mercoledì 6 agosto 2025

[VistoIeri] Encanto, il 60° film Disney in cui si premia (Golden Globe ed Oscar) una famiglia mafiosa e vagamente abusiva (si scherza, ma non troppo)




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Qualche giorno fa, dopo aver rinnovato l'abbonamento a Disney+, mi sono lanciato, da solo o con la mia famiglia, nel rewatch di molti prodotti oltre che nel tentativo titanico di recuperare la maggior parte di quelli che ho perso nell'ultimo anno.
E così, mi è capitato di vedere nuovamente Encanto, sessantesimo classico Disney, ed ho notato che pure a distanza di tempo la sensazione di fastidio che provo per quest'opera non è mai andata via: non si è attenuata, non si è ingigantita, è solo li, che ogni volta mi ricorda quanto quest'opera sia gradevole superficialmente ma estremamente sbagliata sotto più livelli.

Come una sirena mitologica si mostra come una donna avvenente sopra la superficie delle onde ma al di sotto si rivela essere un mostro in grado di uccidere i marinai e suscitare paura e disgusto.

Ok, forse un po' meno, ma il concetto è chiaro.
Da molto, molto tempo, è stato messo "in chiaro" , su Disney+, il sessantesimo classico di casa Disney, ENCANTO: un film che, peraltro, un po' di tempo fa ha ricevuto anche il premio del Golden Globe sottraendolo al cuginetto Luca, di casa Pixar (sempre roba Disney, ma autonoma realtà) e complice mia figlia posso dire che lo conosco praticamente a memoria.

A rincarare la dose del mio fastidio, per quanto non sia del tutto giusto e corretto provarlo, Encanto è stato anche candidato agli Oscar assieme a Raya (indovina un po', Disney) così come Luca che, però, è di casa Pixar: Pixar che, negli ultimi anni, è stata lievemente bullizzata e messa in disparte dalla Casa del Topo: lo stesso Red/Turning Red, forse il film piu maturo e consapevole della Pixar , è stato messo solo in streaming e non distribuito nelle sale, cosa che ha secondo me danneggiato, e non poco, per l'ennesima volta questa grande fabbrica di sogni: è capitato già in precedenza, ma in piena pandemia e li la cosa poteva comprendersi: ora, sembra quasi un sabotaggio o uno pseudosuicidio, considerando che Pixar e Disney dovrebbero essere comunque una unica realtà... o, forse, no.
Riassumendo, Disney si è presentata con due film, Pixar con uno solo: e, indovinate un po' com'è andata a finire?
Che ha vinto Encanto.
Encanto.
Uno dei film con la storia più nella media e banale di casa Disney.

La mia faccia quando ho saputo dell'Oscar per Encanto


Tutto ciò senza scordare nemmeno I Mitchell contro le le macchine (Netflix) che non ha ricevuto grandi riconoscimenti in quella direzione.
A scanso di equivoci, e giusto per contentare chi cerca subito il giudizio finale, a mio parere Encanto non allaccia nemmeno le scarpe a Luca, e non solo per l'orgoglio italiano che spinge giustamente a difendere ciò che incarna il tuo cuore e un po' una mosca bianca nel panorama che celebra, ripetiamo, l'italianità in casa Disney che non è cosa che accada tutti i giorni, ma anche perchè, banalmente, Luca ha meno problemi di quanti ne abbia Encanto, con una trama più semplice, eppure non per questo poco profonda.
Giusto per autocitarmi, "semplice e semplicistico sono due concetti molto distanti".

Dopo Raya, messo direttamente sulla piattaforma del Topo a gennaio scorso senza passare dalla sala a causa della pandemia di Covid che ci ha flagellato per più di due anni, il secondo film Disney 2021 arrivò nelle case degli abbonati e solo dopo diverso tempo ha conosciuto una breve incursione al cinema,  ad aprile 2024: un film decisamente più "classico" rispetto al precedente che era scevro da canzoni, spezzoni musicali e finanche una "principessa" classica.
Certo, Raya, l'omonima eroina del film,  aveva un ruolo e una posizione speciale nel mondo, ma un po' come per lei, anche in Encanto si assiste progressivamente alla decostruzione del ruolo di "principessa" classica, per creare adesso un personaggio differente, meno perfetto, con palesi difetti: così accade a Mirabel, la protagonista di questo film, in quanto ella porta gli occhiali, incarna un tipo di etnia differente da quella europea e, dulcis in fundo, non ha di certo il phisique du role

Encanto, è un film che, a tutt'oggi, ancora mi confonde, restando incerto sul giudizio complessivo che, comunque resta àncoràto ad una sufficienza molto piena, ma che tale resta.
Non essendo facile, peraltro, ridurre tutto ad un numero, un giudizio, un parere semplificato, tocca andare nel dettaglio visto che ci ho messo praticamente quattro anni per scrivere qui una recensione o comunque dare forma alle mie idee.

Ammetto che dopo la notizia dell'Oscar ho un po' mollato l'idea di parlarne perchè quand'anche mi sono trovato a discorrerne dal vivo con alcune persone, mi sono reso conto che esse non riescono ad afferrare talune sfumature che, però, una volta acquisite spostano parecchio l'ago della bilancia del giudizio: e per quanto possa provare a spiegare e rispiegare certe cose, comprendo anche che il buono che c'è oggettivamente in questo film può confondere o traviare: l'Oscar, del resto, parla chiaro, pur restando un premio di base parecchio socio-politico come confermano i tre Oscar regalati a Black Panther.

Tre Oscar a Black Panther. A momenti nemmeno il Signore degli Anelli li portava a casa.

Solo adesso, forse, riesco a dare corpo alle mie idee ed infilzarle una dietro l'altra in modo armonioso per spiegare come e perchè questo film sia, a mio giudizio, profondamente sbagliato: l'opera, che pure mi sembra intellettualmente ingiusto demolire completamente - è un buonissimo cartone, ripeto - merita comunque di venire analizzata così che io possa forse provare a chiudere questa pesante questione e riuscire a trovare la pace.
Andiamo con ordine.

A momenti c'erano più personaggi di Avengers Endgame


-Le musiche-

Via, togliamoci il dente: le musiche, realizzate da
Germaine Franco (Coco, Dora and Lost City of Gold) e Lin-Manuel Miranda (Oceania, Star Wars Il Risveglio della Forza, Il ritorno di Mary Poppins) sono a dir poco splendide. Diciamolo per onestà intellettuale perchè, da buon segno zodiacale Bilancia, mi sforzo d'essere equilibrato.

Pur non potendosi definire ad un primo ascolto dei veri  e propri tormentoni alla All'Alba Sorgerò (Frozen), perchè se ascoltate avulse dalla storia perdono di forza, ci sono quelle due o tre canzoni che rimangono in testa a martellarti abbondantemente l'Io Inconscio anche quando si dorme e che sono davvero bellissime: Non Si Nomina Bruno, che sulle prime pensavo avesse lo zampino di Santana per le musicalità, La Famiglia Madrigal e La Pressione Sale sono solo alcuni esempi, così come la traccia finale in cui si narra un po' meglio del passato di Alma "Abuela" Madrigal, Dos Oruguitas (Due Bruchi) accreditata a Sebastián Yatra ma composta da Alvaro Soler, che è davvero intima e profonda.

Andando oltre, proprio "Non si nomina Bruno" ha scalato le vette della Billboard segnando un record di vendite dopo l'altro tra dicembre e febbraio, riuscendo a scalzare mostri sacri quali All'Alba Sorgerò (Let it go, Frozen) e "Il mondo è mio" (A Whole New World, Aladdin) piazzandosi saldamente in classifica.

Tutto bene, dunque? No, non proprio.

Sempre ricordando che sono opinioni personali e si va di gusto e capacità di lasciarsi scivolare certe cose in base al proprio grado di tolleranza, il problema che ho con queste tracce musicali è che, come accennato in alto, se venissero estrapolate dal contesto apparirebbero, tanto per cominciare, abbastanza forzate; secondo, l'adattamento italiano, pur se ovviamente non è affatto male, e ci mancherebbe potendo vantare eccellenti tradizioni scolastiche di adattatori e doppiatori, non riesce, tuttavia, a catturare il senso a tutto tondo della versione originale, un po' come in Frozen dove All'Alba Sorgerò nella versione originale riprendeva e rafforzava le tematiche di "porte chiuse", allusione sia alla sessualità di Elsa quanto banalmente allo stile di vita troppo isolato della fanciulla, contrapposta alle "porte aperte" di cui Anna, fin troppo esuberante e bisognosa di attenzioni e di affetto, cantava; terzo, queste canzoni sono strumenti un po' troppo abusati durante la visione di Encanto in quanto impiegati per mandare avanti la trama: laddove da che mondo e mondo in casa Disney si canta per raccontare, approfondire, portare avanti l'introspezione e la presentazione delle motivazioni dei personaggi, è pur vero che esse servivano a completare ciò che si presentava durante tutto il lungometraggio, cosa che in Encanto non accade, come se il minutaggio non fosse sufficiente o il focus della storia non fosse ben definito e, quindi, si cercasse attivamente di coniugare l'esigenza di mandare avanti la storia con quella di approfondire i personaggi e spiegare anche i loro retroscena. 

Un bel personaggio, che finisce presto sullo sfondo.

Semplificando, le canzoni sopperiscono a linee di dialogo assenti e ad approfondimenti di cui si sente la mancanza: unendo capra e cavoli, così, hanno tirato fuori il tormentone sonoro/canoro che aiuta anche a spiegare incidentalmente le motivazioni dei personaggi. 

Si ripete, non è una cosa gravissima, ma suona (ahahaha) un mezzo un po' stantio ed abusato che mal si sposa allo stile ed alla narrativa di Casa Disney degli ultimi anni.
Basterebbe fare un confronto con Coco che pur del 2017 è decisamente un film perfetto specie sotto il profilo delle musiche ed il loro intelligente impiego.

I primi otto minuti di Encanto sono un gigantesco, lungo, atroce spiegone che fa sorgere più domande di quante ne risolva: con il pretesto di tre bambini che di punto in bianco sanno di non sapere una fava della famiglia più importante di quella vallata, in cui c'è un insediamento nato grazie proprio ai Madrigal, Mirabel si esibisce nella prima canzone un zinzino forzata con la quale spiega ai fanciulli, ossia a noi spettatori, chi siano i membri della famiglia e quali siano i loro Poteri/Talenti. 

All'anima della pigrizia della scrittura.

Provate ad immaginare che nel vostro quartiere vengano a vivere, bho, gli X-men, gli Avengers, i Fantastici Quattro: sul serio la gente non conoscerebbe persino la marca di mutande che indossano questi personaggi?
Inoltre, la cosa particolarmente non chiara, o almeno una delle tante, è se la vallata in cui si è formato questo grande insediamento si aperto al mondo esterno o sia isolato ed autosufficiente, visto che in circa una generazione hanno costruito strade, mercato, una chiesa e tanto altro che non viene minimamente approfondito con un po' di sano worldbuilding.

So che se mi comincio a porre queste domande esistenziali, questo post/articolo/recensione verrà fuori lungo come la Divina Commedia ma soffermiamoci un attimo su questo punto: esternare ed elencare nomi di personaggi che nemmeno si sono visti fino a quel momento raccontandone con un ritmo parecchio veloce cosa facciano e chi siano - zio, zia, cugino, sorelle eccetera - è un azzardo: non credo d'essere stupido ma alla fine della canzone avevo compreso più o meno solo la metà dei nomi dei personaggi ed imparato quali poteri avessero solo perchè venivano mostrati durane la canzone; e questo, se posso permettermi una licenza poetica, è uno strumento un po' svogliato e paraculo.

I due reietti della famiglia

Si capisce già da queste poche, ma importanti cose, che il minutaggio non è e non sarà sufficiente ad approfondire i vari membri della "famiglia" Madrigal: tutti, ad eccezione di Mirabel dotati di un Dono/Potere/Talento: la domanda che pongo, tuttavia, è "che fretta c'è?"

Non comprendo alle volte questo tipo di escamotage laddove ci sono film che durano anche più di due ore e mezza - vedi alla voce: "cinecomics" - eppure i ragazzini le reggono tranquillamente. Dovremmo essere lontani dagli anni 90 e primi 2000 in cui i film Disney dovevano categoricamente rientrare nei 90 minuti di durata, titoli di testa e coda compresi, cosa di cui film come Atlantis hanno pagato lo scotto, eppure sembra che per sviluppare adeguatamente una cosa così essenziale come i protagonisti del film, tempo non ce ne sia mai abbastanza.

Corollario, nessuno ha imposto, credo, di inserire ventordici membri nella famiglia Madrigal: se è vero che abbiamo rischiato ce ne potessero essere anche di più, dato che nel dietro le quinte si parla di almeno altri tre o quattro personaggi più o meno già abbozzati che questi pazzi volevano inserire, trovo che anzi che la narrazione ne avrebbe giovato se fossero stati eliminati un paio di membri della famiglia, visto che, per esempio, la Tia Pepa, "che influenza il meteo" e il figlio Camilo, che cambia d'aspetto, non servono ad una beneamata mazza: non aggiungono nulla alla storia, non offrono spunti o conflitti o interazioni con la protagonista Mirabel e, soprattutto, appaiono per qualcosa come cinque minuti a dire tanto in tutta la pellicola, se messi assieme: si, un paio di siparietti comici li offrono, ma si poteva darli in mano ad altri personaggi, magari.
Se insisto su questo punto, è perchè magari, una volta sfoltito il numero di personaggi da introdurre, si potevano sfruttare anche solo un paio di minuti per consentire di approfondire di più il rapporto di Mirabel con la abuela Alma o con la sorella Isabela che, a tempo perso, sarebbero i personaggi con cui la protagonista entra in conflitto, visto che nessuna delle due è una antagonista nel vero senso del termine.
Mi viene, poi, da chiedere di quale reale utilità sia il Dono di cambiare aspetto concesso a Camilo: capisco il potere di controllare il tempo per le sementi ed evitare catastrofi meteorologiche, comprendo il profetizzare e vedere il futuro, posso ancora ancora cercare di capire l'importanza di udire anche uno spillo che cade (Dolores), ma cambiare d'aspetto e trasformarsi in chi si voglia mi sfugge come possa aiutare una comunità, visto che il concetto è che questi Doni servono per aiutare tutti coloro che vivono li.
Questo, salvo l'abuela voglia mettere su una squadra di persone eccezionali perchè, insieme, lo siano ancora di più (cit).
Dopo gli Avengers, gli Encanters. 

Circa i personaggi, non temete, ci ritorneremo: e già mi viene il fegato ingrossato al pensiero di quanto dovrò scrivere non già per convincere gli altri, ma anche me stesso, visto che è il primo film di casa Disney che mi fa questo effetto. 

-Grafica e animazione-

Anche qui possiamo toglierci subito ogni dubbio: splendidi. Per quanto, personalmente, continui a preferire lo sfoggio di palette con milioni, letteralmente, di sfumature di verde espresse nel preistorico Tarzan o la meraviglia grafica che ha nome Oceania, dove la sabbia si percepiva come vera e bollente, ed il mare reale al punto che anche tra dieci anni potrà lasciare a bocca aperta, Encanto è un encanto di colori, design, animazioni.

Giusto per ricordarlo, la grafica di Oceania è del 2016...
...ma ovviamente non intendo dire sia meno che meravigliosa

                                  

I personaggi sono caratterizzati graficamente in modo accattivante, i movimenti fluidi e i comprimari sufficientemente buffi da poter restare nella memoria: i tre ragazzini iniziali, di cui parlavo a proposito della canzone/spiegone iniziale, uno dei quali schiavo della caffeina, la stessa Mirabel e più in generale tutte le cose, appaiono davvero una gioia per la vista.

Ma...c'è un ma.
Guardandolo e riguardandolo non capivo cosa mi desse fastidio o semplicemente mi bussasse con prepotenza sulle cornee: poi, l'ho capito.
La skin di Mirabel, comprese alcune sue movenze, sono palesemente ispirate a quelle di Vaiana/Moana nel film Oceania

La stessa Luisa strizza i bicipiti gli occhi a Maui e non trovo sia una coincidenza.

Si, qui non sono perfettamente identiche, ma è l'unica che ho trovato


E per quanto in casa Disney sia d'uso "non gettare via niente" come tradizionalmente si fa col maiale - basta ricordare Little Jhon di Robin Hood che era un copiaincolla di Baloo de Il libro della Giungla - qui ho la sensazione di un po' di pigrizia sullo sfondo.

Non sfugge nemmeno che Luisa, la sorella forzuta di Mirabel, si metta in posa flettendo i muscoli, bicipiti e spalle di schiena esattamente come faceva Maui, il semidio di Oceania: facciamo finta che sia pure questa una coincidenza? Eh. Però siamo già a due.
Non giovano nemmeno che alcuni omaggi siano un po' forzati, tipo Mirabel che si rivolge alla sorella Isabela chiedendole "un caldo abbraccio" (Frozen) per quanto qui le sorelle sono molto più lontane e divise perchè... già, perchè? Al netto del fatto venga detto da Isabela che Mirabel è una sorta di palla al piede, e che per quest'ultima la principessa sia solo una perfettina, non viene assolutamente detto nient'altro al riguardo. 
Non si sopportano, perchè si. E vabbè.

C'è dunque altro da dire circa questo aspetto del film? 
Graficamente accattivante, personaggi comunque buffi, specie la gente del villaggio, colori decisamente caldi pur senza strafare, Encanto risulta almeno vincente su questo aspetto.

- La storia e la Trama -

Per quanto spesso siano usati impropriamente come sinonimi, la Storia e la Trama non sono la stessa cosa.
La storia è ciò che si vuole raccontare, la trama è l'ordine di eventi tramite cui narri la storia.
Chiaro, semplice, pulito.

Definito questo, Encanto ha una storia semplice, con pochissime nozioni di contorno - una comunità che vive, non si sa quanto isolata dal resto del mondo, che trae beneficio grazie ai Doni concessi ai Madrigal da non si sa bene quale forza che essi chiamano solo Il Miracolo.
Il problema è che una persona nata in questa famiglia, la nipote della abuela, ossia della nonna, Alma Madrigal, è sprovvista del Dono: interrogando il futuro, Tio Bruno, fratello di Pepa e di Julieta (mamma di Mirabel) ha una visione circa il fatto il Dono/Miracolo potrebbe essere in pericolo e che possa c'entrare proprio una Mirabel adulta, ragion per cui egli si esilia dalla famiglia fingendo di scappare, in realtà nascondendosi tra le mura dell'edificio incantato, la Casita, dove vivono i Madrigal.
L'esilio autoimposto di Bruno, peraltro, non è frutto soltanto del suo desiderio di proteggere Mirabel così da non svelare la sua visione, ma anche smettere di essere mal giudicato, perchè tutti lo scambiavano per un portatore di malasorte, quasi come se le sue visioni fossero causa di ciò che di brutto poi capitava alle persone che si rivolgevano a lui per chiedergliene e non fossero, invece, oggettive perchè Bruno è un semplice tramite del fato/destino/futuro.
In occasione della cerimonia con cui Antonio, cugino di Mirabel, riceve il proprio Dono, Mirabel si accorge che qualcosa sta indebolendo il Dono e, così, anche tutti i doni dei familiari. Forse il dono sta per sparire? Sprovvista quindi di un Dono, ma desiderosa di sentirsi speciale come gli altri della famiglia, Mirabel decide di investigare... nella sua stessa casa per scoprire cosa minacci il Miracolo.

L'impicciona della famiglia: ha una sotto-sotto-sotto trama amorosa

Questa è la storia che viene narrata: la trama, invece, è meno solida a mio giudizio, perchè scoprire da cosa è derivato questo Dono/Miracolo, a dieci minuti dalla fine del film, non offre il giusto effetto sorpresa anche perchè... viene spiegato non spiegandolo.

In buona sostanza, la comunità a cui appartenevano originariamente Alma e suo marito Pedro Madrigal viene attaccata da....bho, predoni? Conquistadores? Banditos? (su Wikipedia si parla di soldati).
Ciò non viene mai detto, per quanto si potrebbe pensare ci sia un fondo di verità in quanto potrebbe benissimo trattarsi di un riferimento a qualche episodio storico avvenuto nel Messico od in Colombia, dove credo la storia venga ambientata. Tutto ciò che accade è che le persone fuggono, abbandonando il villaggio oramai in fiamme, e Pedro si sacrifica per salvare Alma, i loro tre figli e il resto dei fuggitivi. 
Fine.
Questa è letteralmente tutta la esposizione e la spiegazione che il pubblico ottiene riguardo alla concessione del Miracolo ai Madrigal.
Non viene spiegato perchè questo sacrificio dovrebbe contare più degli altri che sicuramente ci saranno stati, non viene detto se la cosa dipenda dal luogo in cui avviene la morte, se si tratti di un potere che scaturisce come risposta alla morte violenta o dal dolore di Alma Madrigal, se sia la candela che ella stringeva tra le mani a recepire o canalizzare questo desiderio di protezione, se sia un mezzo plagio di Lily Evans che si sacrifica per difendere Harry Potter da Voldemort ... no, con la meccanica tipica della favola, accade perchè si.
Le montagne si elevano, i banditos/conquistadores/disgraziatis sono impossibilitati a raggiungere i superstiti e questi si stringono attorno ad Alma quale loro capo ed, insieme, strumento di protezione ed aiuto.

E questo aspetto non funziona in maniera molto efficace, all'interno del film: tanto per cominciare, non si percepisce mai che ci possa essere un reale senso di pericolo che gli abitanti provano verso "il mondo esterno", non c'è mai una volta in cui i Doni vengano percepiti dallo spettatore o usati nel cartone come utili per salvare tutti o necessari a proteggersi.
Sono, semplicemente, utili (tranne quello di Camilo, che sembra il classico desiderio che un bambino di quattro anni esprimerebbe: "vojo che quella cambi il tempo! e la signora guarisca col cibo. E quel bambino parli e sia empatico con gli animali... e che lui....lui possa cambiare ed avere l'aspetto di chiunque!")
Questi poteri sembrano semplicemente dei giocattoli in mano a persone che li usano per far stare bene tutti.
Si, sarà che il senso, voluto o meno, sia che venga mostrato che si diano per scontati o sottovalutati, o snaturati, o considerati via via "normali", come Luisa che sposta una intera chiesa o un ponte a mani nude e praticamente non ci si faccia nemmeno più caso; o che gli abitanti parlino ai Madrigal come se fossero dei semplici mezzi per avere delle comodità, ma a mio giudizio si tratta del più grande spreco di "poteri" che si potesse fare. Più che essere utili ed al servizio della comunità, a momenti mi pare che i Madrigal ne siano schiavi, e che debbano rendere conto di come usano i propri Doni o se essi siano ancora affidabili, al punto che arriva anche una delegazione cittadina a chiedere conforto al riguardo.

La sede degli Avengers della famiglia Madrigal

Se Alma ha ricevuto il Miracolo, che ogni tot tempo sceglie un membro della famiglia perchè riceva un Dono, quest'ultimo non dovrebbe servire effettivamente a qualcosa per proteggere ed arricchire la vita della comunità?

Una persona come Dolores che sente addirittura a chilometri ciò che la gente dice, o persino il rumore di un occhio che trema, non rappresenta un Dono per la comunità, ma è secondo me qualcosa di abbastanza sgradevole, perchè nessuno sarà al sicuro nemmeno in casa propria se vuol parlar male di qualcuno o dire qualcosa di nascosto: magari il senso di quel potere è che non si possa complottare o dire segreti? Quindi, privacy zero con una persona che ode anche il rumore dei tuoi capelli che si muovono ma per qualche misterioso motivo, non si accorge che lo zio mangia, dorme e vive assieme ai topi nella loro stessa casa. 
Ma sul serio fate?
Camilo che si trasforma in chiunque...nonostante ciò che viene mostrato nella canzoncina iniziale, quando prende l'aspetto di una madre alle prese con un infante così da darle il cambio e farla riposare, non mi fa pensare ad un dono necessario, mi fa pensare ad un potenziale criminale.
Magari poteva ricevere un Dono più utile, tipo imburrare le tartine passando la mano sul pane o cuocere i cibi con uno sguardo o imbiancare le staccionate a sputi.

Ancora, e qui mi ammazzo ogni volta che spiego questa cosa alle persone, perchè è una cosa totalmente senza senso: Mirabel scopre che il Miracolo sta morendo - cioè la fiamma della candela incantata si sta spegnendo - e a caso spunta fuori il nome dello zio, Bruno, che potrebbe saperne qualcosa, non fosse che è sparito da anni.
E ok.
Mirabel riceve il consiglio di andare ad esplorare la stanza di Tio Bruno che, come tutte quelle di coloro che vivono nella Casita, ad eccezione di quella di Mirabel  che viene schifata tutti, topi compresi, per non possedere il Dono, è incantata: ogni stanza è, quindi, praticamente un mondo a parte, una foresta che ospita alberi e animali per Antonio, un ambiente ricco di fiori con letto a baldacchino e fiori e piante che spuntano dappertutto... e basta, perchè sempre per pigrizia non ci vengono mostrate le stanze degli altri membri della famiglia.
L'unica che viene, appunto, esplorata, è quella di Bruno che è una sorta di ambiente naturale, una caverna dove scorre la sabbia (a simboleggiare il tempo, il futuro, non lo so) e si rivela essere un posto straordinariamente pericoloso.
Mirabel chiede quindi alla Casita, che funge un po' da comedy relief come il tappeto di Aladdin o l'Oceano in Oceania, di rendere l'ambiente più confortevole e permetterle il passaggio fino alla reale stanza di Bruno, che si trova oltre un avvallamento colmo di sabbia, in cima ad una scalinata di pietra, ma la Casita scuote la porta come a dire di no, che non può aiutarla e quindi Mirabel esclama "Non hai potere qui?".

Quindi, aspettate: la Casita, al cui interno c'è la stanza di Bruno, che si trova sempre nella Casita, non ha potere in un ambiente immenso che è per forza creato con la magia della Casita?
La Casita non ha potere nelle sue stesse zone?
Ma siete deficienti?
Alle volte mi sembra sia uno spreco di intelligenza analizzare queste cose, ma o sono il solo ad accorgersene oppure evidentemente sono sbagliato io, perchè solo quando sbatto in faccia queste assurdità mi sento dire "oh, non ci avevo pensato, è vero".

Il problema è che io queste cose le noto, non mi ci metto a pensare per costruire un video di "Non ha senso" o altro, le noto subito che queste cose sono storte: ed allora mi chiedo, gli altri, specie i critici, non vogliono essere tali prendendo un cartone per quello che è, quindi siamo tornati al concetto di cartone=bambinata, o semplicemente non le vedono queste cose e si basano sulla percezione della massa che guarda positivamente a questi prodotti?


Con la famiglia che ti ritrovi, non so che cosa hai da sorridere. 
Oppure è una paresi.

dddddd


- La morale ed i personaggi -

E qui mi diverto perchè, fuori dai denti, i Madrigal e diversi abitanti della vallata, sono una massa di stronzi.
Ad eccezione di Luisa, che avrei tanto voluto vedere maggiormente approfondita perchè si era rivelata un personaggio estremamente complesso ed interessante, ed ovviamente della madre di Mirabel, Julieta, che sa curare col cibo, tutti trattano la protagonista come se fosse un fastidio, allo stesso modo con cui ci si relaziona con  un bambino affetto da qualche deficit: si, gli vuoi bene, si, lo tolleri (parola chiave), ma ti secca non sia al passo con gli altri, a voler essere buoni; a voler invece essere cattivi, non la sopportano proprio, a cominciare da Alma "abuela" Madrigal, fino a sua sorella Isabela che pur non essendo la vera antagonista, è un personaggio con cui Mirabel viene mostrata avere bisticci fin dal primo momento, non tollerarsi reciprocamente e cordialmente detestarsi ma senza che mai venga davvero spiegato il perchè.
E' un po' come se una ragazza fosse l'unica ad aver finito a malapena le scuole medie e facesse solo la casalinga in una famiglia di gente laureata che svolge lavori gratificanti e ben retribuiti: e' questo il livello di imbarazzo che tutti provano verso Mirabel perchè è palese che il fatto ella non sia speciale sia motivo di vergogna e di difficoltà a parlarne con gli estranei, appunto, per i suoi familiari.
Questo, però, avrebbe avuto importanza se i genitori di lei si fossero scontrati col resto della famiglia, sia pur bonariamente, o se ella fosse stata comprensibilmente un personaggio veramente afflitto e un filo rancoroso, cosa che l'avrebbe resa meno perfetta e più umana perchè si, Mirabel ama la sua famiglia, vuol bene alla propria famiglia e vorrebbe essere come gli altri, in possesso di un proprio Miracolo, ma non viene spiegato perchè diamine voglia bene a chi non la sopporta, se non perchè, brutto dirlo, non ha nessun altro con cui parlare, interagire, o sentirsi meno sola.

Il problema che ho con Mirabel è che lei vuole essere amata, vuole farsi accettare, ma non ha altro, e non è niente, senza la propria famiglia: non ha amici nel villaggio, anzi c'è chi la paracula senza rispetto definendola "non speciale" quando teoricamente dovrebbe pur sempre essere un membro della famiglia più importante di quella cacchio di vallata, e in definitiva non si capisce perchè voglia bene ad una famiglia che in parte la tratta come una appestata, in parte la tollera a malapena.
anticipando uno dei grossi problemi che ho con questo film, sul finale, è che avrei apprezzato una Mirabel che diceva addio, pur tra le lacrime, alla famiglia e se ne andava altrove a costruire la propria felicità, cosa che qui nella valle dell'Encanto non ha mai conosciuto, se vogliamo evitare di chiamare felicità la sudditanza psicologica verso la propria famiglia.

Mai come ora la frase "fatti una vita" avrebbe avuto senso.


Si vede che il piccolo Antonio le voglia bene, si vede che i genitori siano dalla sua parte, si intuisce che Luisa come sorella maggiore ci tenga a lei...ma, appunto, togli due personaggi inutili come Pepa e Camilo e dai invece più linee di dialogo e approfondimento, dammi due o tre minuti di battute da cui si evinca davvero chi tenga a Mirabel e perchè, e che magari qualcuno prenda le sue difese quando ci si accorge che venga un po' messa da parte o maltrattata nonostante si impegni per farsi apprezzare o faccia due o tre volte la fatica degli altri membri della famiglia per stare al passo.
E no, la scena della mamma Julieta che dice ad Alma "sei sempre troppo dura con Mirabel" non mi suona a reale conflitto, mi suona quasi come se si trattasse di una famiglia mafiosa in cui non vuoi andare troppo contro la capofamiglia: brutto dirlo, provocatoria come frase, ma non posso non vederla così.
Se mi avessero offerto con i Madrigal l'idea di una famiglia unita ma disfunzionale, in cui ci sono conflitti (veri e mostrati) come in tutte le famiglie, sarei stato più contento; se mi avessero spiegato che c'è chi vuol bene a Mirabel confrontandosi con lei ed aiutando ad affrontare la famiglia quando cerca di abusare su di lei, sarebbe stato davvero un prodotto maturo.
Se, insomma, avessero ritratto dei personaggi migliori e più realistici, l'empatia sarebbe stata assicurata.
Perchè avere una Mirabel che tiene alla famiglia nonostante tutto e nonostante altri le vogliano più bene è meglio che avere una protagonista che ci tiene alla famiglia solo perchè non ha letteralmente nient'altro per cui vivere.
I genitori, ma un po' tutti i familiari, sembrano quasi succubi della Abuela, invitando Mirabel ad accettare le cose, a non sforzarsi, perchè per loro ella va bene così com'è, ma, appunto, per loro (=i genitori), non per tutti coloro che vivono con lei e che la tollerano a malapena.
Uno youtuber che seguo e che mi piace molto per compostezza e pacatezza, oltre che per competenze, è 151Eg (lo trovate qui): egli ha fatto una metafora, circa Bruno, a proposito della omosessualità, che però credo si applichi anche a Mirabel.
Il senso è che Bruno - e, ripeto, per me anche Mirabel - è simile a quella persona omosessuale che vive in una famiglia vecchio stile e rigida.
E di questa persona ora ti vergogni, ora fai finta di niente, ora arrivi addirittura a tenerla in casa per evitare che le altre persone possano vederla e quindi ella diventi fonte di imbarazzo.
"Non si nomina Bruno", memorabile canzone che è anche un monito dei familiari, diventa così un "non si parla di quella persona che ci fa fare solo brutta figura", che è fonte di imbarazzo perchè diversa da noi e porta sfortuna (= veniamo giudicati anche noi male a causa sua). 
Se vengono ospiti, non si nomina quella persona; se chiedono dove sia, si risponde che è in giro, altrove, e non è (magari) nascosta in casa; e se questa persona vuole condividere il suo impegno, la sua vita con noi, si risponde magari che no, non è necessario che si sforzi, può anche non fare niente perchè ci pensiamo noi e fa miglior figura se sta in disparte, meglio se proprio altrove dove non la vediamo.
Sopportare, tollerare ed accettare, sono tutti concetti differenti: e guardando Mirabel non penso al fatto ella abbia una famiglia unita perchè i suoi membri si vogliono bene, penso invece al fatto che questa famiglia è unita solo dalla volontà ferrea della Abuela di non venire meno al proprio impegno verso la comunità: e questo, curiosamente, è proprio ciò che la morale del film ci dice, è proprio ciò che si accompagna alla rivelazione finale, ossia che il miracolo sta morendo perchè la famiglia tiene alla Abuela per compiacerla, e questa tenga alla comunità che la sua famiglia deve servire, in un certo senso.




Quindi si, tutto torna, non c'è un errore in questi concetti, ma tutto viene messo giù in un modo assai più semplificato ed edulcorato quando poi il messaggio viene sbattuto in faccia allo spettatore da Mirabel: "Il Miracolo sta morendo per colpa tua", frase che viene detto chiaramente in faccia ad Alma Madrigal.
Quindi, se era questo il messaggio che si voleva narrare, ok, kudos, dieci su dieci, perfetto: se però si voleva far passare per brave persone i Madrigal, che provano solo un genuino imbarazzo verso il membro della famiglia meno dotato, ecco li no, non posso empatizzzare con Isabela, con Alma, Pepa, Dolores, quel cacchio di Camilo, perchè non solo Mirabel viene ostracizzata, ma tutti danno addosso anche allo stesso Bruno, con le uniche eccezioni della madre di Mirabel, Julieta (appunto sorella di Bruno la quale dice "Mio fratello si è perso per questa famiglia), a differenza della già citata Pepa che introduce il tormentone del "non si nomina Bruno".
E venire schifati da tutti, salvo una frettolosissima riconciliazione alla fine, non mi aiuta a comprendere i personaggi, mi fa solo pensare "che stronzi".
Non si nomina Bruno è una canzone in cui Pepa, suo marito, Camilo, Isabela, Dolores e gli abitanti del villaggio, prete compreso, cantano di quanto portasse sfiga quell'uomo e quanto sia importante non nominarlo ancora adesso.
Di nuovo, non è chiaro se si volesse che si empatizzasse con i Madrigal - in questo caso decisamente no - o se si volesse metterli sotto una luce differente, quella di persone chiuse quanto la loro famiglia.
E nemmeno tanto, perchè quando c'è la possibilità di far entrare un toro da monta un fidanzato per far avere nipotini ed allargare la famigghia mettendo incinta Isabela, la cara Abuela non si fa molti problemi quasi a regalare la nipote come se fosse un soprammobile ed organizzare un matrimonio combinato. 

Il fantomatico finale scartato dalla Disney, quello di cui proprio 151Eg narrava, riguardava appunto la abuela che, per cercare Mirabel, si recava nel proprio vecchio villaggio, quello da cui era scappata insomma, e li scopriva che il suo defunto marito era ricordato per il proprio sacrificio con tanto di statua... anche se mi viene da chiedere - lo so, è un brutto vizio farmi domande -  da chi però venga ricordato.
Tutti coloro fuggiti quella fatidica notte non si erano, dunque, trasferiti presso la comunità fondata da Alma ed i "profughi"? Oppure devo pensare che alcuni dei fuggitivi che hanno assistito al sacrificio di Lily Potter Pedro Madrigal non sono andati con i reietti, bensì sono tornati al villaggio in fiamme e lo hanno ricostruito?


Questo finale, sicuramente, avrebbe potuto dare un senso migliore alla storia e rappresentare in maniera più chiara e netta come Alma Madrigal fosse una persona che, sia pur comprensibilmente a causa del suo dolore fosse però diventata realmente ottusa, incattivita pur non volendolo, e non solo una persona che si è chiusa in sè stessa; perchè se arrivi ad anteporre  la comunità in cui vivi rispetto al benessere dei tuoi familiari, allora ecco che si, ovvio il Miracolo muoia, ma muoia per causa tua e della tua dabbenaggine.
LO SO che è quello che viene detto nel finale con la riconciliazione tra Alma e Mirabel, abbraccio e dos urigitas in sottofondo che fanno venire i brividi, ma ci doveva essere un reale pentimento, una reale costruzione del dispiacere che seguiva la presa di coscienza dei tanti errori fatti, non qualcosa di così frettoloso ed alla volemosebene, al pari di come frettolosamente viene riammesso Bruno in famiglia perchè si, we are the world, ci vogliamo bene, siamo una famiglia.



La stessa scena finale, la fotografia incentrata sulla sola Mirabel mentre tutti i membri della famiglia sono sfocati non lascia intendere ad una riconciliazione vera, che avviene solo tra lei e Isabela perchè hanno preso il giusto tempo per quanto con l'ennesima canzone spiegona, ma solo che adesso il Miracolo vero, anzi, il miracolo con la m minuscola, sia Mirabel, che ha ricordato a tutti che sono una famiglia, non gli X-men, e che hanno le loro vite e che la comunità deve alzare il culo per una volta prodigarsi umanamente e serenamente per dare una mano a chi in un modo o nell'altro l'ha sempre servita. 

Sarò severo, avrò esagerato nelle valutazioni e nel voler prendere questo cartone per più di quello che sicuramente aspirava ad essere, ma dato che questo prodotto ha tolto mercato ad uno più semplice, che insegnava davvero il valore dell'amicizia e dell'andare oltre le apparenze, le razze e i "mondi", come Luca, non posso non prendermela. 
E questo non perchè, come continua ad andare di moda oggi, odio la Disney, che per me è un po' come una mamma e non la multinazionale fredda e spietata: da che mondo è mondo, ars gratia artis, va bene, ma anche pecunia non olet, quindi ok che si facevano in passato molto più spesso film che avevano un'anima ed un intento artistico, ma bisogna pure ricordare che i soldi non fanno schifo a nessuno e che l'industria cinematografica deve generare profitto, non certo far opere di bene. 
Traduzione, non è che Disney non cerchi di guadagnare per continuare ad esistere e creare, si spera, altre meraviglie, così come tutto ciò che riguarda l'entertaiment. 



Il problema è che già Encanto, pur essendo andato molto bene tra critica e box office, era affetto dai tanti problemi che poi sono esplosi e sono risultati ben più riconoscibili in altri prodotti come StrangeWorld (non a caso il film successivo, il 61° classico) e l'inutile Wish, proprio il 62° classico che doveva celebrare i 100 anni dei Walt Disney Animation Studios ed invece si è rivelato un fiasco colossale, non solo per gli incassi ma proprio perchè non è e non sarà mai un film che verrà rivalutato col tempo. 
Di Wish, su cui si sono fatte battute e di cui ho parlato io stesso in questo video, sinceramente non ho animo di parlare: quello che volevo era infilzare finalmente i miei daimonoi, su carta (virtuale) e spiegare perchè, come sempre, mi sento da solo a gridare nel deserto.

La scelta di rimuovere l'antagonista vero e proprio, il malvagio foss'anche con delle motivazioni o, sarebbe stato sufficiente, "malvagio perchè si", a mio giudizio, ha ammazzato alla base l'idea del conflitto.
Perchè ci sta cercare di umanizzare il cattivo, e dargli delle motivazioni che ti permettano se non di empatizzare, almeno di trovarlo simpatetico, ma questo non deve mai arrivare a spogliarlo del suo ruolo: ma se il cattivo rischia di diventare buono o passare per tale, allora diventa una sorta di macchietta, ed il suo ruolo si confonde magari con quello di qualcun altro.



Andiamo OT, e prendiamo Broly di Dragon Ball e Dragon Ball Super: come scrissi in uno dei miei primissimi articoli, che trovate qui, "[...] Il Broly dei lungometraggi precedenti era, sostanzialmente, un folle distruttore: una macchina di morte, un frenzy berseker, un Chaotic Evil che amava solo spaccare, distruggere, combattere a più riprese, ammazzare, sfogare la sua furia, senza uno scopo, senza una ragione, come se semplicemente avesse troppa forza e nessun modo di trovare pace. [...]i n questa nuova versione, invece, [...] Broly, povero cucciolo, era comunque un'anima pura, semplice, non contaminata e avendo perso il padre, semplicemente, si trasforma in Super Saiyan. [...] 
Questa tendenza a dover per forza umanizzare un cattivo, a dover spiegare il come e il perchè sia malvagio e compia atti deprecabili per il solo gusto di farlo, inizia a darmi particolarmente allo stomaco: perchè non solo significa cercare sempre di giustificare qualcosa e qualcuno, ma anche snaturare un personaggio [...] Non ti resta nulla, ed il confronto, l'occhio di paragone, con ciò che era il Broly classico, purtroppo è li a ricordarti che quel villain potentissimo e crudele, non ha niente a che vedere con questo cucciolone impazzito".

Posso accettare che il film tratti con il cuore di un road movie, con un'avventura fine a sè stessa, una certa storia anche scevra dal cattivo di turno, come tradizionalmente si fa in casa Pixar.
Ma quando viene meno anche il conflitto vero e proprio, quando lo status quo non comporta un vero e proprio senso di perdita ma solo il cambiare le cose un pò storte, il senso di urgenza s'attenua: nel caso di Encanto, la famiglia di Mirabel non è in reale pericolo, lo sono i loro Doni.
Se cessa il Miracolo che cosa succederà mai? Niente.
Tutti resterebbero vivi e vegeti, ma semplicemente senza i superpoteri quindi niente più chiese spostate a mani nude o ponti poggiati senza fatica, ma tutti che debbono semplicemente faticare e darsi calci nel sedere per ottenere le cose come tutti: alla faccia della perdita, del conflitto, del "o tutto o niente".




Il finale, infine, inteso proprio come conclusione vera e propria, non è nemmeno un vero finale, sia perchè resta lo status quo e le "violenze" perpetrate da Alma Madrigal non sono certo state curate o condannate con delle scuse vere ma solo sul presunto presupposto che da quel momento in poi smetterà di comportarsi come una gerarca nazista.
Non viene curato nulla dell'insieme di insicurezze e forzature a cui i membri della famiglia sono stati esposti e non c'è un momento in cui per davvero i membri come Luisa o Isabela fanno loro l'esplosione (controllata) di Mirabel e danno finalmente addosso alla nonna per essersi comportata in quel modo riprovevole.
Non basta mettere due frasi cantate per chiedere scusa o provare a giustificarsi: e leggiamole, queste frasi di riconciliazione, che nella canzone recitano "e a me dispiace molto/se mi è stato chiaro solo poi/ che il miracolo non è potere in più per me/ ma siete tutti voi, la famiglia e poi/l'amore tra di noi".

Ah allora ok, tuttappò abuela! Tranquilla, se non ti era chiaro PRIMA che il miracolo non fosse del FOTTUTO potere in più per te e giocare a fare Dio per servire una comunità che tratta pure male tua nipote Mirabel tranquilla! Non fa niente, amici come prima, più di prima, meglio di prima.

Sul serio, ci voleva il meme di Aldo Giovanni e Giacomo, "ma va' a cagare, va!"

Alla fine, tutto il mio disagio si riduce a questi aspetti, nonostante rimarchi Encanto sia un buon film e nel complesso io lo riguardi spesso e volentieri: e lo so che è stato forse tempo perso accennarne, ché con il 99,99% periodico di gente che ha premiato questo film e l'ha elogiato io svolgo lo stesso ruolo dello scemo del villaggio.
Pure, alle volte, la verità parla per bocca dei folli.

- Leo Lordgirsa d'Amato-

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