mercoledì 27 agosto 2025

[VistoIeri] Ushio e Tora vs Demon Slayer: lame e demoni, inchiostro e luce, ovvero il viaggio da Ushio e Tora a Demon Slayer


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Lame e demoni, inchiostro e luce: il viaggio da Ushio e Tora a Demon Slayer

Dal segno ruvido degli anni ’90 allo splendore digitale dei giorni nostri: un confronto tra due generazioni di shōnen. 

Dopo il precedente articolo, in cui iniziavamo a delineare i due prodotti animati, e solo quelli- ribadisco, sono anime only per Demon Slayer ed il giudizio riguarda solo la trasposizione animata di entrambe le opere - andiamo ad approfondire il tema di solito di maggior impatto, che al netto della storia che è il vero elemento che può attirare l'attenzione e designare se il pubblico si interessi all'opera stessa: i disegni e le animazioni. 

Ci sono opere che, pur appartenendo a epoche diverse, sembrano specchiarsi l’una nell’altra. Mai come oggi questo può apparire chiaro e manifesto, specie nelle frange che si sono venute a creare negli ultimi anni: Dragonball Vs Naruto Vs One Piece, per esempio, è unp degli esempi più chiari di confronto e a tratti di scontro, nell'ambito del placido mondo "dell'internet".

Ushio e Tora, in seguito UeT, nato negli anni ’90 e considerato un classico intramontabile dello shōnen soprannaturale, e Demon Slayer (o DS), fenomeno mondiale degli ultimi anni, condividono anche solo ad una occhiata superficiale ben più di quanto si possa immaginare: un giovane protagonista, un demone al suo fianco, un’arma speciale che cela segreti, e una lotta continua contro mostri che incarnano paure antiche e moderne senza dimenticare il tema del diverso, dell'incompreso, dello straniero che induce a rivedere le proprie convinzioni (parleremo diffusamente di Tora e Nezuko, per adesso accontentatevi di questo accenno).

Eppure, se l’opera di Kazuhiro Fujita raccontava con un tratto ruvido e vibrante la tensione emotiva dei suoi personaggi, l’anime tratto dal manga di Gotouge si affida a una regia spettacolare e a un’animazione digitale di altissimo livello per stupire lo spettatore. In questo articolo metteremo a confronto i due titoli non tanto come manga, ma come prodotti animati, per capire come cambia la resa visiva e narrativa del medesimo archetipo: l’alleanza tra umano e demone nella lotta contro l’oscurità.


Dal segno ruvido all’effetto digitale: due anime, due epoche

Guardare Ushio e Tora oggi significa immergersi in un’animazione che porta con sé tutti i tratti tipici degli anni ’90: linee spesse, espressive, a volte persino sporche, che restituiscono un’energia quasi primordiale. Sudore, lacrime, sangue, sono percepibili come se lo spettatore fosse li, assieme ai protagonisti, a soffrire per ogni colpo vibrato: le scene d’azione sono veloci, spesso affidate a pochi frame essenziali ma incisivi, capaci di far percepire la potenza degli scontri più attraverso l’impatto emotivo che la fluidità. È un’animazione artigianale, che vive di contrasti forti e di un tratto “ruvido” che sembra trasmettere la stessa inquietudine che pervade la storia.

Demon Slayer, al contrario, rappresenta il trionfo della modernità. Lo studio Ufotable ha unito disegno tradizionale e tecniche digitali con una maestria che ha ridefinito lo standard dell’animazione televisiva. I combattimenti non si limitano a mostrare la forza dei personaggi, ma diventano veri e propri spettacoli visivi, con coreografie fluide e un uso creativo di luci, colori e prospettive. Gli effetti delle tecniche di respirazione, ad esempio, trasformano ogni colpo di spada in un’opera d’arte animata, dove la bellezza visiva è parte integrante della narrazione.

Se Ushio e Tora punta tutto sull’impatto emotivo e sulla tensione drammatica, Demon Slayer seduce con una regia moderna, ricca di dettagli e movimenti di macchina che portano l’anime a un livello quasi cinematografico. Due approcci diversi, ma entrambi efficaci nel trasmettere l’epicità dello scontro tra umani e demoni.

Il peso del budget sull’impatto visivo

Se confrontiamo Ushio e Tora con Demon Slayer, non possiamo trascurare un aspetto fondamentale: il budget. Le cifre a disposizione degli studi definiscono in modo quasi immediato la resa visiva, la fluidità dell’animazione e la capacità di sperimentare soluzioni tecniche ardite. Demon Slayer, con un investimento che si aggira attorno ai 100.000 dollari per episodio, è un esempio lampante di produzione moderna che punta al massimo impatto visivo: effetti digitali, CGI integrata, giochi di luce e una regia che sfrutta al meglio le possibilità del mezzo. Ushio e Tora, al contrario, nonostante la mancanza di dati ufficiali sul budget (presumibilmente molto inferiore essendo un prodotto gratuito condiviso su Youtube sull'allora canale di Yamato Video), riesce a dimostrare come anche con risorse più contenute e senz'altro un minor impatto di pubblico coinvolto, si possa ottenere un’opera capace di lasciare un segno. La sua forza non sta tanto nello splendore tecnico, quanto nella capacità di trasmettere energia e tensione attraverso un’animazione più “ruvida” ma efficace, capace di restituire la fisicità degli scontri e la drammaticità dei momenti chiave. In questo senso, il confronto mette in luce due filosofie diverse: da un lato la ricerca della perfezione estetica, dall’altro la potenza espressiva che nasce dal limite.


Questi elementi portano a tre punti chiave che descrivono le differenze stilistiche e narrative tra i due anime.

 1- Approccio stilistico

E' fuori di dubbio che Ushio e Tora resti legato a un character design anni ’90, più spigoloso, con colori meno saturi e un’animazione a volte economica, altre volte sorprendentemente fluida nelle battaglie più importanti. Questo lo rende “datato” ma con un fascino intramontabile. Demon Slayer, d'altro canto, punta alla spettacolarità moderna: sfondi iperdettagliati, colori vividi, uso di effetti digitali e CGI armonizzati con il disegno 2D, soprattutto per rappresentare i respiri e le tecniche di combattimento.
Non voglio assolutamente sminuire in maniera forzata e poco coerente alcuna delle due opere, tuttavia è chiaro che spesso DS punti sulla mera spettacolarizzazione delle battaglie con immagini ed una grafica in grado di esaltare e coinvolgere, mentre il resto dell'opera resta più semplice, se non un pochino superficiale. 

2- Regia e ritmo

Anche qui, parliamo di due mondi molto differenti e lontani tra loro: Ushio e Tora lavora molto sulla regia televisiva classica, con tagli veloci e improvvisi che danno energia, ma senza troppa ricerca estetica in modo che tutto sia ruvido, carnale, "vivo". Demon Slayer, al contrario, è quasi “cinematografico”: inquadrature studiate, movimenti di camera fluidi e un senso di spettacolo che punta a lasciare il pubblico senza fiato. Come già accennato in precedenza, c'è senz'altro la voglia di stupire "con effetti speciali" coloro che sono appassionati dell'opera, anche se a volte bisogna comprendere se l'eccessiva spettacolarizzazione sia un reale plus oppure un modo per mascherare qua e la alcune sia pur perdonabili carenze sul piano della sceneggiatura - basta prendere un Transformers diretto da Michael Bay per avere idea di ciò che intendo.

3- Emozione visiva

E qui, in effetti, si coglie ciò che ho iniziato solo a delineare nei punti 1 e 2, precedenti.  
L’impatto di Ushio e Tora nasce dal contrasto grezzo: disegni ruvidi, demoni inquietanti, scene di pathos costruite più sul racconto che sulla resa grafica. Demon Slayer invece emoziona con la bellezza visiva: la tragedia e la malinconia dei demoni vengono esaltate dalla cura estetica e dall’uso di luci, ombre e colori che quasi commuovono anche senza parole.




Volendo tirare le somme, da un punto di vista prettamente di impatto, Demon Slayer domina sul piano tecnico e dell’animazione pura. È una produzione con budget e tecnologie infinitamente superiori.

TuttaviaUshio e Tora ha un carattere visivo che rimane unico: meno “raffinato”, ma con una forza narrativa che arriva diretta, senza filtri digitali in modo da colpire anche sul piano del pathos, del trasporto emotivo.

Sul piano visivo, non c’è dubbio che Demon Slayer rappresenti un traguardo tecnico straordinario: animazioni fluide, uso impeccabile delle tecnologie digitali e una regia che trasforma ogni battaglia in un piccolo film d’autore. Ushio e Tora, al confronto, può sembrare ruvido e datato, con un’animazione televisiva che non sempre regge il passo. Eppure, proprio quella ruvidità lo rende speciale: il tratto grezzo, i colori meno saturi e l’immediatezza delle scene comunicano un’energia diversa, più immediata e coinvolgente. Se Demon Slayer è l’apice della spettacolarità moderna, Ushio e Tora resta un classico dal fascino inalterato, capace di emozionare con la sua forza narrativa anche senza lustrini digitali. Obiettivamente il vincitore è Demon Slayer, ma per chi ama l’anime come forma d’arte che parla col cuore più che con la perfezione tecnica, Ushio e Tora conserva un posto insostituibile.

Conclusione provvisoria

In definitiva, se Ushio e Tora conserva il fascino del tratto tradizionale e la potenza di un’animazione che si affida più al cuore che alla tecnologia, Demon Slayer rappresenta l’apice della modernità, con un comparto visivo che lascia letteralmente senza fiato. Stabilire quale sia “migliore” è difficile: uno parla di artigianato narrativo e passione, l’altro di tecnica e spettacolo. Ed è forse proprio in questo contrasto che emerge la bellezza del confronto, perché se l’occhio si sazia davanti alla perfezione tecnica di Demon Slayer, l’anima non può non restare legata alla ruvida ma intensa forza visiva di Ushio e Tora.

E se la parte visiva ha un ruolo fondamentale nell’impatto emotivo, altrettanto — se non di più — lo ha il comparto sonoro, capace di dare respiro, ritmo ed emozione a ogni scena. Per questo, il prossimo passo non può che essere un confronto sulle musiche e sulle colonne sonore delle due opere.


Le musiche e la colonna sonora

Se la parte visiva cattura l’occhio e emoziona, la colonna sonora accompagna l’anima, dando respiro e ritmo a ogni scena.

Ushio e Tora (2015–2016) vanta una colonna sonora composta da Eishi Segawa, con un’impronta più classica per un anime shōnen: musiche orchestrali semplici, qualche pezzo di stampo epico, ma soprattutto molto funzionali. Le sigle di apertura e chiusura (come Mazeru na Kiken o Hero dei Sonar Pocket) puntano a un pubblico giovanile, trasmettendo energia e dinamismo con vibrazioni che richiamano il rock ed il punk, con un sapinente uso della chitarra elettrica.

Demon Slayer (2019–in corso), d'altro canto, può contare Musiche di Yuki Kajiura e Go Shiina, due tra i più acclamati compositori giapponesi contemporanei. La colonna sonora è ricchissima di cori, orchestrazioni imponenti e strumenti tradizionali giapponesi (shakuhachi, shamisen, taiko), che donano un respiro epico e un’identità molto marcata. Le opening, come Gurenge di LiSA, sono diventate fenomeni globali, con milioni di ascolti e una popolarità che ha travalicato l’anime stesso, senza dimenticare le OST più tradizionali come quelle associate al Pilastro della Fiamma, Rengoku.

Un sano confronto sul piano tecnico ed emotivo

Nel caso di Ushio e Tora, va detto, le musiche accompagnano l’azione senza rubare mai la scena: forse sarà l'aspetto emotivo che non sfocia mai nel ridicolo forzato, cosa che alle volte ho criticato di DS.
Più minimaliste, meno riconoscibili, ma dirette e coerenti con l’atmosfera “vecchia scuola”, la musica di sottofondo o le OST di battaglia riescono a fare il loro mestiere senza essere mai invasive o diventare il traino forzato delle emozioni dell'anime di UeT. In effetti, mio malgrado, devo riconoscere che le sigle hanno energia, ma non sono rimaste nella memoria collettiva come veri tormentoni.

Demon Slayer, d'altro canto, annovera una colonna sonora di livello cinematografico, con grande varietà di registri: drammatici, epici, lirici. L'uso sapiente del silenzio e dei suoni ambientali, che accresce la tensione e le sigle sono diventate parte integrante dell’identità dell’opera, amate anche da chi non segue l’anime.

Riflessione conclusiva

Il confronto musicale rispecchia, in un certo senso, quello visivo: Ushio e Tora gioca la carta della semplicità, puntando a un accompagnamento che sostiene senza mai imporsi, mentre Demon Slayer investe sul colpo di fulmine sonoro, con brani che da soli riescono a evocare immagini e momenti iconici della serie. Obiettivamente, Demon Slayer vince sul piano tecnico e della memorabilità, ma Ushio e Tora conserva il fascino di un’epoca in cui la colonna sonora era meno spettacolare ma più discreta, quasi intima.

In definitiva, mentre Demon Slayer conquista per tecnica e spettacolarità, Ushio e Tora rimane un classico capace di emozionare con la sua immediatezza e il suo cuore, dimostrando che anche con risorse più limitate un anime può lasciare un segno indelebile.

Ma se dovessi permettermi un giudizio personale, dato che cerco sempre di dare informazioni che siano quanto più asettiche e obiettive possibili -da che mondo e mondo, le "recensioni oggettive" sono una presa in giro - per me resta preferibile l'aspetto tecnico visivo di Ushio e Tora mentre quello di Demon Slayer vince anche nel mio gusto personale nelle musicalità: fin dall'inizio, infatti, ho avuto la sensazione che DS offrisse un comparto tecnico volutamente esagerato (in bellezza) così come accadeva per certi videogiochi del passato che avevano si, una grafica spettacolare, ma una certa semplicità o legnosità nei comandi e nelle dinamiche di gioco. 
Senza voler anticipare troppo conclusioni che non sono ancora ansioso di offrire, resta di fatto che la visione di DS mi catturava, e mi cattura tutt'ora, senz'altro: ma se andassi a scavare, ecco, li, trovo un po' meno sostanza, in quanto la storia spesso viene intramezzata da elementi comici esagerati anch'essi e che sono coerenti con la situazione quanto presentarsi in vestito di latex ad un battesimo. 


Anche UeT ha delle scene umoristiche, ma appaiono meglio calate nel contesto e non vanno a spezzare il ritmo e la narrazione con la demenzialità, ma offrono uno spaccato di personaggi altrimenti seri o pericolosi come Tora, per esempio, che vengono ridicolizzati; laddove in DS già molti personaggi sembrano volutamente l'elemento più leggero, in grado di far sorridere - Inosuke, ad esempio, ma anche Zen'Itsu, che santoddio avrei ucciso volentieri da che l'ho visto - la loro riduzione a macchiette diventa abbastanza fuori luogo, se non proprio un zinzino fastidiosa. 

Volendo fare un confronto molto OT, è la stessa differenza che passa tra la serie animata di Teen Titan, dove i momenti di leggerezza spezzavano la tensione e offrivano un momento divertente per personaggi altrimenti rigidi -Corvina/Raven - e quello scempio per bambini chiamato Teen Titan Go, dove tutti i personaggi sono potenzialmente sempre delle macchiette e quasi una copia 1:1 l'un dell'altro, per cui la ridicolizzazione è molto meno efficace e sembra puntare sulla demenzialità. 

Ora, è chiaro che non penserei mai di mettere a confronto DS con TTGo, ma è pur vero che il concetto che voglio esprimere, circa proprio questo specifico aspetto, richiami moltissimo il parallelismo tra le serie: un personaggio così caricato ed esagerato come Zen'Itsu, ad esempio, che passa nella prima stagione il novanta per cento ad agitare le braccia ed a strillare, in un contesto come UeT sarebbe stato ingestibile e totalmente fallimentare: DS, sempre sul piano visivo/animato/musicato, appare come un'opera più leggera, meno impegnata pur non rinunciando, anzi, pompando e spingendo tantissimo sui momenti di esaltazione che possano accalappiare l'interesse dell'usufruitore medio di anime. 

Nel prossimo ed ultimo appuntamento, tireremo le fila del discorso affrontando l'aspetto principe di un anime: la storia e la trama, con un obbligatorio approfondimento sui personaggi. 


 - Leo Lordgirsa d'Amato-


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