 6 euro per 137 pagine, specie laddove i colori spesso sono uniformi e ci sono ben poche variazioni, sfumature, cromature e quant’altro

[...] Altre opere di Kurumada, tra cui i già citati BT’X e Kojiro sono apparsi assai migliori, qualitativamente parlando, e questo dunque lascia un po’ sorpresi coloro che si aspettavano di acquistare un’opera caratterizzata si, da un certo “tratto distintivo” ma comunque evolutosi col passare degli anni: addirittura, quando mi ritrovai il primo albo tra le mani, ammetto che sulle prime pensai ad una ristampa a colori degli albi della serie classica.[...]

Se l’aspetto grafico può ancora essere giustificabile dall’irriducibile appassionato, la storia è quanto di più banale, scontato, privo di pathos che si potesse concepire. [...] Premettendo che l’idea del viaggio nel tempo è vecchia e sfruttata, se non abusata (maledetta Marvel, maledetto Age of Ultron e maledetta Guerra dell’Atomo, tanto per maledire i più prossimi), è concettualmente stupido imbastire una storia che persino i neofiti sanno potrebbe creare molteplici paradossi NELLA Storia; [...] viene data una giustificazione patetica del perchè le vesti divine siano tornate ad essere semplici armature V3 (ossia quelle della serie di Hades, per intenderci), spiegando che esse rappresentano uno stato evolutivo delle armature di bronzo, ma transitorio, finchè il cosmo dei cavalieri di bronzo risultava essere al massimo. Ma fatemi il sacrosanto piacere. Sembra la scusa del master di un gdr alle prime armi che si accorge di aver fatto un errore a dare ad un giocatore l’oggetto iper potente o l’artefatto ultra raro che nessuno, teoricamente, avrebbe mai dovuto brandire e non trova di meglio che inventarsi una sciocchezza simile per togliere ai suoi giocatori una risorsa squilibrante [...] il Grande Tempio è vuoto di cavalieri d’oro…tu Atena che accidenti aspetti a promuovere Seiya, pure in stato vegetativo, Shiryu, Ikki, Hyoga e Shun al rango di cavalieri d’oro? Perchè mai questi poveri Cristi devono essere ancora all’ultimo gradino sociale? Che altro dovrebbero fare per venire assunti degnamente come Gold Saints a tempo indeterminato e non a progetto? Hanno persino risvegliato le vesti divine raggiungendo l’Ottavo Senso![...] 




Il resto, ovviamente, lo trovate a questo link cliccandoci sopra con nobiltà e veemente forza.

NEXT DIMENSION, OGGI

Da quel giorno sono passati la bellezza di otto anni.
Otto anni in cui la saga di Next Dimension è andata avanti a rilento ed è praticamente fermo al pit stop come i romanzi di Game of Thrones.
Per una fan base che attende da anni un degno epilogo, visto che con questi ritmi difficile aspettarsi un effettivo sviluppo, non c'è molto da stare allegri.
Dato che io stesso però non sono quello del passato, eccomi a dare una occhiata non particolarmente nostalgica a questo manga.

In primis, contestavo la piattezza di diversi personaggi all'interno del sequel/prequel di Saint Seiya: Next Dimension resta sotto quel profilo abbastanza pigro.
Nonostante Death Toll, per esempio, sia una piacevolissima variante cazzara del Saint del Cancro, o Cain/Abel introduca(no) una variazione sul tema del rapporto di amore/odio, bene/male del Saint dei Gemelli, le cose sono ancora poco interessanti.
Intendiamoci, ad appassionarsi è un attimo se ci si lascia coinvolgere: e lo dice uno a cui il fan service, se fatto bene, basta e avanza in minime misure per accogliere un certo prodotto come esaltante.
Purtroppo, ND riesce a fasi alterne a soddisfarmi: in primis, l'oggettiva ed incontestabile lunghezza e discontinuità dell'opera non è davvero giustificabile.
Posso accettare un George Martin che impiega ere geologiche per un romanzo, ma un mangaka per un'opera comunque raffazzonata e con una storia nemmeno cervellotica no, onestamente. 
Ho trovato l'escamotage di Odysseo, il Saint della Tredicesima Casa dello Zodiaco, quella maledetta dell'Ofiuco, veramente poco attraente, così come orribile a vedersi, anche se originale, glielo concedo, Gestalt, il Sagittario, che è un centauro - anche se poi si scopre che non era proprio così.




Tutto il problema legato ad un viaggio nel tempo, ai casini che lecitamente possono nascere e che hanno portato persino una abile giallista come J.K. Rowling a far marcia indietro sulle Giratempo nella Saga di Harry Potter, è lungi dall'essere sanato, i casini aperti con Chronos e Artemis ancora in fieri e, più in generale, posso salvare Shijima della Vergine che mi è parecchio piaciuto, mentre Kaiser del Leone con un vero leone gigante al seguito (Goldie, che sembra il nome di un personaggio dei Duck Tales), mi perdonino gli amici napoletani, nun se po' vede'.

Tanto o poco che sia, Next Dimension ha comunque una fanbase parecchio ostica e gente che preferisce quest'opera a Lost Canvas: anche qui, de gustibus eccetera, ma già solo orientarmi su di un'opera completa, di ampio respiro, che espande il canone introducendo molti elementi interessanti (il cd. "Rituale dei Pesci" che porta alla morte il maestro per mano dell'allievo al momento di ereditare l'armatura d'oro dei Pesci, appunto) e personaggi memorabili come Albafica, Regulus, Manigoldo, Hasgard, Cardia e tanti altri, dicevo già solo questi motivi rendono le due opere nemmeno paragonabili.

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