domenica 5 ottobre 2025

[VistoIeri] Demon Slayer - Il Castello dell'Infinito: è sopravvalutato?

 

Lo scorso 11 settembre mi sono recato presso il Multicinema Galleria per assistere alla proiezione di Demon Slayer - Il Castello dell'Infinito assieme a mio figlio e ad alcuni amici, oltre ai followers che hanno risposto numerosi all'appello. 
Cogliendo l'occasione per ringraziarli, e ringraziare il Multicinema Galleria per l'accoglienza, mi sono sinceramente divertito molto. 
Volendo anticipare già le mie considerazioni, per chi è refrattario a leggere paturnie e pensieri su lunga scala, ecco qui alcune delle mie riflessioni sintetiche ed a caldo, pur se oramai è passata una settimana.

Demon Slayer - Il castello dell'infinito porta al massimo livello tutti i pregi e tutti i difetti, per chi ovviamente li considera tali, dell'opera trasposta in anime: è puro spettacolo ed intrattenimento, è azione adrenalinica, è un continuo sciorinare di tecniche su tecniche.

Il tutto, confezionato con una cura ed un design unici oltre che effetti animati e digitali mai visti prima, cerca però di mascherare un approccio abbastanza semplice e didascalico per una storia che non aveva e non ha dalla sua la forza della narrazione o di colpi scena: si abusa abbastanza dello strumento dei flashback, spesso presentati abbastanza a sproposito nel mezzo dell'azione quando, onestamente, si sarebbero potuti inserire in una qualsiasi delle 63 puntate dell'anime che, ricordiamolo, condensa 17 volumi dell'opera, specie se poi si voleva massimizzare il rapporto ed il confronto tra i personaggi e le loro nemesi.

Persino mio figlio, di 11 anni, è rimasto un po' perplesso ma immagino che chi sia un fan della serie possa solo essere felice di aver assistito a questo grande evento.

Disclaimer: Le immagini utilizzate in questa recensione sono state selezionate e pubblicate nel rispetto delle normative sul diritto d'autore e della proprietà intellettuale. Laddove non diversamente specificato, le immagini sono state ottenute da fonti ritenute di pubblico dominio o rilasciate sotto licenze che ne consentono l'utilizzo per scopi illustrativi e non commerciali all'interno della recensione.

Uno spettacolo visivo unico e meraviglioso ...

Come chiunque potrà asserire dopo la visione, Demon Slayer è un qualcosa di indescrivibile a livello visivo, uno spettacolo assoluto ed offre tanto una grafica mozzafiato quanto un complessivo comparto tecnico di prim'ordine, tanto visivo quanto sonoro: le musiche sono elettrizzanti, i suoni pur non beneficiano di sale ATMOS o con una qualità superiore sono tutti ben mixati ed il doppiaggio fa il suo, anche se non posso affermare nulla circa la fedeltà al manga, dato che ho ribadito più volte, negli articoli di confronto con Ushio e Tora, di essere anime only.


Tre anni per realizzare un Castello che sembrasse Infinito

Il Castello dell'Infinito, che dà anche il nome a questo primo film dei tre che concluderanno la storia di Demon Slayer, è realmente infinito: si ha sempre la sensazione di un ambiente immenso, sterminato, senza capo nè coda, senza inizio o fine e soprattutto senza una reale comprensione della gravità, potendo letteralmente cadere contro il soffitto, ribaltarsi in piano mentre si corre attraverso un corridoio o scivolare da fermi.

Tutto trasmette una sensazione di immane pericolo, di costante minaccia che giova senz'altro al pathos offerto dalla pellicola.
Debbo però ammettere che a volte, solo a volte, per chi come me era leggermente decentrato rispetto allo schermo, non si riusciva a seguire agevolmente tutto ciò che avveniva durante gli scontri: alcuni momenti erano particolarmente concitati che, a dirla più semplice, risultavano leggermente confusi.
C'è un uso frequente del rallenty che è ben misurato e non troppo abusato ma che, volendo fare i cinici, suona sempre un po' forzato quando serve a pronunciare il nome (lunghissimo) delle tecniche ma che si riflette su un affondo che teoricamente dovrebbe durare meno di un istante. 



In questo senso, come scritto in apertura, Demon Slayer è una autentica goduria visiva che pompa tantissimo di testosteronico appeal tutti gli scontri, anche quelli occasionali o minori che, a quanto ho letto, sono stati creati o dilatati per l'occasione, giusto per dar pane ai personaggi che, per forza di cose, in questo lungometraggio non hanno trovato spazio.
Difatti molti dei coprotagonisti devono ancora agire e hanno potuto offrire un semplice cameo: tolto Uzui che si è dato latitante per menomazioni riportate e che appare accanto al padre di Kyojuro Rengoku, ebbene Kanroji dell'Amore, Gyomei della Roccia, Shinazugawa del Vento e Tokito della Nebbia appaiono solo per fare qualcosa di figo, com'è tradizione di Demon Slayer, e far così esaltare i fan ma non trovano occasione di agire concretamente: tutti, tranne Kanroji, che comunque per ora si conferma fan service e stop: e volendo andare oltre, per adesso il background che le hanno dato non mi ha minimamente convinto, ma è una cosa personale.

Ora, è palese che ognuno di questi personaggi avrà il suo momento di gloria nei prossimi film, mentre Il Castello dell'Infinito si concentra su Kocho degli Insetti, Zenitsu (che su Prime Video continuano a scrivere Zen'itsu, 'tacci loro) ed il duo di fruitori del Respiro dell'Acqua,  Tanjiro Giyu il Pilastro.
Genya, nel frattempo, appare un paio di volte, così come Inosuke per una manciata di secondi mentre grande spazio hanno i Corvi che esplorano il castello e aiutano a preparare una mappa con la quale i superstiti del quartier generale degli Ammazzademoni cercano di stanare Muzan. 

Per chi conosce il manga, ed ovviamente già conosceva lo sviluppo della storia, sicuramente questa non sarà una novità, ma d'ora innanzi, per correttezza, SPOILER ALERT.

...

...

...

Spoiler, eh.

Il focus si concentra su tre scontri, tre big match, che vedono contrapposti:
- Doma della Seconda Luna Crescente vs Kocho, il Pilastro degli Insetti;
- Kaigaku della Sesta Luna Crescente vs Zenitsu;
- Akaza della Terza Luna Crescente vs Gyiu, il Pilastro dell'Acqua e Tanjiro Kamado.


Un bel personaggio e forse il Pilastro meglio presentato


Il primo, e sicuramente il più tragico a livello emotivo e di pathos, è quello che vede Doma contro Kocho, quest'ultima assetata di vendetta e desiderosa di porre fine alla vita della Seconda Luna Crescente, colpevole, tra le altre atrocità, di aver ucciso proprio sua sorella maggiore.
Nonostante si capisca fin dai primi istanti che lo scontro sia segnato, l'abilità della doppiatrice e il focus personale che, se non altro, era stato ben introdotto in alcuni episodi delle precedenti stagioni, riescono a dare una grande prova di impatto e la commozione per la morte del Pilastro degli Insetti, che non si arrende nonostante la manifesta inferiorità, è sincera e profonda, specie per chi come me non conosceva cosa sarebbe accaduto.
Si capiva lontano un miglio che Kocho non sarebbe riuscita a prevalere ma sono abbastanza convinto, avendo oramai ben chiari certi clichè, che in qualche maniera il suo scontro non è stato vano e che sia riuscita in qualche modo a procurare un qualche vantaggio a chi verrà dopo di lei a combattere Doma: si è visto moltissime volte, non ultimo in Saint Seiya Omega, giusto per citare il primo caso che mi viene in mente.

Round 2: fight!


Archiviata questa storia, tocca al secondo e forse un po' più sottotono di quanto mi aspettassi, scontro tra Zenitsu e Kaigaku, apparso un paio di volte in flashback che però riguardavano proprio i ricordi di Zenitsu come allievo poco dotato, all'apparenza; e questo, nella logica di DS che è un prodotto adatto alle nuove generazioni ed alla logica del bingwatching - ossia vedersi più puntate di fila in modo da esaurire una serie in un tempo molto limitato - già vale quale grande introduzione, dato che, come vedremo con Akaza, non si prende quasi mai la briga di introdurre PRIMA elementi importanti per DOPO.
Ora, quando scrivo che lo scontro è stato "sottotono" voglio essere più preciso possibile: al netto di frasi ad effetto, e occasionali momenti esaltanti, Zenitsu è stato fatto crescere quasi da un momento all'altro ("così, de botto, senza senso"). 
Preciso anche per chi si ferma alle prime parole: si, il senso lo si trova nel trauma che egli prova quando legge la lettera in cui si svela che il suo ex compagno e rivale per essere il successore della Respirazione del Fulmine è stato corrotto ed è diventato un demone, così come della reazione del suo maestro che per la vergogna ha fatto seppuku (il suicidio rituale degli spadaccini e samurai in cui ci si squarciava volontariamente il ventre) ma senza un altro samurai che gli facesse da secondo e che, come da tradizione, gli tagliasse la testa al culmine del dolore ponendo fine alle sue sofferenze (come a dire che egli ha provato tanta vergogna da voler soffrire il più a lungo possibile, senza fine, fino alla effettiva morte), ma non si può negare che la crescita sia stata estremamente sfilacciata, con un personaggio che risultava forte quando incosciente o dormiente - pur riuscendo a parlare, cosa che mi ha ammazzato abbastanza la sospensione della incredulità - ma che quindi, quando cosciente, non ci è mai stato presentato come consapevole di sè stesso, maturato e in grado di rendersi conto del proprio effettivo potenziale. 
Aggiungo inoltre che questo credo dipenda dalla struttura narrativa dell'opera di Demon Slayer in quanto, ribadendo che sono anime only, Zenitsu ha combattuto:  
- contro un demone nella casa infestata della Sesta Luna Calante, Kyogai, il demone del tamburo (incosciente perchè svenuto);
- contro un demone ragno nella foresta in cui ammetto, in modo commovente, affrontava la propria debolezza prima di perdere i sensi (incosciente perchè moribondo a causa del veleno);
- contro il demone del treno Mugen (incosciente perchè addormentato);
- contro la Sesta Luna Crescente Daki nel Quartiere del Piacere e poco prima sottoterra conro una di lei manifestazione (incosciente perchè...bho, svenuto o un colpo alla testa)
Come si vede,  non c'è mai stato un momento in cui sia stato mostrata l'effettiva crescita del personaggio e la sua presa di coscienza del proprio effettivo potenziale: per carità, il trauma di cui sopra PUO' giustificare la cosa... ma si dovrebbe mostrare, non lasciare tutto allo spettatore.
Di solito si dice, a proposito delle serie o dei film appesantiti da troppe spiegazioni, "show, don't tell", ossia mostra, non raccontare: in questo caso si è mostrato poco, e spiegato anche meno, ma si è parlato tanto in compenso.



Per il resto, e sempre per restar fedele a quanto scrivevo circa il "sottotono", tutto va come prevedibile, ossia Zenitsu si rivela superiore all'avversario, addirittura diventando pari ad un Pilastro perchè è riuscito ad inventare un proprio, personale, kata, la settima forma.
In questo duello, a dirla tutta, ho sentito i dialoghi molto appesantiti: dire "hai creato una settima forma, per un kata che ne ha solo sei", e prima ancora ribadire quelle due o tre volte che Zenitsu sa usare solo la prima forma tranne le altre, mentre Kaigaku tutte tranne la prima alla lunga sembra un po' ridondante: si, non siamo deficienti, sappiamo contare e se si dice che uno ha creato da solo una settima forma è implicito sia andato oltre le sei conosciute.
Non so perchè, ma questo scambio di battute mi ha veramente infastidito: e un plauso comunque va ai doppiatori che hanno dato una prova davvero magistrale del loro operato, laddove immagino sia proprio il manga ad essere così, ed i dialoghi siano stati riproposti pari pari, supponendo che siano andati 1:1 nella trasposizione sul grande schermo.
Andrea Marino (qui il suo Instagram) come Kaigaku e Mose Singh (lo trovate qui sempre su Instagram) hanno dato vita ad un duello di emozioni, prima ancora che di spade, e posso dire che è stato qualcosa di molto superiore a tutto il resto si sia visto dopo: si percepiva chiaramente il miscuglio di dispiacere, senso di colpa e rabbia che Zenitsu provava per Kaigaku, mentre di quest'ultimo in parte la vergogna per sè stessi per aver ceduto ma anche la tronfia forma di orgoglio per essere diventato più potente senza particolari sforzi e, non ultimo, il disprezzo acuito per il suo ex rivale, Zenitsu. 
Probabilmente, entrambi si chiedevano se, senza la presenza di Zenitsu come rivale, sarebbe accaduto quel che era accaduto: a chiudere la scena, per fortuna non hanno offerto una redenzione tardiva anche a Kaigaku che si dissolve in cenere, restando coerente fino all'ultimo nell'essere un personaggio negativo.
Bene così.

Io sono il Super Saiyan Blu... ah, no, aspetta.


Ed infine, il main event, quello che i trailer ovviamente strombazzavano in tutti i modi: Tanjro (e Gyiu) contro Akaza, reo di aver assassinato il personaggio-mentore come di solito accade nelle storie su "il viaggio dell'eroe": si, Kyōjurō Rengoku non era anziano, con la barba bianca e con la saggezza dei decenni, à la Gandalf o Obi-wan, ma sicuramente è quello la cui morte ha dato una scossa concreta perchè Tanjiro e soci si impegnassero ancora di più negli allenamenti e nella lotta contro i demoni: nonchè, a mio giudizio, uno dei pochi momenti di reale pathos in tutta la serie.

Questo scontro incarna all'ennesima potenza ciò che "Il Castello dell'Infinito" già incarnava all'ennesima potenza di Demon Slayer, nel bene come nel male. Volendo trovare proprio il noumeno dell'opera, è questo scontro, ma non perchè sia perfetto, ma perchè per certi versi E' Demon Slayer.
Akaza è un villain a cui viene data importanza in alcuni momenti: è quello che come scritto uccide Kyōjurō, offrendogli più volte di trasformarsi in demone così da spingerlo a perfezionarsi per offrirgli un intrattenimento eterno, combattendosi a vicenda e migliorandosi reciprocamente, è quello che viene cazziato da Muzan quando non riesce a recuperare il Giglio Ragno Blu, fondamentale per gli esperimenti per provare a rendere i Demoni in grado di resistere al sole - una delle tante sottotrame che non va da nessuna parte e di cui ci si dimenticherà, suppongo - ed è anche quello che si ribella ai suoi "superiori", frantumando la testa di Doma un paio di volte prima di essere riportato al proprio posto anche da Kokushibo, la Prima Luna Crescente
Anche qui, ok, è stato introdotto meglio di altri ma il suo appeal si esaurisce nell'essere uno ossessionato dal perfezionarsi nelle tecniche di lotta: e qui si arriva al top, nel bene e nel male.
Lo scontro tra i due Ammazzademoni ed Akaza raggiunge delle vette visive incredibili, e per un fan - ricordo, sono un casual watcher che però cerca sempre di entrare in sintonia con l'opera - il tutto è una autentica goduria, perchè ci sono tecniche su tecniche, schivate, parate, devastazioni ed ogni altro campionario di scene, musiche e suoni in grado di fare la felicità del fruitore medio di un anime di questo genere.
E sicuramente, come ho scritto in un precedente articolo, c'è anche qui un coinvolgimento emotivo forte, sempre per la morte di Kyōjurō Rengoku, che aggiunge pathos al duello e che vede Tanjiro voler esigere vendetta più da lui che da Muzan, a momenti: ma poi si arriva a quei maledetti flashback e li onestamente mi sono annoiato da morire (ci arriviamo a breve).
Glisso sul concetto introdotto li per li de "il mondo trasparente" (che suppongo sia un'altra espressione per indicare una sorta di stato di coscienza alterato) o della "bussola" di Akaza, elemento che lo stesso villain non aveva mai accennato esistesse o chiamato in quel modo tra sè e sè  e che ora, improvvisamente, tanto lui che Tanjiro chiamano in quel modo. 
Il "mondo trasparente" era stato - forse, nemmeno i fan sono concordi - introdotto da una scena sul finire della terza stagione quando Tanjro riusciva a vedere l'essenza del Cinque Crescente Hantengu e decapitare il suo minuscolo corpo nascosto all'interno del corpo da demone più grande.
Ma di base, per me, quello che Tanjiro sfrutta è il concetto del "no mente", presentato nell'Ultimo Samurai ma anche in dozzine di opere come, di nuovo, Saint Seiya Omega ma anche Ushio e Tora, e che riguardava l'annullare la propria mente, fare il vuoto, cancellare gli intenti omicidi e diventare veramente come l'acqua trasparente, adattarsi all'avversario, fluire senza contrapporsi. 
Non da ultimo, ricordo anche Project Arms, in cui si parlava della contrapposizione tra l'Anima dell'Acqua, mutevole, adattabile, e l'Anima del Fuoco, ossia l'aggressività, l'animosità e così via.
In questo senso, i più piccoli che erano in sala non hanno capito una mazza di niente di cosa fosse questo nuovo stadio di coscienza, questo "mondo trasparente": un quindicenne alle mie spalle che parlottava con un amico ha travisato tutto, pensando che Tanjiro si muovesse in un altro mondo, una sorta di mondo parallelo.
E di nuovo, non so se nel manga fosse così, ma reso sullo schermo non funzionava.
Poi, come sempre, decapitazioni che per antonomasia dovrebbero essere sottoposte al rallenty per enfatizzare, ma poi accelerare così da trasmettere il senso di velocità - Tokito vs Gyokko, per dirne una- ma qui durano MINUTI: manco le kamehameha di Dragon Ball, a momenti.
E, infine, menzione d'onore per le lacrime del pubblico per il flashback di Akaza, praticamente un minifilm che dura venti, fottutissimi, minuti, chè a quel punto perchè non farlo PRIMA, non introdurre PRIMA un sì grande villain.
Un'opera di 23 volumi che può vantare 63 episodi e tre lungometraggi non può tirar fuori la scusa che non ci fosse tempo o spazio per narrare questi avvenimenti: come ho scritto, ciò che funziona su carta non necessariamente funziona su grande schermo - vedi Modok del MCU, per esempio, vedi Tom Bombadil de Il Signore degli Anelli, mai presentato da Jackson proprio per paura ne venisse fuori un personaggio caricaturale e che successivamente è stato adattato ne Rings of Powers in modo tale da essere simile, ma differente rispetto a quello letterario e, quindi, un personaggio misterioso ed intrigante, e non una sorta di sciocco canterino.



Anche in Attack On Titan si è scelto consapevolmente di spostare un intero capitolo ad un momento in cui l'effetto del pathos, o del trauma emotivo, potesse essere massimo per lo spettatore.

E questo, già così, risulta un piccolo problema: quest'arco narrativo copre i volumi che vanno dal 17 al 23 e, questo film nello specifico, appena i volumi 17 e 18, per la modica durata di due ore e venti minuti circa; questo vuol dire dobbiamo aspettarci almeno altre cinque, forse sei ore, per chiudere l'equivalente di cinque volumi del manga, dato si prospettano altri due film per chiudere questa ideale trilogia.
A scanso di ripetizioni, trovo questa scelta di Ufotable, che ricordo bene per la resa di Fate/Stay Night, dove ad un certo punto non si capiva più una mazzafionda di niente, sia abbastanza legata a quel particolare elemento che induce a scelte di campo forti, ma controverse: IL DENARO.

Sul serio, posso capire si voglia mungere il pubblico di DS che si è rivelato un insospettabile fenomeno, ma tirare fuori TRE FILM per un arco narrativo di un manga in cui la storia, salvo colpi di scena all'ultimo, è di una semplicità estrema a voler essere buoni, di una piattezza assurda ad essere più severi ma giusti, risulta veramente troppo.
Fermo restando che si tratta di un prodotto eccellente sul profilo dell'intrattenimento, qui non si è nell'alveo di un prodotto come Attack On Titan in cui, a parte la mole di elementi da riportare, c'era anche il bisogno di far respirare ogni tanto il pubblico, curare il pathos, spiegare i retroscena e far quadrare tutto quanto in modo che il 99,99% delle cose venisse spiegato, chiudendo il sipario su personaggi, buoni, cattivi o solo UMANI che si era imparato a conoscere nel corso degli anni.

Nel tempo trascorso dall'11 settembre ad oggi, 5 ottobre, in cui sono riuscito a trovare il tempo per far uscire questo articolo, ho fatto un ennesimo rewatch di tutta la serie, e ciò che ho percepito è qualcosa che senz'altro nel manga era più dosata: la lunghezza ridotta della storia.
Nonostante, di nuovo, sei decine di episodi, gli "archi narrativi" sembrano sempre corti: il fatto che ci si concentri interi episodi su di uno scontro rende, narrativamente, UN SOLO VILLAIN o gruppetto di VILLAIN affrontati: mai come ora il "comunque conta per uno!" di Gimlica memoria, è efficace.
Come detto per Zenitsu, che sembra aver avuto un numero ridotto di scontri, così i personaggi o i villain, ancor più, sembrano avere sempre poco spazio: Akaza meritava di venire spalmato durante tutta la serie, ma bene o male non posso essere eccessivamente severo sul punto; ma Doma? Oppure Obanai delle Serpi? Sanemi del Vento? Lo stesso Kaigaku non era il caso farlo cicciare fuori ogni tanto, pure dieci secondi, ogni tot, in modo che lo shock del pubblico seguisse di pari passo quello di Zenitsu?

Quanto al minifilm di Akaza (venti minuti sono un cortometraggio, non un flashback, di regola): onestamente? No, non mi sono commosso, perchè se il mondo di Demon Slayer fosse di gente bene o male normale, nel senso triste o felice in maniera comune, magari mi sarei dispiaciuto maggiormente per un così grande concentrato di sfortuna.
Ma dato che in questo mondo ognuno ha una cospicua serie di sfighe, gente morta, ingiustizie sofferte, parenti ammazzati, familiari morti di fame o altro, diciamo che la sorte di Akaza/Akagi mi sembrava simile a quella di altri personaggi.
Certo, si potrà dire che proprio questo funge da contraltare, e il fatto che alcuni reagiscano positivamente alle ingiustizie o soprusi rispetto a chi abbraccia la via della violenza e si lascia travolgere dagli eventi diventando malvagio o un Demone, sia proprio il fulcro di tutto questo conflitto ideologico e morale.




Però se così fosse, almeno questo villain così importante, per il tempo dedicatogli e le decine di minuti per vedere Akaza finalmente collassare pur se decapitato - si è capito che la decapitazione funziona solo quando le esigenze della trama lo permettono, vedi Gyokko (decapitato in un secondo) rispetto a Daki, la quale assieme a suo fratello Gyutaro costituisce la Sesta Luna Crescente, che viene decapitata in oltre dieci minuti di grida e Zenitsu che vola, aspettando rispettosamente che anche Tanjiro e Tengen si muovano a decapitare, appunto, Gyutaro - si poteva trovare del tempo per introdurre la storia di Akaza molto prima: l'ho già detto, e resto di questo avviso. 
E onestamente, tra il dare delle motivazioni ad un villain, e dargli invece delle giustificazioni, ce ne passa di acqua sotto i ponti: Darth Vader/Fener aveva motivazioni su motivazioni E ANCHE delle giustificazioni che, venendo da lontano, da quando come Anakin è stato sottoposto a stress e bullizzato, in soldoni, che l'hanno progressivamente portato dall'essere un personaggio buono, un bambino innocente, a diventare il male che però è convinto di essere il bene.
Akagi è un violento per procurarsi medicine per il padre, che però quando scopre che il figlio è un totale delinquente ed una vergogna (oh, in Giappone si usa), si toglie la vita. 
Sarà che sono diventato duro - parla uno che leggendo gli ultimi dialoghi tra Raistlin e Caramon al proprio figlio stava piangendo - ma a me ha detto poco la storia di Akagi, per quanto un mezzo sussulto l'abbia provato quando Muzan gli sfonda il cranio e gli offra di diventare parte del suo entourage e la risposta sia, semplicemente, che non gli importa. L'atarassia completa, l'apatia verso la vita, il considerare sè stesso inutile che viva, muoia o non viva. Ecco, questo passaggio si, mi è piaciuto.

Per conoscere l'epilogo della stroria attraverso i due film, comunque, dovremo aspettare poco, forse tre o quattro anni: suvvia, non fate quelle facce, è il tempo necessario a decapitare Hantengu, che sarà mai.


 - Leo "Lordgirsa" d'Amato -



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